Itci - Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale

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Interviste

31 maggio 2020

La dottoressa Michela Pensavalli interviene nella trasmissione "A sua immagine" per comprendere, insieme alla conduttrice Lorena Bianchetti, quanto sia stato difficile per i giovani, affrontare questo periodo di reclusione e di isolamento sociale avvenuto a causa del coronavirus. Una puntata completamente dedicata ai ragazzi e ai giovani, per capire quali sono stati i problemi che hanno affrontato durante la quarantena, ma anche quelle che sono le loro speranze e le tante attività che li hanno visti protagonisti nei momenti più duri e difficili della pandemia.
E' possible rivedere tutta la puntata accedendo a questo link:
https://www.raiplay.it/video/2020/05/a-sua-immagine-f665f0dc-969d-49b8-a8e9-4610faa0b766.html


Gennaio 2020

La dottoressa Michela Pensavalli interviene nella trasmissione "L'italia con voi" di Rai Play per parlare insieme alla conduttrice Monica Marangoni, di shopping compulsivo, per comprendere meglio questo fenomeno e capire come affrontarlo.

2 aprile 2019

La dottoressa Michela Pensavalli interviene insieme a Don Pietro Sigurani, Rettore Basilica di Sant’Eustachio Roma e Catena Fiorello, scrittrice nella trasmissione "Bel tempo si spera" di TV2000 per parlare del veleno della maldicenza e di come le parole possono diventare pericolose.


8 febbraio 2018

La dottoressa Michela Pensavalli interviene ai microfoni di Unomattina durante la trasmissione "Angolo del Cittadino" di Rai1 per parlare di un importante progetto chiamato "Ambasciatori contro il bullismo e il cyberbullismo in tour" che si riferisce ad una campagna itinerante per la sicurezza in rete rivolta a minori, genitori, insegnanti nelle scuole italiane, promossa dal Moige - Movimenti Italiano Genitori, con il patrocinio di Anci, Un Nodo Blu, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Polizia di Stato, Enel e Trend Micro.


2 febbraio 2018

Vita di coppia: quando hobby e passioni fanno litigare - Siamo Noi- Tv2000 - puntata del 02 febbraio 2018



Quante donne quante vorrebbero trascorrere il tempo libero con il proprio uomo e invece hobby e passioni spesso dividono mogli e mariti? 

Nella rubrica dedicata alla bellezza e alle fatiche della vita di coppia interviene la Michela Pensavalli, psicologa e psicoterapeuta, docente presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma.





20 ottobre 2017

Vita di coppia: quando la suocera si intromette - Siamo Noi - Tv2000 - 20 ottobre 


 Cosa succede quando all’interno della coppia c’è una eccessiva presenza dei suoceri? Quali sono le dinamiche che si attivano all’interno della coppia? Rabbia, distacco, sofferenza? In studio, per parlare del critico rapporto con i suoceri, interviene Michela Pensavalli, psicologa e psicoterapeuta.


13 ottobre 2017

Vita di coppia: quando la gelosia mina il rapporto - Siamo noi- Tv2000

Ospite in studio la psicologa e psicoterapeuta Michela Pensavalli. Viene affrontato il tema della GELOSIA in riferimento a situazioni di vita reale e a storie raccontate. La dottoressa spiega quali sono le carattistiche principali di questo aspetto funzionale della nostra personalità ed evidenzia quali sono i campanelli d'allarme da captare quando invece si tratta di gelosia patologica.




30/01/2017

La dottoressa Michela Pensavalli interviene ai microfoni di Radio Radio per parlare insieme ai conduttori delle differenze esistenti tra maschi e femmine sottolineando come tra i due, siano molto diverse le modalità cognitive e comportamentali.

08/05/2016

Essere madri oggi - "A sua immagine" - puntata 8 maggio 2016

Ma cosa vuol dire essere madri oggi in Italia? È facile o è difficile fare figli e mantenerli? Perché le nascite nel nostro Paese sono al minimo storico?

Interviene in studio la dottoressa Michela Pensavalli psicologa e psicoterapeuta per affrontare questo argomento e commentarlo insieme alla conduttrice Lorena Bianchetti sottolineando quanto sia difficile essere madri in questa società post-moderna e tecnoliquida in cui è vige una forma estrema di perfezionismo.
Nella società odierna infatti è difficile impegnarsi in un progetto che sia per sempre poiché le priorità vengono date a tutto ciò che può permettere un’affermazione personale immediata che sia capace di far stare ogni persona al centro dell’attenzione.


13/11/2015

Il fenomeno del Cyberbullismo - intervista Rai Radio 2 a Michela Pensavalli

La dottoressa Michela Pensavalli, psicologa, psicoterapeuta e responsabile del progetto del Moige "#Off4aday", a seguito delle ultime vicende di cronaca sul caso di tentato suicidio a causa del bullismo, spiega ai microfoni di Paola Cortese, come il cyberbullismo sia un fenomeno di emergenza sociale che si verifica sempre più frequentemente negli ultimi tempi e quali sono i segnali importanti e i campanelli di allarme che un genitore deve notare nel comportamento dei propri figli.



13/11/2015

È nato il primo servizio contro il cyberbullismo

E' la solitudine in cui sono immersi molti ragazzi ad essere il primo problema da affrontare: i giovani di oggi passano tantissimo tempo da soli, davanti a cellulare, pc o tablet.
E' importante dunque che i genitori si interessino ai contatti social dei figli, parlino con loro del problema facendogli capire che non sono loro a doversi vergognare e che denunciare il fatto è il primo grande passo per riuscire a risolverlo. 
La dottoressa Michela Pensavalli ne parla con Silvia Calvi, giornalista di Donna Moderna.

