Itci - Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale

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martedì 1 dicembre 2015

Cyberbullismo, la violenza è online - intervista Corriere della Sera del 30 novembre 2015

La dottoressa Michela Pensavalli, psicologa e psicoterapeuta del team che gestisce il servizio di supporto alle vittime di cyberbullismo “Off4aday" attraverso il numero verde gratuito 393.300.90.90, spiega alla giornalista Silvia Morosi, come questo fenomeno di emergenza sociale che sta dilagando negli ultimi tempi, sia ancora piuttosto sommerso, spesso nascosto, per vergogna, per paura delle ritorsioni ancor più forti, e di cui sono vittime sia adulti che bambini.

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Cyberbullismo, la violenza è online 
Se i minori sono vittime di coetanei

Il centro di supporto del Moige contro gli atti di intimidazione e violenza morale con strumenti telematici. Pensavalli: "Un fenomeno di cui si parla meno rispetto al bullismo ma una delle problematiche che affligge il nostro tempo. Noi genitori, tante volte, ignoriamo i segnali che ci vengono inviati dai nostri figli"

di Silvia Morosi

Gli episodi di bullismo tra ragazzi non riguardano più solo la pausa di ricreazione. Sempre più spesso i soprusi succedono anche nello spazio virtuale dei media digitali usati per diffondere, tramite Internet o cellulare, messaggi, immagini o filmati spregevoli e diffamatori. Le vite online influenzano anche il modo di comportarsi dei ragazzi offline, e questo elemento ha diverse ricadute che devono essere prese in considerazione per comprendere a fondo il cyberbullismo«Un fenomeno piuttosto sommerso, spesso nascosto, per vergogna, per paura delle ritorsioni ancor più forti. Vittime del cyber sopruso possono essere sia gli adulti che bambini», spiega la dottoressa Michela Pensavalli, Psicologa e Psicoterapeuta del team che gestisce il servizio di supporto alle vittime di cyber-bullismo. Il progetto di prevenzione ed informazione sul cyber bullismo “Off4aday” — lanciato da Samsung e Moige, con il patrocinio della Polizia di Stato — parla il linguaggio dei giovani, che si rivolgono al numero verde gratuito 393.300.90.90 (utilizzando i principali strumenti di messaggistica) per richiedere aiuto, avere informazioni o cercare sostegno in situazioni difficili. «Mettersi in ascolto di chi non ha il coraggio di denunciare per paura del giudizio, dell’esacerbarsi della situazione o peggio ancora perché pensa di non poter essere compreso o creduto, è un dovere del popolo degli adulti, immigrati digitali, che spesso sono meno competenti dei giovani nell’utilizzo delle nuove tecnologie ma sono chiamati, nonostante tutto, al compito pedagogico ed educativo», aggiunge Pensavalli.

