Itci - Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale

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giovedì 30 ottobre 2014

Nativi ed immigrati digitali: domande e risposte sui nostri figli nell'epoca della tecnoliquidità

Chi sono i "nativi digitali"? 
Quali sono le tecnologie da loro più usate?
Quali sono i possibili pericoli che si possono trovare in rete? 
E soprattutto quali sono le possibili strategie da suggerire per prevenirli?

La dottoressa Michela Pensavalli insieme alla d.ssa Maria Scicchitano condurranno la giornata formativa presso l'Istituto Petranova International che si terrà il giorno 15 novembre 2014 dalle ore 11.00 alle ore 13.00 per discutere del tema dei "Nativi ed immigrati digitali: domande e risposte sui nostri figli nell'epoca della tecnoliquidità". 


giovedì 23 ottobre 2014

Il cyberbullismo nell'era tecnoliquida - intervista Valore Mamma settembre 2014


Dopo gli ultimi fatti di cronaca accaduti in Italia e nel mondo, è utile e fondamentale rendere comprensibili i meccanismi di questo pericoloso fenomeno che si sta sviluppando sempre di più tra i giovani di oggi. 

Nell'articolo (distribuito dalla rivista Valore Mamma: novità editoriale nata nell'ambito dell'Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum) la dottoressa Michela Pensavalli spiega in particolare come si manifesta questo fenomeno, chi è il cyberbullo, come si comporta e come agisce e viene suggerita la modalità di intervento in situazioni di cyberbullismo che possono essere vissuti in prima persona o per capire come aiutare chi la sta vivendo.


lunedì 20 ottobre 2014

La Frontiera Viva: L'eredità di Vittorio Guidano - Intervista Prof. Tonino Cantelmi

Il 10 ottobre si è svolto a Roma il convegno “La Frontiera viva: l'eredità di Vittorio Guidano”, dedicato al pensiero di Vittorio Guidano, fondatore del cognitivismo post-razionalista sistemico - processuale. 

Il Prof. Cantelmi ha partecipato alla tavola rotonda “La contemporaneità e il futuro del post-razionalismo” con un intervento dal titolo: “La psicoterapia nella post-modernità tecnoliquida: Guidano versus Baumann”.



Nella relazione tenuta il Prof. Cantelmi descrive i 4 primati della psicoterapia dell'epoca tecnoliquida. 
1) Primato della psicoterapia come evento emozionale
2) Primato della fruibilità intermittente della psicoterapia come amplificazione delle singole parti della propria vita.
3) Primato della soggettiva sovranità del paziente
4) Primato della soggettiva sovranità del cambiamento del paziente




lunedì 13 ottobre 2014

Arriva lo cyberpsicologo, curerà il disagio psichico della generazione 'mobile born'

Maker Faire, auditorium Parco della Musica di Roma, una stampante 3D, dal costo di circa 1.500 euro, lavora silenziosamente ma indefessamente ad un piccolo e insignificante oggetto domestico, incurante del baccano della folla che la osserva, si ferma e passa oltre. Una settimana dopo il professor Tonino Cantelmi, dell'università Lumsa di Roma, avvia il corso di cyber psicologia. E non per rispondere alla domanda che si poneva Philip Dick col titolo del suo romanzo "Ma i droidi sognano percore elettriche?", meglio noto come Blade Runner.

Nel punto di intersezione tra la società liquida teorizzata da Zygmunt Bauman e la rivoluzione digitale, Cantelmi individua nel suo saggio Tecnoliquidità - La psicologia ai tempi di internet: la mente tecnoliquida (ed. San Paolo) la nuova antropologia dell' Homus Digitalicus 2.0, il mobile born, versione successiva del nativo digitale. È immerso nel brodo primordiale di una rivoluzione non ancora giunta a compimento, ma il Digitalicus 2.0 è già da oggi un 'sempre connesso', col suo smartphone o con il tablet e in un domani ormai imminente con i Google Glass. Siamo dunque alla connessione come condizione esistenziale che - si domanda Cantelmi - mostrando i sintomi di un passaggio evolutivo, potrebbe portare - e forse ha già portato - alla strutturazione di nuovi schemi cognitivi e di nuovi processi nella costruzione della propria identità, individuale e collettiva. Materia per gli psicologi della prossima generazione.