Si chiama #off4aday il primo servizio italiano di supporto alle vittime del cyber-bullismo creato dal Moige (Movimento italiano genitori) e da Samsung in collaborazione con la Polizia di Stato
di Silvia Calvi

Da oggi, chi subisce molestie via web in qualsiasi momento del giorno o della notte può scrivere un sms o lasciare un messaggio vocale al numero 393.300.90.90, oppure scrivere all'indirizzo e-mail help@off4aday.it.
CHI RISPONDE AI RAGAZZI  «A ricevere l’appello e dare aiuto c’è un team di psicologi presenti da lunedì a sabato dalle 14 alle 20» spiega Elisabetta Scala, presidente del Moige. «Insomma, si tratta di servizio concreto per cercare di arginare un fenomeno preoccupante, che riguarda ragazzini sempre più giovani. Una recente indagine della Società Italiana di Pediatria sulle abitudini e gli stili di vita degli adolescenti dice che il 31% dei tredicenni (35% ragazze) ha subito atti di cyber-bullismo e il 56% dice di avere amici che lo hanno subito. Ma al nostro numero, in un solo mese, si sono rivolti 1.260 ragazzi dai 10 ai 14 anni e siamo riusciti  a far segnalare ben 588 cyberbulli. Insomma, il fenomeno riguarda anche i ragazzini di quinta elementare».
UN LAVORO CAPILLARE NELLE SCUOLE  Oltre al servizio di ascolto, il progetto Moige comprende anche un fitto calendario di incontri in 2.000 Scuole secondarie di primo e secondo grado, in collaborazione con gli esperti della Polizia Postale. «Ci siamo resi conto che i ragazzi sono disinformati» continua Elisabetta Scala. «La gran parte di loro (e dei loro genitori) per esempio, non sa che ingiuriare qualcuno sul web, postare video di atti di bullismo (come è accaduto al ragazzino down costretto a cantare e filmato dai compagni), mandare messaggi sotto falsa identità e così via, sono reati da Codice Penale. E in Parlamento sarà discussa una proposta di legge per inasprire ulteriormente le pene perché, come insegnano i casi di cronaca, un adolescente sotto attacco può andare nel panico e arrivare a togliersi la vita per la vergogna. È importante che anche le famiglie lo sappiano e parlino con i ragazzi della gravità di questi reati: i loro figli sembrano non rendersene minimamente conto».
COSA C’È DIETRO AL PROBLEMA  Ma cosa spinge dei ragazzini a prendere di mira un coetaneo fino alla violenza psicologica? «L’anonimato è già un incoraggiamento: vittima e carnefice non si guardano in faccia, la violenza si consuma nel mondo asettico e virtuale di un computer, così sembra quasi un gioco» spiega Michela Pensavalli, psicologa, psicoterapeuta e responsabile del servizio telefonico off4aday.  «Poi c’è la solitudine in cui sono immersi molti ragazzini: dopo la scuola passano tantissimo tempo da soli, davanti a cellulare pc o tablet».
AIUTARLI A DENUNCIARE  C’è poi l’altra faccia del problema: il silenzio delle vittime. « I ragazzini, in molti casi, se vengono aggrediti da un cyberbullo, si vergognano e non ne parlano né con i genitori né con i fratelli maggiori» spiega Michela Pensavalli. «E quando, rispondendo alle loro richieste d’aiuto, chiediamo di poter parlare noi direttamente con gli adulti di casa, riceviamo un fermo rifiuto. E, allora, faccio un appello ai genitori: fate voi il primo passo, interessatevi ai contatti social dei figli, parlate di questo problema e fate loro capire che, se c’è un problema, non sono loro a doversi vergognare». Perché un cyberbullo è un ragazzo come i nostri figli. Ma con un problema in più.

22/10/2015

#Off4aDay: che cos’è e come si combatte il cyber-bullismo

Parlare di cyber-bullismo non è semplice come potrebbe sembrare. Perché si tratta di un fenomeno che può colpire sia gli adulti sia i bambini, e soprattutto quando a essere coinvolti sono i più piccoli si rischia di non affrontare il problema nella misura e nel modo corretti. “Per questo è importante parlarne con chi può fornire un aiuto concreto”. A parlare è la dottoressa Michela Pensavalli, che presenta l’iniziativa #Off4aDay: uno sforzo congiunto di Moige e Samsung per combattere il cyber-bullismo, attraverso l’attivazione di una linea telefonica (393/300.90.90) e di una casella mail(help@off4aday.it) attraverso cui mettersi in contatto con esperti in materia.
“I modi in cui si può essere bullizzati su internet sono molteplici – spiega la psicologa -. C’è chi riceve in continuazione insulti e minacce da parte di una singola persona o da un gruppo di utenti, anche sul cellulare o via mail, chi viene denigrato attraverso la pubblicazione di foto o di informazioni più o meno vere, chi vede la propria identità sui social rubata da qualche sconosciuto.
Sono problemi che possono diventare anche molto seri, e che riguardano o hanno riguardato in qualche modo quasi un terzo dei ragazzi di oggi”. Già, problemi seri, di cui però a volte è difficile parlare in famiglia. Perché i genitori, spesso, non comprendono appieno le dinamiche sociali legate al web, e quindi faticano a proporre soluzioni idonee. Cancellarsi da ogni social o smettere di frequentare certi siti, per esempio, è pressoché inutile.
“Su internet il tam tam è veloce, e la rimozione totale di un contenuto, che sia una semplice frase, una foto o un video, è praticamente impossibile – continua la dottoressa Pensavalli -. Molte volte i ragazzi si sentono imbarazzati a rivolgersi ai propri genitori, o hanno addirittura paura. Paura di una vittimizzazione eccessiva, che potrebbe per esempio portare un genitore a pretendere la cancellazione del figlio da Facebook e affini, o addirittura di una colpevolizzazione, al grido di “te la sei cercata”. E allora decidono di non dire nulla, e di continuare a subire in silenzio”.
Un genitore, però, può e deve accorgersene. “Se nostro figlio dà segnali di irascibilità, inizia a soffrire di insonnia o accusa un drastico peggioramento a scuola, dobbiamo capire che qualcosa non sta procedendo al meglio – suggerisce la psicologa -, e dunque indagare. Con discrezione, sia chiaro. Per esempio, è possibile monitorare la sua attività su internet, magari condividendo lo spazio in cui viene utilizzato il computer. Attenzione, però, all’uso dei social: diventare “amici” virtuali del proprio figlio potrebbe creare confusione nel rapporto, che deve sempre e comunque rimanere quello tra un adulto responsabile e un ragazzino”.
Per il resto, anche grazie alle nuove linee abilitate vedi Off4aDay, è sempre meglio rivolgersi a un esperto. “Il servizio consente di consultare una serie di professionisti, dal terapeuta alla Polizia Postale – conclude la dottoressa -. Queste persone potranno aiutare nella definizione del problema: partendo dal capire se quello in cui si è incappati è effettivamente un caso di cyber-bullismo, fino ad eventuali azioni legali”.