Bullismo, cyberbulli e «dimensione online»
Quando si parla di cyber bullismo si fa riferimento a prepotenze virtuali che possono essere persino in continuità o aggiuntive alle offese offline, da differenziarsi da un semplice scherzo o un litigio. «Attraverso lo schermo il cyber bullo si pone in un evidente squilibrio di forze: ha il potere, perché protetto dall’anonimato, di insistere sulla vittima con intenzione di lederla», aggiunge la Dottoressa. Il potere si rafforza perché l’offesa o la persecuzione si propaga e gira nella rete in ogni istante e può raggiungere una platea illimitata di visualizzatori, che non conoscono la vittima. «Ciò rende difficoltoso individuare luoghi e tempi in cui tali dinamiche relazionali avvengono, con la conseguenza che il fenomeno appare meno riconoscibile e di più difficile gestione e contrasto, sia per gli organi competenti ma anche per le famiglie delle vittime», spiega Pensavalli. Nel bullismo tradizionale in genere la vittima e il bullo sono persone che si conoscono, che si frequentano nella stessa scuola. Hanno avuto almeno qualche contatto relazionale. Nel bullismo elettronico invece le persone possono anche essere sconosciute. L’empatia che è il sentimento pro sociale fondamentale per essere soggetti relazionalmente attivi, si va perdendo quando di fronte a noi c’è uno schermo e le reazioni, i sentimenti, i bisogni dell’altro ci sono negati o si confondono, restano ambigui, sfocati. La “dimensione online” slatentizza comportamenti e gesti che nella realtà risulterebbero più oculati, pensati, magari evitati.
Una nuova forma di disagio adolescenziale
Il cyber bullismo ha già un adeguato riconoscimento a livello sociale. Basti pensare ai numeri che purtroppo sono in netta ascesa: i dati italiani mostrano come l’incidenza del fenomeno nel nostro paese sia in linea con il panorama internazionale. Prendendo in considerazione un campione di 2000 studenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni, il 25 per cento ha dichiarato di essere stato vittima di cyber bullismo negli ultimi due mesi. Sono dati allarmanti che certamente possono diventare anche molto seri e che non vanno sottovalutati perché riguardano o hanno riguardato in qualche modo quasi un terzo dei ragazzi di oggi. Elementi da osservare da parte della famiglia sono: cambi di umore improvvisi, disturbi emotivi, problemi di salute fisica, dolori addominali, disturbi del sonno, nervosismo e ansia. Nei casi più disperati queste persone decidono pure di togliersi la vita, per effetto dell’idea intrusiva, ossessiva di non poter gestire, arginare, eliminare dalla realtà l’offesa ricevuta. Il 31 per cento dei tredicenni, percentuale che sale al 35 per cento quando si tratta di ragazzine, dichiara di aver subito una o più volte atti di cyberbullismo. Il 56 per cento, poi, dichiara di aver e un amico che è stato vittima di attacchi online. Sui social network, la percentuale dei protagonisti degli episodi sale dal 31 al 45 per cento.
La prevenzione del fenomeno
E’ fondamentale che la scuola e la famiglia aiutino i ragazzi a sviluppare una consapevolezza sul fenomeno del bullismo e del cyber bullismo e aiutino a non sottovalutare gli effetti negativi che ne conseguono. «Le famiglie sono spesso disorientate di fronte alle richieste dei ragazzi, spaventate, vergognose o peggio ancora si auto-attribuiscono la colpa delle azioni», racconta Pensavalli. La scuola, gli adulti sono chiamati a educare, più che a istruire: potenziando le abilità sociali con particolare attenzione alla consapevolezza emotiva e all’empatia. «Un’attenzione particolare va data all’alfabetizzazione emozionale: è importante — infatti — far lavorare in gruppi per aiutare il confronto, la capacità di problem solving relazionale e la cooperazione», sottolinea la Dottoressa.

Il ruolo di scuola e genitori

Parole d’ordine sono attenzione ed entusiasmo, rivolte alla crescita emotiva, e non soltanto cognitiva degli allievi. Gli adulti devono cercare nella quotidianità di avere un occhio attento ai propri figli, vigilare sul comportamento dei ragazzi dopo la navigazione in internet o dopo l’uso cospicuo del telefonino e del computer presente in casa (uso eccessivo di Internet anche fino a notte fonda). Dovranno aiutarli a riflettere sul fatto che, anche se non vedono la reazione delle persone a cui inviano messaggi o video, esse possono soffrire o subire violenza. Nei casi di persecuzione online è infatti la dimensione della socialità a risentirne. Un esempio? «Quando un ragazzo si rifiuta di parlare di ciò che fa online, quando utilizza Internet fino a tarda notte, quando ha un calo dei voti scolastici oppure è turbato dopo aver utilizzato Internet», evidenzia Pensavalli. Le vittime frequentemente sviluppano un’autostima bassa, depressione, ansia, paure, problemi di rendimento scolastico e interrompono per tali motivi la frequentazione della scuola o del gruppo di amici.
Cosa spinge dei ragazzini a prendere di mira un coetaneo ?
Il profilo psicologico del cyber bullo mette in luce una mania del controllo, attraverso il quale egli tenta di mettersi in mostra: è uno sgrammaticato sociale, non conosce le regole del viver comune e dello stare in contatto con le persone. «E’ una persona immatura dal punto di vista affettivo, che presenta un’incapacità di gestione delle emozioni autocoscienti come il senso di colpa o la vergogna», analizza Pensavalli. È facile attirare la sua attenzione se ci si veste in modo insolito, se si ha un colore della pelle diverso o — anche — se si è la più graziosa della classe. Nei criteri di elezione della vittima infatti, la “diversità”, nelle sue varie declinazioni, gioca un ruolo non secondario, insieme all’orientamento politico o religioso. In genere compie azioni di prepotenza per ottenere popolarità all’interno di un gruppo, per divertimento o semplicemente per noia. 

