Itci - Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale

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martedì 29 giugno 2010

Recensione di pontifex.roma.it


Questo libro lancia una sfida: l’uomo e la donna del terzo millennio possono costruire relazioni affettive reali. Senza nascondere le difficoltà, offre strumenti, conoscenze e mappe per vivere dimensioni affettive sane e soddisfacenti – Che cosa ci porta a scegliere il nostro partner? Quali dinamiche sono costantemente e non coscientemente in gioco nella relazione con il partner?……..

Altro ancora sul sito di pontifex.roma.it

giovedì 24 giugno 2010

Intervista per “La voce dei castelli”

Da cosa nasce l’idea di questo libro, a parte dall’osservazione della realtà attuale fatta di ‘storie fallimentari’ e gente che spesso sta insieme solo per farsi compagnia?

Questo libro tenta di dare una prospettiva di riflessione che consideri il fatale desiderio di amare e di farsi amare, di ognuno di noi. Abitanti della attuale società postmoderna-liquida ci sentiamo sicuramente attratti ma è anche irrimediabilmente impauriti, sconcertati e incerti della relazione con l’altro. Certo la tecnologia digitale ci soccorre: chat, sms, msm, facebook e tanto altro ci consentono di tecnomediare relazioni, sentimenti, amori, al prezzo spesso però di nascondersi dietro illusori schermi capaci di mascherare e deformare la paura dell’incontro reale.

- nel libro si parla spesso di ‘stili affettivi’, ma per conoscere il proprio stile affettivo e, quindi, il proprio modo di amare bisogna aver sperimentato l’amore…pertanto il pubblico o meglio il target si restringe a chi ha già una storia sentimentale alle spalle?

Assolutamente no. Riconoscere il proprio stili di porsi di fronte all’altro, sia esso un amico, un fidanzato o altro, ci aiuta a saper riconoscere le “trappole” entro le quali è più facile cadere. Questo si può prevedere riconoscendosi un po’ attraverso la decodifica delle aspettative che abbiamo verso gli altri, dei circoli viziosi nei quali cadiamo quando ci “appassioniamo” di qualcuno. Il fine di questa ricerca dovrebbe essere la consapevolezza di sentirsi più capaci di “maneggiare” la propria affettività.

- esiste, secondo lei, un modo ‘giusto’ di amare? e se si, qual è?

L’unica esperienza di amore appagante è quella di un amore libero, di un amore maturo.

La vita autentica di coppia porta ad una sorta di rottura di sé perché l’altro ci attraversi, un procedere finalizzato non soltanto alla ricerca di se stessi, ma anche dell’altro, che con il suo mondo e le sue dinamiche, in un cammino che muta ciò che siamo.

Un amore sicuro permette che l’altro ci sottragga alla nostra individualità, ci trascini oltre le nostre certezze, mettendole in dubbio per liberarci dal peso di una soggettività sterile che nega l’unione autentica di due anime, nell’esperienza totalizzante dell’amore.

Ciascun tema affettivo di fondo (quello dell’amante senza legami, del perfezionista ambiguo, dell’amante triste e dell’amante mai certo), per sottrarsi da questo peso deve tendere all’ integrazione tra il proprio modo “tipico” di entrare in relazione e la capacità di accogliere la sfida di percorrere strade nuove.

- crede nel destino? o non c’è un momento ‘giusto’ per incontrare la dolce metà?

Quando ci fermiamo a riflettere sui nostri percorsi affettivi, dobbiamo spesso costatare un fatto curioso: che dopo aver compiuto giri immensi, esplorando le più diverse personalità di partner disponibili, alla fine, nell’uomo o nella donna che abbiamo scelto, ritroviamo per affinità o contrasto, un riferimento alle matrici affettive del nostro contesto familiare.

In alcuni casi accade proprio che il partner assuma un ruolo simile a quello che in passato aveva avuto nostro padre, o che la nostra donna abbia modi di fare che ricordano incredibilmente quelli di nostra madre. Insomma, si finisce per arrivare al punto da cui si era partiti, o comunque, per doverci ripassare per lasciarlo.

La scelta del partner spesso viene percepita come un evento casuale e non condizionato. Ma non è esattamente così. Desiderio ed emozioni sono profondamente legati. E’ la storia, filigrana sottile, delle nostre emozioni a condizionare invisibilmente molti dei nostri desideri. Inserite nello sviluppo del nostro vissuto emotivo dalla nascita all’età adulta, le nostre scelte affettive risultano molto più prevedibili di quanto non si immagini. Qui subentrano due obiettivi di questo breve trattato sugli stili di amore: aiutare il lettore ad avere una maggiore conoscenza di sé (del proprio legame di attaccamento infantile e di conseguenza del proprio stile affettivo-relazionale adulto) e fornirgli nuovi strumenti, attraverso l’autoconsapevolezza, per superare le stereotipie del proprio “modus amandi”. Il fine è quello di rendere visibile la porta che conduce ad un amore liberamente scelto, vissuto in maniera sicura, senza forme di dipendenza dovute a disequilibri interni di partenza. Per amare davvero bisogna avere il coraggio di fare un viaggio alla scoperta dei nostri “inferi”, di rientrare in quelle zone affettive che abbiamo evitato ad ogni costo di sfiorare o far sfiorare, perché troppo “scoperte” e “vive”. Chiaramente, una simile discesa comporta rischi e sofferenza. Ma c’è un partner che aspetta di concedersi totalmente, di abbandonarsi e farsi conoscere da noi e questo merita una certa audacia nell’intraprendere strade che possano condurci verso una nuova flessibilità. In ballo per noi c’è la possibilità di scoprirci capaci di amare e farci amare, una conquista che merita un atto di fede per rimettersi in marcia, di fronte all’abisso che fino a quel momento ci ha fermati per la paura. Si è quel che si è anche per come da piccoli siamo stati amati e considerati dai nostri genitori, ma non è vero che non si può cambiare. Quello che siamo, il nostro modo di stare accanto agli altri e di amare, è la conseguenza della continua interazione tra noi e l’ambiente in cui siamo vissuti, una trama fatta di persone significative e non significative. Ma le esperienze non sono deterministiche per il futuro affettivo di ogni uomo ed ogni donna. E’ un dato certo che le prime esperienze affettive influenzino e spingano a effettuare certe scelte, e che le nostre emozioni siano condizionate dallo stile affettivo che si è delineato nel rapporto di attaccamento con i nostri genitori, ma la consapevolezza dei meccanismi che ci costruiscono nella relazione con gli altri, può facilitare percorsi di cambiamento e di superamento delle proprie stereotipie e ritualità relazionali, per tendere alla costruzione di una vita con gli altri appagante.