19/05/2015

Creare e vivere le relazioni sui social network: la D.ssa Michela Pensavalli - Psicologa Psicoterapeuta, intervistata da Alessio Jacona, famoso giornalista e conduttore del programma LifeApp in onda su La3tv, spiega quali sono i pro e contro delle relazione vissute nell'era della tecnoliquidità. 
E' necessario porre grande attenzione all'eccessivo narcisismo, al desiderio di onnipotenza e di controllo, alla velocità con cui si instaurano e disfano i rapporti.










14/03/2015

I giovani e le ragioni di una "filosofia" di vita - intervista "A sua immagine" - marzo 2015



28/01/2015

La psicologa: padri assenti, ma madri ansiose e ingerenti - intervista Radio Vaticana del 28/01/2015



14/12/2014

Il Natale in tempo di crisi - "A sua Immagine" Rai 1 - intervento del 14 dicembre 2014

A dieci giorni dalla vigilia di Natale, A Sua Immagine si chiede come sarà il Natale degli italiani? Di fronte a una crisi economica che non sembra arrestarsi, il Natale è un ricordo che evoca buoni sentimenti o è una notizia capace di incidere nella vita reale? E ancora cosa dice il Natale a chi è in attesa di un lavoro, di un futuro migliore, di poter costruire una famiglia?
Interviene in studio la dottoressa Michela Pensavalli per affrontare questo argomento e commentarlo insieme alla conduttrice Lorena Bianchetti.

Puoi visualizzare il video completo cliccando qui:
e anche qui:


15/09/2014

Il cyberbullismo nell'era tecnoliquida - intervista Valore Mamma settembre 2014

Dopo gli ultimi fatti di cronaca accaduti in Italia e nel mondo, è utile e fondamentale rendere comprensibili i meccanismi di questo pericoloso fenomeno che si sta sviluppando sempre di più tra i giovani di oggi. 
Nell'articolo (distribuito dalla rivista Valore Mamma: novità editoriale nata nell'ambito dell'Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum) la dottoressa Michela Pensavallispiega in particolare come si manifesta questo fenomeno, chi è il cyberbullo, come si comporta e come agisce e viene suggerita la modalità di intervento in situazioni di cyberbullismo che possono essere vissuti in prima persona o per capire come aiutare chi la sta vivendo.



16/09/2014

Giornata mondiale per la prevenzione dei suicidi - Intervista Radio Vaticana

In occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio (10-11 settembre), l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha promosso una serie di iniziative per riflettere su un fenomeno sempre più drammatico nella società contemporanea: ogni anno, afferma l’Oms, un milione di persone si tolgono la vita. Il suicidio è un problema complesso e poco trattato e colpisce sempre più giovani che vanno dai 15 ai 34 anni. 
Martina Boccalini ne ha parlato con la psicoterapeuta Michela Pensavalli:



22/05/2014

Teenager esibizionisti sui social: otto consigli utili

Una foto, un clic e vai in rete. Con il rischio di un'eterna figuraccia, o peggio. Il caso di Willow Smith mette in allarme i genitori. I consigli di una psicologa, in 8 punti. Le immagini dello scandalo.


E se Willow Smith fosse vostra figlia, una stupidina tredicenne che si fa fotografare sul letto sfatto insieme all'amico del fratello maggiore? E se poi l'incosciente pubblicasse su Instagram la foto? Certo l'immagine della vostra pargola non diventerebbe virale e l'interesse si esaurirebbe subito, almeno si spera. Ma la vostra rezione sarebbe forse un po' più incisiva (immagino: un paio di sonori schiaffoni) di quella di Will Smith e signora.

Ma il punto è: che fare con gli adolescenti esibizionisti? E soprattutto: come limitare i danni? L'abbiamo chiesto alla psicologa Michela Pensavalli. Che si è messa nei panni di noi genitori.

A monte di tutto: servono regole. Facile a dirsi, ma il problema di oggi è che i genitori sono intermittenti, danno regole che loro stessi per primi contraddicono nei fatti. Sei promosso? Ti meriti uno smartphone. Prendi una nota? Ti sequestro lo stesso smartphone. Il messaggio alla fine diventa ambiguo, l'adolescente si confonde. Va detto, a parziale scusante delle debolezze adulte, che l'intermittenza è tipica della nostra società postmoderna. Si fa e si disfa in un attimo.

2 Imparate a usare internet e i social media come i vostri figli. O almeno provateci. Loro sono nativi digitali, voi solo immigrati digitali. Però se non avete gli stessi strumenti, la partita sarà più dura. Fatevi aiutare da loro.

3 Recuperate la relazione. Anche questo, va detto, andrebbe fatto prima. Oggi i genitori sono troppo invadenti, si sostituiscono ai figli senza capirli. Quel che è peggio, non accettano che non rispecchino i loro sogni. Non li capiscono, punto. Il risultato sono le brutte sorprese: spesso gli adolescenti producono in rete un'immagine di sé che mamma e papà non si aspettano. I poveretti non riconoscono la loro creatura. L'identità online è diversa da quella offline, almeno per gli sconcertati adulti . Invece bisogna riunirle, o almeno farsene una ragione.

Discutete insieme su che fine fa una foto postata. I ragazzi non riescono proprio a capire che quando una foto, un testo o un video sono online, non tornano più indietro. Se hanno partecipato a quel giochino pericoloso che ha spopolato un mesetto fa - necknominate - dove dovevano farsi riprendere mentre bevevano un boccale di birra (nella migliore delle ipotesi), l'immagine di loro sbronzi verrà ritirata fuori da qualche capo del personale, tra qualche anno. Prendete a esempio proprio la vicenda di Willow Smith: la foto sul letto è stata subito cancellata dal profilo Facebook di Moises Aires, ma intanto aveva fatto il giro del mondo.

5 Osservate il comportamento dei vostri figli. L'eccessiva connessione si sposa a irascibilità, peggiore rendimento a scuola, stress psicofisico. State in campana.

Recuperate la narrazione. Oggi i media ci hanno abituato alla velocità della comunicazione, all'emozione istantanea, alle lacrime in diretta. Quel che si è perso, invece, è il momento della riflessione, quindi della narrazione. Fatelo con i vostri ragazzi. Vi sorprenderete, questa volta in meglio.

Vigilate sull'empatia. La relazione attraverso i social è effimera, cercate di capire piuttosto come sono i vostri figli offline. Condividono empatia con i coetanei? O i rapporti sociali si esauriscono in un clic?

Fategli fare sport, meglio se di squadra. Aiuta molto a restare nella realtà, allontana - almeno per un po' - dalla lucetta del video.