Aiutare i ragazzi a denunciare il problema
Per i ragazzi è importante sentire che la soluzione può risiedere anche solo nel fatto di accogliere una richiesta di aiuto senza spaventarsi ed entrare in eccessiva risonanza, tra eccessi di iper protezionismo o allarmismo. Il servizio del Moige, che si avvale di una serie di professionisti, dal terapeuta alla Polizia Postale, «cerca di aiutare gli utenti, probabili cyber vittime nella definizione del problema, nelle sue possibili soluzioni, dalla segnalazione alle autorità locali competenti, alla richiesta di sostegno da parte di uno specialista, fino ad arrivare ad eventuali azioni legali quando la situazione è gravosa e persistente», conclude Pensavalli.

sabato 14 novembre 2015

E' un periodaccio? ‪#‎VoltaPagina‬..

Ogni anno in Italia vengono dati 4 miliardi di consigli inutili! 
Un amico è per sempre: ma quando serve, chiama lo psicologo! 


È nato il primo servizio contro il cyberbullismo - Intervista Donna Moderna del 13 novembre 2015


E' la solitudine in cui sono immersi molti ragazzi ad essere il primo problema da affrontare: i giovani di oggi passano tantissimo tempo da soli, davanti a cellulare, pc o tablet.
E' importante dunque che i genitori si interessino ai contatti social dei figli, parlino con loro del problema facendogli capire che non sono loro a doversi vergognare e che denunciare il fatto è il primo grande passo per riuscire a risolverlo. 
La dottoressa Michela Pensavalli ne parla con Silvia Calvi, giornalista di Donna Moderna.


Si chiama #off4aday il primo servizio italiano di supporto alle vittime del cyber-bullismo creato dal Moige (Movimento italiano genitori) e da Samsung in collaborazione con la Polizia di Stato
di Silvia Calvi 

Da oggi, chi subisce molestie via web in qualsiasi momento del giorno o della notte può scrivere un sms o lasciare un messaggio vocale al numero 393.300.90.90, oppure scrivere all'indirizzo e-mail help@off4aday.it.
CHI RISPONDE AI RAGAZZI  «A ricevere l’appello e dare aiuto c’è un team di psicologi presenti da lunedì a sabato dalle 14 alle 20» spiega Elisabetta Scala, presidente del Moige. «Insomma, si tratta di servizio concreto per cercare di arginare un fenomeno preoccupante, che riguarda ragazzini sempre più giovani. Una recente indagine della Società Italiana di Pediatria sulle abitudini e gli stili di vita degli adolescenti dice che il 31% dei tredicenni (35% ragazze) ha subito atti di cyber-bullismo e il 56% dice di avere amici che lo hanno subito. Ma al nostro numero, in un solo mese, si sono rivolti 1.260 ragazzi dai 10 ai 14 anni e siamo riusciti  a far segnalare ben 588 cyberbulli. Insomma, il fenomeno riguarda anche i ragazzini di quinta elementare».
UN LAVORO CAPILLARE NELLE SCUOLE  Oltre al servizio di ascolto, il progetto Moige comprende anche un fitto calendario di incontri in 2.000 Scuole secondarie di primo e secondo grado, in collaborazione con gli esperti della Polizia Postale. «Ci siamo resi conto che i ragazzi sono disinformati» continua Elisabetta Scala. «La gran parte di loro (e dei loro genitori) per esempio, non sa che ingiuriare qualcuno sul web, postare video di atti di bullismo (come è accaduto al ragazzino down costretto a cantare e filmato dai compagni), mandare messaggi sotto falsa identità e così via, sono reati da Codice Penale. E in Parlamento sarà discussa una proposta di legge per inasprire ulteriormente le pene perché, come insegnano i casi di cronaca, un adolescente sotto attacco può andare nel panico e arrivare a togliersi la vita per la vergogna. È importante che anche le famiglie lo sappiano e parlino con i ragazzi della gravità di questi reati: i loro figli sembrano non rendersene minimamente conto».
COSA C’È DIETRO AL PROBLEMA  Ma cosa spinge dei ragazzini a prendere di mira un coetaneo fino alla violenza psicologica? «L’anonimato è già un incoraggiamento: vittima e carnefice non si guardano in faccia, la violenza si consuma nel mondo asettico e virtuale di un computer, così sembra quasi un gioco» spiega Michela Pensavalli, psicologa, psicoterapeuta e responsabile del servizio telefonico off4aday.  «Poi c’è la solitudine in cui sono immersi molti ragazzini: dopo la scuola passano tantissimo tempo da soli, davanti a cellulare pc o tablet».
AIUTARLI A DENUNCIARE  C’è poi l’altra faccia del problema: il silenzio delle vittime. « I ragazzini, in molti casi, se vengono aggrediti da un cyberbullo, si vergognano e non ne parlano né con i genitori né con i fratelli maggiori» spiega Michela Pensavalli. «E quando, rispondendo alle loro richieste d’aiuto, chiediamo di poter parlare noi direttamente con gli adulti di casa, riceviamo un fermo rifiuto. E, allora, faccio un appello ai genitori: fate voi il primo passo, interessatevi ai contatti social dei figli, parlate di questo problema e fate loro capire che, se c’è un problema, non sono loro a doversi vergognare». Perché un cyberbullo è un ragazzo come i nostri figli. Ma con un problema in più.