In questo senso il corso avviato da Cantelmi segna uno scollinamento definitivo. L'identificazione della nascita di un nuovo soggetto sociale, che vive e interagisce con gli altri in relazioni sempre più tecno-mediate (per oggi sui social network in forma di intrattenimento, domani chissà) è il punto di approdo e nello stesso tempo di ripartenza dei tanti interrogativi che l'avvento della rete - ma più generalmente del digitale - ha sollevato. Partendo dal semplice (semplice?) ambito tecnologico, la smaterializzazione di qualsiasi 'documento' trasmissibile e condivisibile per via telematica, ha generato ampi dibattiti nell'ambito giuridico: il primo è stato il Diritto d'Autore, messo pesantemente in discussione con il file sharing musicale del caso Napster, ma ha fatto presto a sfociare anche su altre fattispecie come il Diritto all'oblio (uno dei pregi, ma anche dei difetti della rete, è che non dimentica) o alla 'privacy'. Oppure, come il caso del programma MonsterMind rivelato da Snowden, nelle questioni di sicurezza nazionale che verrebbe compromessa sulla base di reazioni automatiche dei sistemi di difesa (perché con certi algoritmi proprio non si ragiona).

E se le normative sui punti sopraesposti fanno fatica ad adeguarsi (sempre ammesso che lo si voglia), il tema individuato da Cantelmi sposta l'inquadratura su un obiettivo ancora più centrale: non il 'cosa' (che è la rete), non il 'come' si usa, ma gli effetti che ha sul 'chi', comprendendo tra questi anche e soprattutto i bambini i quali, born mobile per eccellenza, danno segni di una 'precocizzazione' comportamentale nei confronti della quale non sempre hanno la struttura idonea per assorbirla. 

Ma la rete è pervadente, liquida appunto, e come tutti i fluidi si insinua negli interstizi più nascosti del vivere sociale, e fermarla è impossibile, anche se spesso ci si dimentica di chiedersi da dove arrivi, di chi sia e chi la governi davvero.


Nel 1947 a La Sorbonne di Parigi, con la nascita dell' Institut de Filmologie, Gilbert Cohen-Séat non fu solo l'ostetrico della filmologia, ma sancì la nascita dell'homo videns di sartoriana memoria. Se dunque i dibattiti correlati alla rete hanno toccato con il corso di Cantelmi il loro punto nodale, quel che ancora manca è un approccio multidisciplinare e un'elaborazione sistematica degli scenari possibili sui quali andrà a muoversi - con che diritti e con che doveri? - l'Homus Digitalicus 2.0, che per ora esiste 'de facto' ma non ancora 'de iure'. Insomma, esiste il suo cittadino, ma di questa realtà espansa di internet, di questo Ultramondo, ancora non se ne certifica appieno l'esistenza. Intanto, sorda e ottusa, la stampante 3D da 1500 euro del Maker Faire procede silenziosa verso il suo prossimo lavoro. Il ricambio di un auto o il pannello di un mobile. In ogni caso, una rivoluzione.

Arrivano i cyberpsicologi. Aiuteranno i malati digitali - Tonino Cantelmi

Alla Lumsa il primo corso di studi per capire e curare il disagio psichico della generazione "mobile born"


I NATIVI digitali, la generazione iperconnessa e, ora, è la votla dei "mobile born": sono "bambini che fin da piccolissimi, smanettando sul seggiolone, prendono dimestichezza con tablet e telefonini, e sviluppano il cervello in modo del tutto peculiare, come mostrano anche gli ultimi studi di imaging cerebrale. Si tratta di una vera e propria mutazione antropologica. Ebbene, per intercettare eventuali disagi e trovare modi efficaci di intervento su futuri uomini e donne 'tecno liquidI', occorre una nuova psicologia". Così Tonino Cantelmi, docente di psicologia dello sviluppo all'università Lumsa di Roma, illustra i motivi che hanno portato il suo ateneo ad attivare il primo corso italiano di Cyberpsicologia.

"Ne usciranno i primi 100 cyberspicologi", prevede lo psichiatra. "Il nostro mondo viaggia verso una colossale dipendenza dalla connessione: senza, infatti, molti di noi non sanno già più trovare un ristorante, corteggiare una donna, conoscere un amico, capire i mali del mondo, informarsi o divertirsi. E chiudere una storia d'amore".

"La dipendenza da Internet", continua l'esperto, "sta diventando anche un modo di vivere,dunque si colloca tra patologia e futura normalità. E come cambia il modo di esprimere il disagio psichico, ad esempio in chat e sui social, cambia anche il modo di curarlo. L'era digitale segna la fine di molte forme di psicoterapia antiche. Insomma, è in arrivo una vera e propria rivoluzione in tutti i settori". 

I "mobile born", che oggi vanno all'asilo e alla materna, saranno "futuri uomini e donne tecno liquidi", prevede lo psichiatra, "che adotteranno schemi mentali e categorie di pensiero nuove. Lo stiamo già vedendo. E quello che sappiamo è che questi giovani troveranno normale il filtro della tecnologia. Allora perché gli studenti di psicologia non devono adattarsi, studiando la cyberpsicologia? Come è possibile ancora oggi studiare lo sviluppo del bambino, ma anche la sua salute e le patologie mentali, con categorie sorpassate, adatte alla realtà di cento anni fa?"
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