07/04/2014

                         Vacanze preadottive in Italia si discute sui "pro" e i "contro" 
                                                       Intervista del 7 aprile 2014

Una vacanza con gli adottandi prima dell’adozione? Stanno per partire anche in Italia le cosiddette “vacanze preadottive”, promosse dall’Associazione Amici dei bambini (Aibi). Cinque famiglie dichiarate idonee all’adozione, a partire dal prossimo mese di agosto, ospiteranno alcuni giovanissimi colombiani per tre settimane. Le vacanze preadottive riguarderanno bambini adottabili di età superiore ai 10 anni, di età inferiore ai 10 anni ma con particolari bisogni psicofisici o fratelli in cui almeno uno dei bambini abbia più di 10 anni.

Perché e come. “Siamo di fronte a un male enorme, quello dell’abbandono, e dobbiamo fare di tutto per risolverlo”. A spiegare la proposta sul sito dell’Associazione è Marco Griffini, presidente di AiBi. “Ci sono tantissimi bambini in istituto, già grandicelli, che nessuno chiede, nessuno vuole. Vogliamo impegnarci a trovare una famiglia anche per loro? Vogliamo almeno provarci o siamo convinti che ci si può solo rassegnare a lasciarli diventare adulti da soli?”. Per questo, l’Aibi ha deciso di realizzare un percorso per i genitori. Le coppie che aderiscono vengono accompagnate in tutte le fasi del programma, in un percorso che prevede incontri e colloqui formativi con le coppie italiane, condotti da psicologi, per affrontare la gestione della relazione e dell’affettività. I bambini, invece, verranno preparati con un programma in dieci step, a cura dell’Instituto colombiano bienestar familiar (Icbf). Al termine delle vacanze cosa succede? Le famiglie possono manifestare la volontà di proseguire con l’adozione. Nel caso in cui, invece, non vogliano accogliere definitivamente il bambino come figlio, la coppia ospitante resterà comunque un referente amicale e affettivo, “a distanza”, per il minore, impegnandosi a mantenere i contatti con lui, informandosi sulla sua vita e sui suoi sviluppi. 

Dibattito aperto. “Queste vacanze, che creeranno nei bambini forti speranze e illusioni, pongono tanti interrogativi che riguardano soprattutto le conseguenze difficilmente riparabili derivanti dal fallimento del possibile ‘abbinamento’”. A sollevare perplessità, in una lettera aperta, è Donata Nova Micucci, presidente dell’Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie (Anfaa), per la quale “questi bambini, che attraverseranno l’oceano per passare ‘tre settimane di vacanza’ con una famiglia in Italia, saranno ben consapevoli delle reali finalità di questa iniziativa, che inevitabilmente creerà in loro forti aspettative”. Per l’Anfaa sono diversi i motivi di criticità della proposta, per la quale si dicono “allibiti” quando riflettono sui casi in cui la coppia, al termine della vacanza, decida di non tenere il bambino. “Come può vivere il bambino questa esperienza su cui ha posto tante aspettative? Come potrà superare questa ennesima frustrazione e accettare di essere un bambino che può andar bene sì per una vacanza, ma non per essere accolto e amato per sempre?”. Non è dello stesso parere Michela Pensavalli, psicologa e psicoterapeuta, ricercatrice presso l’Istituto di terapia cognitivo interpersonale (Itci), che ricorda come nelle vacanze preadottive “non si può pronunciare la parola ‘adozione’, e, per quanto i bambini siano molto sensibili alle figure surrogate, l’esperienza, se non vi sono aspettative, può rivelarsi anche una parentesi felice. Tanto più che le statistiche dicono che l’80% delle coppie alla fine sceglie di adottare”. Favorevole alle “vacanze”, Pensavalli le stima come una “bella novità”, “un modo per ovviare alla grandissima difficoltà di accoppiamento tra adottanti e adottandi. Certo - prosegue - bisogna agire con molta prudenza, soprattutto approfondire sulle fasi di start up, valutando il livello di attitudine alla genitorialità sia attraverso il parere dello psicologo che ascoltando i genitori, le loro paure, il loro rischio di inadeguatezza e incapacità che spesso manifestano”. Di prudenza parla anche Fabrizio Azzolini, presidente dell’Associazione genitori (Age), tutore dei minori nella regione Veneto. È favorevole alle “vacanze”, a patto che “vengano fatte secondo una certa idoneità. Non basta l’idoneità riconosciuta ai genitori, ma occorre passare dall’ufficio tutela minori perché dichiari l’idoneità contestuale quasi attuale, degli adottanti. In certe famiglie possono sopraggiungere problemi, soprattutto unionali, come la separazione, che poi recano problemi anche ai bambini”. L’Anfaa, invece, tra le altre cose, propone all’Aibi di servirsi del “sostegno attento e continuativo da parte dei Servizi socio assistenziali e sanitari” allo scopo di tutelare il minore. Il dibattito è aperto: le vacanze preadottive sono da temperare?


27/03/2014

Buongiorno Regione Lazio - I professionisti nella crisi - Intervista del 27 marzo 2014


Licenziamenti e crisi industriale. 
Un argomento che non riguarda solo operai e tecnici specializzati ma anche diversi professionisti e dirigenti. 
La dottoressa Michela Pensavalli, intervistata dalla giornalista Antonella Pallante, affronta e commenta questo delicato e importante argomento.


15/03/2014

Michela Pensavalli ospite di TGtg - Telegiornali a confronto - 15/03/2014

La dottoressa Michela Pensavalli, interviene come ospite a Tgtg - Telegiornali a confronto per commentare e approfondire insieme a Donatello Vaccarelli, le principali notizie di cronaca italiana e mondiale della giornata.




16/02/2014

La gioia del SI per sempre - "A sua Immagine" del 16 febbraio 2014 - Rai 1


La dottoressa Michela Pensavalli partecipa domenica 16 febbraio 2014 alla trasmissione di Rai 1 "A sua immagine" per affrontare, insieme alla conduttrice Lorena Bianchetti, il tema del "SI per sempre" e del fidanzamento al giorno di oggi. 
I sentimenti e la costruzione di relazioni fondate su verità, responsabilità, accoglienza e ascolto dell’altro, sono ancora possibili o spaventano?Nell’epoca dell’usa e getta dei sentimenti, spesso il termine fidanzamento è percepito come qualcosa di antico e “troppo impegnativo”. A questa società, a volte, non piace fare le cose sul serio perché le priorità vengono date a tutto ciò che può permettere un’affermazione personale capace di far stare al centro dell’attenzione. Il fidanzamento, però, è tempo speciale, è un percorso da vivere con intensità e responsabilità.