venerdì 6 novembre 2015

Nasce #OFF4aDAY, centro di supporto per le vittime del cyberbullismo

Il cyberbullismo è un fenomeno di cui si parla meno rispetto al bullismo ma è una delle problematiche che affligge maggiormente il nostro tempo. Noi genitori, tante volte, ignoriamo i segnali che ci vengono inviati dai nostri figli.


La psicologa e psicoterapeuta Michela Pensavalli ne parla in questa intervista, sottolineando l'importanza del progetto OFF4A DAY promosso dal Moige e da Samsung con il patrocinio della Polizia di Stato (www.moige.it)

Puoi vedere il video completo accedendo a questo link:
http://www.lettera43.it/video/nasce-off4aday-centro-di-supporto-per-vittime-cyberbullismo---il-video_43675221696.htm

venerdì 23 ottobre 2015

Schermo schermo delle mie brame... - convegno 23 ottobre 2015 - Rimini

Chi sono i "nativi digitali"? 
Quali sono le tecnologie da loro più usate?
Quali sono i possibili pericoli che si possono trovare in rete? 
E soprattutto quali sono le possibili strategie da suggerire per prevenirli?

La dottoressa Michela Pensavalli interverrà al convegno "Schermo schermo delle mie brame..." presso il tavolo Provinciale "Giovani, Interne e nuovi media" della Provincia di Rimini il giorno 23 ottobre 2015 per discutere insieme ad educatori, psicologi, genitori, assistenti sociali e studenti sull'importanza di fare un uso consapevole e corretto delle tecnologie. 





#Off4aDay - intervista magazine CQ Italia


#Off4aDay: che cos’è e come si combatte il cyber-bullismo

di Filippo Piva

La psicologa Michela Pensavalli ci spiega i problemi e i pericoli legati a questo fenomeno, che oggi arriva a coinvolgere quasi un terzo dei ragazzi.

Parlare di cyber-bullismo non è semplice come potrebbe sembrare. Perché si tratta di un fenomeno che può colpire sia gli adulti sia i bambini, e soprattutto quando a essere coinvolti sono i più piccoli si rischia di non affrontare il problema nella misura e nel modo corretti. “Per questo è importante parlarne con chi può fornire un aiuto concreto”. A parlare è la dottoressa Michela Pensavalli, che presenta l’iniziativa #Off4aDay: uno sforzo congiunto di Moige e Samsung per combattere il cyber-bullismo, attraverso l’attivazione di una linea telefonica (393/300.90.90) e di una casella mail (help@off4aday.it) attraverso cui mettersi in contatto con esperti in materia.
“I modi in cui si può essere bullizzati su internet sono molteplici – spiega la psicologa -. C’è chi riceve in continuazione insulti e minacce da parte di una singola persona o da un gruppo di utenti, anche sul cellulare o via mail, chi viene denigrato attraverso la pubblicazione di foto o di informazioni più o meno vere, chi vede la propria identità sui social rubata da qualche sconosciuto.
Sono problemi che possono diventare anche molto seri, e che riguardano o hanno riguardato in qualche modo quasi un terzo dei ragazzi di oggi”. Già, problemi seri, di cui però a volte è difficile parlare in famiglia. Perché i genitori, spesso, non comprendono appieno le dinamiche sociali legate al web, e quindi faticano a proporre soluzioni idonee. Cancellarsi da ogni social o smettere di frequentare certi siti, per esempio, è pressoché inutile.
“Su internet il tam tam è veloce, e la rimozione totale di un contenuto, che sia una semplice frase, una foto o un video, è praticamente impossibile – continua la dottoressa Pensavalli -. Molte volte i ragazzi si sentono imbarazzati a rivolgersi ai propri genitori, o hanno addirittura paura. Paura di una vittimizzazione eccessiva, che potrebbe per esempio portare un genitore a pretendere la cancellazione del figlio da Facebook e affini, o addirittura di una colpevolizzazione, al grido di “te la sei cercata”. E allora decidono di non dire nulla, e di continuare a subire in silenzio”.
Un genitore, però, può e deve accorgersene. “Se nostro figlio dà segnali di irascibilità, inizia a soffrire di insonnia o accusa un drastico peggioramento a scuola, dobbiamo capire che qualcosa non sta procedendo al meglio – suggerisce la psicologa -, e dunque indagare. Con discrezione, sia chiaro. Per esempio, è possibile monitorare la sua attività su internet, magari condividendo lo spazio in cui viene utilizzato il computer. Attenzione, però, all’uso dei social: diventare “amici” virtuali del proprio figlio potrebbe creare confusione nel rapporto, che deve sempre e comunque rimanere quello tra un adulto responsabile e un ragazzino”.
Per il resto, anche grazie alle nuove linee abilitate vedi Off4aDay, è sempre meglio rivolgersi a un esperto. “Il servizio consente di consultare una serie di professionisti, dal terapeuta alla Polizia Postale – conclude la dottoressa -. Queste persone potranno aiutare nella definizione del problema: partendo dal capire se quello in cui si è incappati è effettivamente un caso di cyber-bullismo, fino ad eventuali azioni legali”.