11/02/2014

Telepace - Intervista radiofonica dell' 11 febbraio 2014

La dottoressa Michela Pensavalli, insieme ai conduttori della tramissione "Doppia Corsia" in onda radiofonicamente sul canale Telepace, affronta, nella giornata del "Safe Internet Day 2014"  il tema della sicurezza in Internet commentando gli ultimi dati emersi dalla recente indagine effettuata da IPSO per "Save the Children".



04/02/2014

I compiti a casa? Roba da genitori
Intervista "il Secolo XIX" - 4 febbraio 2014

Educazione e confusione dei ruoli. 
Sempre più spesso mamme e papà studiano al posto dei figli.
La dottoressa Michela Pensavalli affronta insieme a Irene Pugliese, giornalista del quotidiano "Il Secolo XIX" questo tema spiegando come questo comportamento possa essere disastroso per l'autonomia e l'autostima dei bambini.


25/01/2014

Michela Pensavalli ospite di TGtg - Telegiornali a confronto - 25/01/2014

La dottoressa Michela Pensavalli, interviene come ospite a Tgtg - Telegiornali a confronto per commentare e approfondire insieme a Donatello Vaccarelli, le principali notizie di cronaca italiana e mondiale della giornata.

17/01/2014

Nati con il tablet in mano

Intervista ViverSani e belli del 17/01/2014

Sono i mobile born, bambini che sanno smanettare prima di parlare.
L'interattività di questi mezzi ha modificato l'intelligenza delle nuove generazioni.
Ma attenzione ai rischi!!

Ne parlano gli esperti: il prof. Tonino Cantelmi, psichiatra e professore di Psicologia dello sviluppo all'università Lumsa di Roma e la d.ssa Michela Pensavalli, psicologa e psicoterapeuta, docente invitata presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo Interpersonale ScInt di Roma nell'intervista rilasciata al settimanale "Viversani e belli" de 17 gennaio 2014.

 

24/10/2013

Morte e decapitazioni, Facebook ammette i video violenti

Intervista SkyTg24 insieme a Helga Cossu

Facebook, l'azienda di Mark Zuckerberg decide, nell'incredulità di tutti, di ammettere sul suo social network immagini e video contenenti episodi di violenza, rappresentazioni di torture, decapitazioni, esecuzioni, atti di terrorismo, giustificandosi nel fatto che a volte attraverso la condivisione è possibile contrastare e condannare la violenza.

La dottoressa Michela Pensavalli, intervistata da Helga Cossu di SkyTg24, sottolinea come questa decisione sia pericolosa per le conseguenze emotive e di emulazione da parte dei numerosi bambini, anche minorenni, che accedono al social network e che visualizzano questi filmati.



05/10/2013

BULLI NELLA RETE - intervista Skytg 24 del 5 ottobre 2013

La dottoressa Michela Pensavalli, intervistata da Helga Cossu di SkyTg24, affronta il tema del bullismo e delcyberbullismo

Dopo gli ultimi fatti di cronaca accaduti in Italia e nel mondo, è utile e fondamentale rendere comprensibili i meccanismi di questo pericoloso fenomeno che si sta sviluppando sempre di più tra i giovani di oggi. 

L'intervista spiega in particolare chi è un bullo, come si comporta e come agisce e attraverso i consigli degli esperti, viene suggerita la modalità di intervento in situazioni di bullismo che possono essere vissuti in prima persona o per capire come aiutare chi la sta vivendo.

(fonte video: skytg24)



08/11/2012

La dottoressa Michela Pensavalli interviene al convegno "SAFE SOCIAL MEDIA - TECNONAVIGAZIONE PROTETTA" svolto a Rimini l'8/11/2012.

Come navigare sicuri e districarsi nel mondo della società liquida?
Occasione imprendibile per genitori ed educatori per parlare di come proteggersi dalle insidie della rete. 
Con il professor Tonino Cantelmi e la dottoressa Michela Pensavalli e la dottoressa Maria Beatrice Toro.
I massimi esperti  del settore, presentano le loro ricerche e il progetto Dafne realizzato in collaborazione con la Fondazione Enaip Zavatta di Rimini.








04/01/2013

La dottoressa Michela Pensavalli interviene a Radio 24 per approfondire il tema dei "nativi digitali" e per spiegare come questa nuova generazione tecnoliquida affronterà le prossime campagne elettorali in seguito al massiccio utilizzo degli strumenti di comunicazione virtuali più usati dai giovani di oggi: Twitter e Facebook.



24/10/2012

Come affrontare una separazione - intervista tv2000 

In studio la psicologa e psicoterapeuta Michela Pensavalli affronta il tema della separazione nelle coppie, sottolineando quanto sia difficile superare la sofferenza e il dolore del "lutto" per la perdita della persona amata ma come sia poi indispensabile riscrivere la propria storia di vita guardando al futuro.


24/09/2012

Il lieto fine - Intervista tv2000 

La psicologa e psicoterapeuta Michela Pensavalli interviene durante il programma “Nel cuore dei giorni” dove si affronta il tema del "lieto fine" nella vita. Viene sottolineata l’importanza della “capacità rigenerativa” che ogni persona può ritrovare in se stessa. E' inoltre "fondamentale il concetto di rete e di solidarietà”. Esempio benefico è la presenza della famiglia e delle persone a cui si è legati.




20/09/2012

Intervista sul settimanale "Nuovo" 
20 settembre 2012

Le amicizie fanno bene alla salute.

La psicologa e psicoterapeuta Michela Pensavalli sottolinea l'importanza di coltivare nuove amicizie   evidenziando quanto ciò sia indispensabile per il proprio equilibrio interiore.
Ma "per farsi nuovi amici bisogna avere il coraggio di mettersi in discussione, senza nascondere i propri difetti".
In un epoca frenetica, veloce e virtuale difficilmente ci soffermiamo a capire le nostre emozioni.





20/06/2012

Mamma e lavoratrice: come si fa? - Intervista Tv2000

Si parla di congedi parentali e di quanto sia difficile nell'epoca liquida e contemporanea riuscire a conciliare lavoro e famiglia. In studio la dottoressa Michela Pensavalli offre spunti di riflessioni su tale tematica.
 



06/06/2012

Nonni e nipoti - Intervista Tv2000

Quanto è importante il rapporto tra nonni e nipoti? Come è cambiata la figura del nonno nella società post moderna di oggi? In studio la dottoressa Michela Pensavalli affronta questo tema. 



01/06/2012

La famiglia - intervista Tv2000

La psicologa e psicoterapeuta Michela Pensavalli interviene in studio per parlare di famgilia in attesa dell'inizio del VII incontro mondiale delle famiglie che si tiene a Milano. 



26/05/2012

Intervista Radio Vaticana - Le relazioni ai tempi di Internet

La dottoressa Pensavalli spiega come cambiano le relazioni interpersonali con l'introduzione di Internet e attraverso l'utilizzo delle tecno mediazioni.



28/05/2012
Giovani: Con le nuove tecnologie relazioni meno empatiche
L'invito a riscoprire la bellezza di «guardarsi negli occhi» nel corso del convegno "Clikk@more", promosso dall'Ufficio diocesano per la pastorale giovanile e dall'Itci di Cantelmi di Nicolò Maria Iannello

Amore e sentimenti sempre più superficiali, nell’era di Internet.. Ha lanciato l’allarme sabato scorso (26 maggio), nel palazzo del Vicariato, il convegno "Clikk@more" promosso dall’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile e dall’Istituto di terapia cognitivo interpersonale (Itci), guidato da Tonino Cantelmi, psichiatra, il primo in Italia a occuparsi dell’impatto delle tecnologie digitali sulla mente e di “dipendenza da Internet”. Al tavolo dei relatori, insieme a don Maurizio Mirilli, direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile, Maria Beatrice Toro e Michela Pensavalli, psicologhe e psicoterapeute, ricercatrici presso l’Itci, che hanno discusso intorno ad alcuni concetti divulgati da Cantelmi negli ultimi anni.

Idee e teorie introdotte dall’esperto in un video: «L’uomo tra 10 anni sarà più depresso e dipenderà da nuovi paradisi, come la tecnologia, il sesso, il gioco». Un grave rischio, in particolare, deriva dal ricorso alle tecnologie per stringere relazioni umane ed è rintracciabile nella «dissociazione fra le emozioni che rappresentiamo nella rete e quelle che viviamo nella realtà». E questa è solo una delle possibili conseguenze della tecno-mediazione dei rapporti, insieme alle trasformazioni subite dal nostro cervello che «diventa sempre meno empatico e meno simbolico». Per questo, ha precisato Cantelmi, «le tecnologie sono un mondo che dobbiamo imparare ad abitare» per essere ancora in grado «guardarci negli occhi».

A partire da questi temi e sulla scia del pensiero del sociologo polacco Zygmunt Bauman, Maria Beatrice Toro, psicoterapeuta dell’infanzia, ha parlato di «famiglia liquida», indagando nello specifico il legame genitore-figlio: «Oggi sono in crisi sia i bambini, nei quali aumentano i disturbi mentali e del comportamento, sia i genitori che hanno difficoltà a prendersi cura dei figli». Tracciando quindi un profilo della famiglia post-moderna, la ricercatrice ha evidenziato un capovolgimento dei ruoli dato che «non sono più i figli ad avere bisogno dei genitori ma il padre e la madre ad avere bisogno dei bambini per appagare il loro benessere emotivo». Così crescono «figli che sentono sulle spalle le aspettative degli adulti» e si delineano genitori «“adultescenti”, cioè che non maturano una volta per tutte».

Presentando la sua esperienza di psicoterapia per adulti,Michela Pensavalli, invece, ha spiegato che i giovani di oggi hanno grandi «difficoltà a riconoscere e a descrivere le emozioni» a causa dei nuovi media che li abituano a «un linguaggio povero e non consentono loro di entrare fino in fondo in una relazione». E oggi che «le tecnologie sono un’estensione di noi stessi», molti altri sono i cambiamenti di natura antropologica da segnalare, secondo la studiosa, come «l’incapacità di avere una storia duratura, la diffusione di nuovi costumi sessuali, la tendenza ad avere relazioni ambigue o a non accettare i limiti di noi stessi e delle persone che amiamo».

Ma quale amore conta oggi? È la domanda rilanciata da don Mirilli in conclusione dei lavori. Un interrogativo che «esige un’unica risposta» in un tempo in cui «è facile con un click dire “mi piace” o “non mi piace” e si vive sull’onda delle sensazioni». L’amore autentico, ha ribadito con forza il presbitero, è quello «oblativo, che si offre, costruisce e progetta e sa fare delle rinunce». Un amore che va testimoniato ai giovani. Dai genitori innanzitutto, «che devono fare vivere ai figli l’esperienza di un amore grande».




25/05/2012



notizia del 25/05/2012 12.05.12

Come cambia il modo di amare nel tempo delle nuove tecnologie: convegno al Vicariato di Roma
Domani mattina, il Vicariato di Roma ospiterà il convegno “Clikk@more”, un insieme di riflessioni sui sentimenti al tempo della rete. Ad aprire i lavori sarà il professor Tonino Cantelmi, presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici e dell’Istituto di terapia cognitivo interpersonale, organizzatore dell’evento. Obiettivo degli interventi in programma, tra cui quello di don Maurizio Mirilli, direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile, che ha promosso il convegno, è di offrire spunti sull’impatto che le nuove tecnologie hanno sul modo di concepire l’amore e i rapporti fra persone. Sarà presente anche la dott.ssa Maria Beatrice Toro, che parlerà di legami familiari liquidi e loro effetti sull’infanzia. Sul tema dell’appuntamento, Gina Maradei ha intervistato la dott.ssa Michela Pensavalli, psicologa e psicoterapeuta:RealAudioMP3

R. – Il convegno nasce come un momento di riflessione. E’ una sfida a capire se oggi è possibile potersi rilanciare in relazioni affettive stabili e durature e non in relazioni che durino poco tempo e che siano prevalentemente tecno-mediate.

D. - “Scusa se non ti chiamo più amore” è, oltre al tema del suo intervento, il titolo del libro che lei ha scritto insieme al prof. Cantelmi. Cosa significa?