giovedì 22 ottobre 2015

OFF4ADAY - progetto di supporto dedicato alle vittime del cyber-bullismo



CYBER BULLISMO: un fenomeno dilagante e allarmante. 

Per arginare questo problema e sensibilizzare il grande pubblico sulle sue conseguenze, Samsung e Moige, con il patrocinio della Polizia di Stato, hanno dato vita a OFF4aDAY, un progetto che prevede l’attivazione del primo servizio di supporto dedicato al cyber-bullismo. 

La campagna invita tutti a “spegnersi” per un giorno e a promuovere il messaggio dell’iniziativa e il servizio di ascolto insieme a Samsung, impegnata a portare i benefici della tecnologia a tutti, ma anche attenta ai rischi che in particolare i più giovani possono correre per un utilizzo scorretto.
Le vittime potranno scrivere al numero 393.300.90.90 o all’indirizzo e-mail help@off4aday.it, gestito da un team di psicologi pronti a rispondere ed aiutare chiunque ne avesse bisogno. Il servizio sarà attivo dal 19 ottobre dalle 14,00 alle 20,00, dal lunedì al sabato.

Il prof Tonino Cantelmi, la d.ssa Michela Pensavalli e la d.ssa Noemi Grappone coordinano, supervisionano e dirigono interamente il progetto.

giovedì 17 settembre 2015

Cognitive rehabilitation training in patients with brain tumor-related epilepsy and cognitive deficits: a pilot study.

Il Journal of Neuro-Oncology nel numero di settembre 2015 ha pubblicato un articolo curato dall'équipe del Prof. Tonino Cantelmi dell'Istituto Regina Elena di Roma (Autori: Marta Maschio, Loredana Dinapoli, Alessandra Fabi, Diana Giannarelli e Tonino Cantelmi). 

Si tratta di uno studio pilota relativo all'efficacia di un training di riabilitazione cognitiva in pazienti con tumore al cervello correlato ad epilessia e deficit cognitivi.

Si riporta l’abstract  e il link all’articolo.