R. – E’ un libro che rappresenta una sorta di piccolo vademecum alla comprensione del nostro modo di amare. Noi abbiamo uno specifico stile affettivo, così li abbiamo chiamati; stile affettivo fobico, stile affettivo depressivo o abbandonico, stile affettivo perfezionistico, che può essere anche di tipo ossessivo. Quindi, riconoscendo il nostro modo di amare, a partire dalle nostre prime relazioni con i genitori e con le figure significative, possiamo capire i nostri intralci per amare qualcuno autenticamente, dove è possibile migliorarci e verso quale direzione possiamo andare per far funzionare meglio le relazioni di coppia.

D. – Al tempo di Internet chi è, principalmente, che si rifugia negli amori virtuali?

R. – Sono persone che prevalentemente hanno difficoltà nella "vita off line" ad avere relazioni paritarie e soddisfacenti. Il "retomane" può esserlo "per azione" e, quindi, le classiche persone che adescano attraverso la Rete qualcuno e quindi sono spesso malintenzionati, o intenzionati per fini commerciali, ad esempio; oppure le persone retomani per fuga, quelle persone che vivono una dimensione affettiva insoddisfacente e che quindi compensano all’interno del mondo tecno-mediato quello che manca nella loro vita reale e queste sono le persone verso cui prevalentemente noi rivolgiamo l’attenzione nei nostri studi psicoterapeutici.

D. – Oggi perché non ci si sofferma più sulle proprie emozioni, è solo questione di ritmi frenetici che la vita ci impone?

R. - Abbiamo difficoltà ad emozionarci perché le emozioni sono troppo a portata di mano e paradossalmente c'è questo viverle senza mediazioni, senza sforzo, senza mediazioni dovute alla nostra intenzionalità, cioè il mettere la testa, il cuore, il rischio, il pericolo di sporcarsi le mani in una relazione dove l’altro ci stia ad osservare. Questo non è così semplice oggigiorno; c’è molta confusione e la tecno-mediazione, cioè il computer, la digitalità, il cellulare sono tutti mezzi per agevolare la relazione ma in realtà creano anche parecchi equivoci e non è così facile poi sentire l’autenticità dall’altra parte dello schermo.

D. - Cosa c’è bisogno di riscoprire, allora?

R. – Sicuramente c’è bisogno di avere coraggio, avere coraggio di entrare e di stare nel conflitto, avere coraggio di rinunciare agli schemi di perfezione che viviamo oggi, avere coraggio di essere testimoni autentici per i nostri figli e quindi abbandonare anche gli schemi troppo lontani da noi di una perfezione che non riusciamo poi a portare avanti giorno dopo giorno; quindi essere ogni giorno un po’ più vicini alla verità di ciò che noi siamo davvero dentro, anche mostrando i nostri difetti, che sono perlopiù le cose che spesso invece mettiamo a tacere in una forma di narcisismo sfrenato che esalta solo e soprattutto gli aspetti positivi che ognuno di noi ha.

Perchè un convegno sull'amore e sull'affettività ai tempi di internet?

Perché un convegno sul tema dell’amore e dell'affettività?
Dott. Michela Pensavalli: In un'epoca liquida in cui i rapporti sono veloci, frenetici e virtuali difficilmente ci soffermiamo a capire le nostre emozioni e i nostri sentimenti. Il convegno affronta la tematica dell’amore in tempi di liquidità mediatica, spiegando come funzionano i meccanismi di questa nuova realtà, offrendo spunti di riflessione per capire come è cambiato l’ Amore in seguito all’introduzione di Internet, dal punto di vista comunicativo, comportamentale e sociale.

L’amore è al centro dell’attenzione di molti. O Ci sono persone che lo cercano e persone che soffrono per amore. Dove è possibile trovare aiuto?, giacché nel campo psicologico ci sono tante scuole diverse, e magari alcune che non aiutanob veramente a trovare la giusta soluzione?

Dott. Michela Pensavalli: Ad oggi la psicoterapie più accreditate sembrano essere quelle cognitiviste. La Psicoterapia Cognitivo Interpersonale, in particolare, rappresenta un approccio integrato in quanto affronta l’esigenza clinica di trattare i pazienti con problemi relazionali. Lo svolgimento dell’iter di psicoterapia, prevede la costruzione di un clima collaborativo col paziente, laddove egli è visto come il principale esperto di se stesso e dei suoi disturbi, mentre il terapeuta è il principale esperto delle strategie e delle tecniche per risolverli. Terapeuta e paziente costruiscono il setting di esplorazione e conoscenza delle dinamiche profonde che si vanno esprimendo anche nel contesto della relazione terapeutica.

Secondo lei, quando è che una persona deve chiedere aiuto psicologico nel campo affettivo?

Dott. Michela Pensavalli:Quando si è alla continua e incessante ricerca della felicità, di una realizzazione di sé, di una pace interiore attraverso un rapporto con un oggetto o un evento o una persona e questa ricerca prevarica la quotidianità in ambito sentimentale, lavorativo e relazionale, allora può essere utile affidarsi ad un intervento psicoterapeutico. Attraverso questo aiuto, la persona sperimenta nuovi atteggiamenti e riprende, passo dopo passo, la padronanza della propria vita e la direzione scelta da perseguire nei vari ambiti della quotidianità.

Cos'è la dipendenza affettiva? è una infermità? O e parte della normalità nel mondo moderno?
Dott. Michela Pensavalli: Si definisce “malattia delle emozioni”. L’oggetto della dipendenza è una relazione. Designa un bisogno generale ed eccessivo di essere accuditi, bisogno che porta a un comportamento sottomesso e a un’angoscia di separazione. E’ l’antitesi dell’amore verso sé stessi. Il dipendente affettivo non riesce a sviluppare l’amor proprio né l’autostima. Nella società attuale, in cui viene data una grande importanza all’estetica e alla bellezza esteriore, il dipendente affettivo vive costantemente nella paura di non piacere e accetta di fare qualunque cosa per mostrarsi compiacente verso l’altro anche se questo va contro i suoi valori e il suo codice morale.

Le persone provano paura soprattutto quando soffrono di solitudine, e nello stesso tempo non hanno il coraggio di prendere sul serio una relazione perché è troppo difficile. E’ veramente così? Perché?
Dott. Michela Pensavalli: Solitudine significa venire in contatto con sé stessi e con la propria anima, significa, a volte, terrore di vivere nel dolore dell’ abbandono. Le persone temono la solitudine, perché in quel momento si trovano davanti a loro stessi. Allo stesso tempo però hanno paura di stringere forti legami perché non si sentono capaci di mantenerli e gestirli nel tempo. La psicoterapia post-moderna va nella direzione di sostenere la persona mentre ricerca l’equilibrio tra gli eccessi di solitudine estrema e ricerca compiacente e continua dell’altro.

Lei, insieme al prof. Tonino Cantelmi ha scritto un libro su questo tema: “Scusa se non ti chiamo più amore” (Edizioni San Paolo). Qual'é il messaggio che darebbe ai giovani che si trovano di fronte a scegliere se
sposarsi o non sposarsi, che si trovano di fronte alle difficoltà psicologiche nella relazione con il partner?
Dott. Michela Pensavalli: Una giusta premessa da sottolineare è sapere che l’amore può trasformarsi in una dipendenza affettiva ma la dipendenza non si trasforma mai in amore. Ciò spiega perché in molti casi una relazione amorosa mutata in una storia di dipendenza reciproca può essere risanata attraverso l’impegno attivo dei partner mente un rapporto che si è connotato come dipendenza sin dall’inizio è destinato a finire in un modo o nell’altro quando non sfinisce e distrugge le persone coinvolte. Tuttavia, investire sull’amore è sempre e comunque la giusta direzione e soluzione. Questo quando l’amore è sano e non vincolante, quando viene vissuto in autonomia e reciprocità senza precludere l’amore verso sé stessi. L’unione nel matrimonio non significa dipendenza affettiva, ma anzi l’opposto. Una sana relazione si basa sulla libertà e l’autonomia, nel puro bisogno di essere amati. In un matrimonio ognuno manifesta il suo amore a modo suo, e ciascuno ama l’altro come crede meglio: questo è l’amore umano. Amare significa accettare la sfida di sopportare ed accogliere soprattutto i difetti dell’altro.

Dott. Michela Pensavalli, Psicologa- Psicoterapeuta, Docente e coordinatore didattico SCInt (Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo - Interpersonale), Membro del CeDic (Centro per la ricerca e la terapia della Dip. Comportamentali), Ricercatrice presso l'ITCI (Istituto di Terapia Cognitivo - Interpersonale) e membro del Comitato editoriale della rivista Modelli per la Mente e Idee in Psicoterapia.



23/05/2012

L'amore ai tempi di Internet - intervista tv2000

In un epoca liquida in cui i rapporti sono veloci, frenetici e virtuali difficilmente ci soffermiamo a capire le nostre emozioni e i nostri sentimenti. In studio la psicologa Michela Pensavalli affronta questa tematica spiegando come funzionano i meccanismi di questa nuova realtà e offre spunti di riflessione per capire come è cambiato l’Amore in seguito all’introduzione di Internet.




20/03/2012

Le scelte nella vita - intervista tv2000

Si affronta il tema della famiglia, delle scelte dei coniugi, molto spesso difficili da affrontare della vita. In studio la psicologa e psicoterapeuta Michela Pensavalli. 




21/12/2011

L'Abbandono - intervista tv2000 

C'è anche un modo di lasciarsi abbandonare? La riflessione di Michela Pensavalli, psicologa e psicoterapeuta. L'abbandono a volte è una conseguenza dei tempi che si vivono.




25/09/2011

La Solitudine - intervista tv2000

Ospite in studio la psicologa e psicoterapeuta Michela Pensavalli. Viene affrontato il tema della solitudine. Si parla di anziani, ma anche di giovani che, spesso, si sentono soli. La psicologa sottolinea l'importanza di "vivere le emozioni". E' importante riuscire ad ascoltarsi.






04/08/2011
Le sfide della psicologia
Convegno: La psicologia e le sfide della modernità. Resp. Scientifico: Tonino Cantelmi. La dottoressa Michela Pensavalli -- psicoterapeuta ITCI -Coordinatore Didattico e Amministrativo S.C.Int, introduce il tema della dipendenza affettiva con una relazione dal titolo Dalla dipendenza affettiva alla trappola della ipersessualizzazione moderna"





Intervista Rai Italia International




17/05/2010

Scusa se non ti chiamo più amore.... il libro
Video intervento del Prof. Tonino Cantelmi al convegno "La fabbrica dei divorzi".
Il prof. presenta uno dei suoi ultimi libri, scritto con la D.ssa Michela Pensavalli, "Scusa se non ti chiamo più amore".




10/02/2010

Intervista per Radio IN BLU 
(T.Cantelmi, M. Pensavalli)
Alla luce di quanto viviamo, leggiamo e sentiamo vibrare intorno a noi, ogni giorno, l'uomo e la donna possono ancora costruire relazioni affettive reali? 
È la domanda che viene snocciolata in questo libro scritto a quattro mani da uno psichiatra e una psicoterapeuta che lavorano a Roma: Tonino Cantelmi e Michela Pensavalli. 
La risposta è Scusa se non ti chiamo (più) amore (Edizioni San Paolo).
Il libro lancia una sfida, pesante ma da affrontare: come scegliere il partner e vivere felici. 

Senza nascondere difficoltà, il volume offre delle mappe per orientarsi e vivere dimensioni affettive sane e soddisfacenti. Perché c'è di buono che le relazioni d'amore sono possibili; è lì che dobbiamo mettere quello che cerchiamo nei paradisi telematici, un'anestesia verso varie forme di una felicità di cartapesta.
Un libro non sull'amore ma sui modi di amare anzi, sugli stili di amore. L' idea di questo libro nasce proprio dalla consapevolezza del potere che ha Eros di influenzare il benessere psicofisico di un individuo, e della difficoltà in cui spesso ci troviamo per riuscire a capirci qualcosa. L' intento - dicono i coautori - è quello di fornire una prospettiva di speranza a quelli convinti che nessuno ha mai voluto bene a loro e nessuno li amerà mai in futuro, o a chi vive con langosciante dubbio di non essere capace di amare.



Intervista Radio Vaticana
San Valentino: la storia del bacio 

Sacro o terreno, ufficiale o informale, il bacio nella storia dell’arte, nel cinema, nella letteratura, nella religione ma soprattutto nella musica. Il musicologo Adriano Bassi e la psicoterapeuta Michela Pensavalli mettono “in analisi” le coppie celebri del melodramma – Alfredo e Violetta, Otello e Desdemona, Pinkerton e Madama Butterfly – suggellate da lirici baci, e le confrontano con le diverse modalità di amare. Con un auspicio finale per San Valentino a tutti gli innamorati.










Convegno sulle Nuove Dipendenze 
11 Luglio 2009 SCINT



Oltre la gabbia del panico



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