Abstract
The aim of this pilot observational study was to evaluate effect of cognitive rehabilitation training (RehabTr) on cognitive performances in patients with brain tumor-related epilepsy (BTRE) and cognitive disturbances. Medical inclusion criteria: patients (M/F) ≥18 years ≤75 with symptomatic seizures due to primary brain tumors or brain metastases in stable treatment with antiepileptic drugs; previous surgical resection or biopsy; >70 Karnofsky Performance Status; stable oncological disease. Eligible patients recruited from 100 consecutive patients with BTRE at first visit to our Center from 2011 to 2012. All recruited patients were administered battery of neuropsychological tests exploring various cognitive domains. Patients considered to have a neuropsychological deficit were those with at least one test score for a given domain indicative of impairment. Thirty patients out of 100 showed cognitive deficits, and were offered participation in RehabTr, of which 16 accepted (5 low grade glioma, 4 high grade glioma, 2 glioblastoma, 2 meningioma and 3 metastases) and 14 declined for various reasons. The RehabTr consisted of one weekly individual session of 1 h, for a total of 10 weeks, carried out by a trained psychologist. The functions trained were: memory, attention, visuo-spatial functions, language and reasoning by means of Training NeuroPsicologico (TNP®) software. To evaluate the effect of the RehabTr, the same battery of tests was administered directly after cognitive rehabilitation (T1), and at six-month follow-up (T2). Statistical analysis with Student T test for paired data showed that short-term verbal memory, episodic memory, fluency and long term visuo-spatial memory improved immediately after the T1 and remained stable at T2. At final follow-up all patients showed an improvement in at least one domain that had been lower than normal at baseline. Our results demonstrated a positive effect of rehabilitative training at different times, and, for these reasons, should encourage future research in this area with large, randomized clinical trials that evaluate the impact of a cognitive rehabilitation in patients with BTRE and cognitive deficits.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26362046

giovedì 10 settembre 2015

Laboratorio teatrale "Libera Mente Emozionarsi"

Inizia il 16 Settembre presso la sede dell'Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale, il laboratorio teatrale Libera Mente Emozionarsi.


La struttura del laboratorio è stata elaborata in modo da far avanzare i partecipanti su due diversi percorsi paralleli, psicologico riflessivo e teatrale esperienziale che procedendo in sincronia sono finalizzati allo sviluppo delle capacità comunicative, introspettive e alla crescita personale. 
Si faranno esercizi teatrali, si sperimenteranno canali espressivi diversi, si rifletterà sulle emozioni e sulla loro utilità sulla vita e sulla scena, si parlerà di coscienza, dell'impatto delle emozioni nel nostro modo di vedere e vivere il mondo, di consapevolezza e libertà, il tutto sotto la supervisione di uno psicoterapeuta esperto e di un attore professionista.
Il laboratorio, diretto dal dr. Marco Scicchitano e dall'attore e insegnante di teatro Giovanni Scifoni, in collaborazione con l'Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale e il Progetto Pioneer, prevede un incontro a settimana dalle 20.00 alle 22.00 a via Ravenna 24 (zona piazza Bologna), dura quattro mesi ed ha un costo di 60 euro mensili.
La fascia d'età compresa nel laboratorio è 16 - 50 e non ci sono requisiti particolari richiesti, se non la voglia di impegnarsi e la disponibilità a mettersi in gioco.

giovedì 16 luglio 2015

Libro "WEB EDUCATION" di Michela Pensavalli, Maria Scicchitano, Marabella Bruno e Massimiliano Marzocca (a cura del prof. Tonino Cantelmi)


La d.ssa Michela Pensavalli presenta il libro "WEB EDUCATION" (a cura del Prof. Tonino Cantelmi) scritto in collaborazione con la d.ssa Maria Scicchitano, la d.ssa Marabella Bruno e il dr. Massimiliano Marzocca.

Il ibro nasce a seguito del progetto di "Educazione al Web" svolto negli ultimi due anni consecutivi presso l'Istituto San Vincenzo de Paoli di Ravenna ed ha come obiettivo l’approfondimento della tematica della digitalità, al fine di orientare i ragazzi che utilizzano i new media, verso comportamenti adeguati diminuendo così la possibilità che si imbattano in situazioni rischiose, mettendoli nelle condizioni di conoscere le strategie migliori per evitare i pericoli e per riflettere sul potenziamento dei vantaggi di questi mezzi.

Funge da utile strumento anche agli insegnanti in quanto vengono forniti, al termine di ogni capitolo, degli esercizi pratici da svolgere in aula insieme agli alunni che affrontino e approfondiscano le tematiche trattate.

Il libro è consultabile e scaricabile on line accendendo al sito www.itci.it alla pagina Educazione al Web.


mercoledì 15 luglio 2015

Schiavi del sesso. Sesso patologico, eccessi, dipendenza e tecnosex - Tonino Cantelmi & Emiliano Lambiase

"Schiavi del Sesso
Sesso patologico, eccessi, dipendenza e tecnosex"
di Tonino Cantelmi e Emiliano Lambiase.

Dipendenza sessuale: un disturbo fantomatico, spesso utilizzato per giustificare comportamenti e condotte sessuali patologiche. 
Se ne parla tanto, anche troppo e raramente in modo adeguato, nei film, nelle pubblicazioni, nei rotocalchi e, in assenza di una definizione scientifica condivisa sono difficilmente confrontabili teorie, statistiche e approcci terapeutici. 
Scopo del libro è di riportare il focus sul piano scientifico, introducendo alla comprensione del disturbo da ipersessualità attraverso l'uso rigoroso di criteri scientifici chiari e tali da delineare l'estensione, la gravità e le modalità in cui tale patologia può manifestarsi. 
Il disturbo da ipersessualità non è la positiva, piacevole e intensa sessualità e non va nemmeno confuso con la semplice alta frequenza di rapporti sessuali. 
I soggetti affetti da tale disturbo hanno perso il controllo sulla propria capacità di scegliere, divenendo incapaci di gestire il proprio comportamento sessuale. 
Il volume presenta le più recenti scoperte e proposte a livello di definizione, comprensione e terapia, mettendo a disposizione dei professionisti le conoscenze acquisite in anni di studio, ricerca e pratica clinica.


mercoledì 8 luglio 2015

Tecnoliquidità 2015 - Michela Pensavalli

La dottoressa Michela Pensavalli conduce e modera la Twitter Discussion durante il convegno "Tecnoliquidità" del 19 giugno 2015.


lunedì 6 luglio 2015

Tecnoliquidità 2015. Dal robot umano al cane robot: generazione Y.


di Susanna Basile


A volte capita di passare per Roma e partecipare a un convegno (al Teatro Centrale in via Celsa 6, Largo Argentina) interessante, interattivo e istruttivo con tanto di aperitivo e spaghettata con vino siciliano doc. 
Tecnoliquidità 2015. La psicologia ai tempi della digitalmind” dove il liquido ovviamente è lo schermo a cristalli liquidi e la Tecno sta per gli “smartphoneipadiphonsamsungandroid” e quant’altro serve per comunicare in maniera virtuale. 
Il 15 giugno dalle 18.30 alle 22.00 i Wifi erano fuori servizio e l’utilizzo dei metodi alternativi in auge in un teatro gremito da tanta gente: dagli addetti ai lavori agli studenti e alle persone che per una volta hanno deciso di uscire allo scoperto e incontrarsi, parlarsi e comunicare le proprie impressioni, i propri vizi e virtù sull’uso e abuso del digitale. 
Il moderatore, il giornalista Giuseppe Marchetti Tricamo, i relatori, lo psichiatra Tonino CantelmiVincenzo Caretti psicoterapeuta, Luigi Janiri psichiatra, Maria Beatrice Toro psicologa, Marina D’Amato sociologa, ci hanno raccontato dei legami affettivi su web che non hanno un off line e che ci forniscono un quadro di psicopatologia dei nuovi scenari evolutivi, dove il sesto potere dell’homo technologicus la fa da padrone o da schiavo visto che è in arrivo il compagno ideale: il robot umano da compagnia
Ci illustrano con video shock quale sarà il nostro futuro già in atto alle prese con il Tor project, il lato oscuro della rete, la tecno-perversione online grooming Cyber-stalking, cioè la psicopatologia del molestatore assillante che avvia sui vari social networks una serie di strategie degni di un serial killer. 
Senza parlare dei nuovi Human Robot Interaction Social, robot da compagnia gli HRI che indubbiamente scateneranno sindromi da cyber attaccamento affettivo. 
E che dire della nuova “gratificazione social” che ha superato anche la fruizione del porno su web: il reward parla di se e non legge le cose degli altri, crea e progetta un’esperienza per come la si condividerà su web, caratteristica della nuova generazione Y individuata per tutti i nati dal 2000 in poi. 
Tra l’altro la quantità di condivisioni e di like influiscono (come da dimostrazioni scientifiche monitorate) sull’aumento della dopamina, ormone della gratificazione e felicità meglio degli psicofarmaci: e quando nessuno ci condivide o ci mette i like? La depressione profonda! 
Il non esistere su web creerà nuovi circuiti di solitudine anafettiva. 
Ma niente paura se il narcisismo allo stato puro è quello che ci rende ectoplasmi con bisogno d’amore infinito in grado di immaginarci vibrazioni di messaggi inesistenti, la nostra ultima spiaggia resterà sempre il favoloso cane robot prossimamente in vendita nei migliori negozi di animali virtuali. 
E per non essere degli asocial network abbiamo pure avuto una Twitter Discussion con Michela Pensavalli e Michela De Luca
Un’ultima raccomandazione se avete dei figli di generazione Y; non tentate di emularli e fatevi insegnare quello che già scorre nelle loro vene e che compone il loro DNA. È vero che il contatto non può sostituire un robot ma fate in modo che il vostro contatto sia diverso da quello virtuale e portateli a fare una bella passeggiata.

mercoledì 1 luglio 2015

Open Day SCINT - Introduzione al DSM V

Immagine

Il 4 luglio si svolgerà l'Open day della Scint, una giornata volta a far conoscere la Scuola e l'orientamento Cognitivo - Interpersonale a chi è interessato ad intraprendere un nuovo percorso formativo per ottenere la specializzazione in psicoterapia
Ma sarà anche una giornata di formazione dedicata ad introdurre il nuovo DSM V e a presentare il corso dedicato al manuale diagnostico e alle novità apportate previsto per novembre. 
Relatori dell'Open Day il Prof. Tonino Cantelmi, Direttore scientifico SCINT, la Prof.ssa Michela Pensavalli, Didatta SCINT e la Prof.ssa Maria Beatrice Toro, Direttore didattico SCINT.


martedì 9 giugno 2015

Tecnoliquidità 2015 Roma 19 Giugno 18.30 - Teatro Centrale - Corso ECM

Tecnoliquidità - Tonino Cantelmi

Tecnoliquidità 2015

Era il 1997 quando i primi quattro casi italiani di pazienti affetti da dipendenza da internet vennero presentati da Cantelmi in un congresso di psichiatria a Roma.
Da lì l’esplorazione della mente umana e degli effetti su di essa dovuti alla rivoluzione tecnologica e digitale è confluita nel volume Tecnoliquidità e nel convegno del 2012. Il termine tecnoliquidità è un neologismo coniato dallo stesso Cantelmi per indicare “il nuovo scenario naturale che si staglia sullo sfondo dell’umanità postmoderna” e che segna una mutazione antropologica senza precedenti, quella che coinvolge i “nativi” e gli “immigrati” digitali, cittadini del mondo liquido postmoderno di baumaniana memoria e di quella che viene oggi definita “società incessante”.
Una società caratterizzata, secondo la definizione di Cantelmi, dall’abbraccio ineludibile tra il mondo liquido, così come annunciato da Z. Bauman, e la rivoluzione digitale, così come prevista da S. Jobs e da numerosi altri profeti.
Ma la società tecnoliquida è incessante, mutevole e incapace di staccare la spina. Proprio queste caratteristiche hanno spinto il Prof. Tonino Cantelmi a riflettere ancora sulla condizione odierna dell'essere umano e lo farà con il supporto di esperti di diverse displine: il Prof. Giuseppe Marchetti Tricamo - direttore della rivista "Leggere:tutti", giornalista, storico e docente della Sapienza, la Prof.ssa Marina D’Amato - sociologa e docente all'università Roma Tre, il Prof. Luigi Janiri - psichiatra e docente all'Università Cattolica del Sacro Cuore e alla Lumsa di Roma, il Prof. Vincenzo Caretti - psicologo, psicoterapeuta e docente alla Lumsa di Roma e la Prof.ssa Maria Beatrice Toro - psicologa, psicoterapeuta e docente alla Lumsa di Roma. Ci sarà anche un spazio interattivo con la Twitter Discussion condotta dalla Prof.ssa. Michela Pensavalli e dalla dott.ssa Michela De Luca.

Tecnoliquidità 2015 - Tonino Cantelmi


Il convegno è accreditato come corso Ecm per Medici e Psicologi 
Corso ECM: 1959-130312

Crediti: 3
 PARTECIPAZIONE GRATUITA PREVIA ISCRIZIONE

Sede del convegno: Teatro Centrale, Via Celsa 6, (Largo Argentina)
Segreteria Organizzativa: Dott.ssa Giorgia Vinci mail: gvinci@itci.it  
mobile: 3314634451 tel/fax: 0644247115

Come iscriversi:
online sul sito www.toninocantelmi.it, compilando il modulo presente alla fine della pagina (specificare se si richiedono gli ECM). 
Per info e altre modalità di iscrizione contattare la segreteria organizzativa.

Presidente del Comitato Scientifico:
Prof. Tonino Cantelmi


Comitato Scientifico:
Dott.ssa Michela De Luca  - Prof.ssa Michela Pensavalli 
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