- amare in modo sano, quindi rispettando la diversità dell’altro, e senza proiettare sull’altro i nostri bisogni, ci permette di essere ‘liberi’ e di vivere un rapporto costruttivo; ma voler bene significa preoccuparsi dell’altro ed in una dimensione di coppia aver bisogno e dipendere dall’altro e dal suo amore, quindi non essere liberi…che ne pensa?

L’amore è libertà. Non si può amare per necessità. L’altro deve essere un valore aggiunto nella nostra vita, mai attendersi di riempire la propria vita attraverso l’assoluta presenza di chi amiamo. Altrimenti senza accorgercene scivoleremo in una dipendenza affettiva che è tutt’altro rispetto alla tutela della felicità, autonomia e ricchezza che si dovrebbero sperimentare nel rapporto a due

- possiamo superare il nostro vissuto doloroso che si ripercuote sul nostro modo di amare autonomamente o il supporto di uno specialista è fondamentale?

Direi che la linea di confine è rappresentata dalla personale buona capacità di autocritica, di sapersi auto narrare per i propri vissuti affettivi e nel sapere tenere sempre presenti la propria identità anche quando si ama profondamente.

Se tutto questo non si è capaci di farlo da soli o ci si accorge che sia troppo difficile uscire dai propri vincoli viziosi allora una persona esterna e specialista, può assolutamente dare una supervisione utile al proprio progetto di amore e di vita.

- il tradimento è evasione, la gelosia è desiderio di esclusività e quindi di trattenere l’altro, come riescono questi impulsi, come lei afferma, a convivere?

Direi che alla base di un presupposto di amore maturo e libero ci debba essere anche la capacità di saper contare su sé stessi. Se questa percezione si perde allora è più facile cadere nelle stereotipie del rapporto che portano necessariamente alla crisi.

- un manuale ‘ad uso pratico’ con delle bellissime citazioni letterarie, lo definirebbe così il libro?

Mi piacerebbe davvero fosse un vademecum alla conoscenza di sé sessi di tutti i lettori che si avvicinano con curiosità.

Ma il libro non intende fermarsi all’analisi di definizioni, vorrebbe essere anche un monito alla speranza: “verso un amore sicuro”, dove sicuro è un termine mediato dagli studi sull’attaccamento per indicare una relazione efficace, valida, che ci consente di esprimerci e di esplorare il mondo, di dare e ricevere amore. C’è dunque una sfida che lanciamo agli abitanti della società postmoderna-liquida: la relazione d’amore non solo è possibile, ma può essere la relazione nella quale esprimiamo noi stessi sino in fondo, senza dover cercare paradisi telematici, vie brevi per la felicità o altre forme di anestesia.

- un’ultima domanda, il titolo richiama il film di Moccia ‘Scusa ma ti chiamo Amore’, richiamo ‘voluto’?

Si vorrebbe ricalcare un titolo che ormai è diventato un cult- tormentone, per dire che se si cade ci si può rialzare, che può capitare di sentirsi persi nel tragitto che conduce all’altro, ma con una mappa dell’itinerario ed una buona illuminazione che da forza ai nostri passi, perché non pensare di potere arrivare alla meta, superare la crisi? Il messaggio è quello che la parola “fine” non sia sempre l’ultima parola della crisi, ma che ci possano essere anche altre parole, forse più lunghe e complesse, come “ricominciare dal fallimento con occhi nuovi su se stessi”, “rimettersi in gioco”, e molte altre ancora.

mercoledì 16 giugno 2010

PIGLIO





PIGLIO – 20 Giugno 2010

ore 18.30 /Piazza Roma

Incontro con il Prof. Tonino Cantelmi (Neuropsichiatra)

e introduzione della Dott. Michela Pensavalli (Psicologa)

venerdì 11 giugno 2010

12 Giugno: Corso ECM gratuito all’Università Seraphicum (Roma, Via del Serafico 1) e nostra assemblea

12 GIUGNO 2010

GIORNATA CONGRESSUALE

IL MONDO DIFFICILE DELLA RELAZIONE BAMBINO-ADULTO

Psicopatologia dei legami, resilienza e nuove prospettive

ACCREDITAMENTO ECM n. 10019552 – Medico Chirurgo; n.10019553 – Psicologo; n.10019554 – Infermiere

LA PARTECIPAZIONE E’ GRATUITA LA PRENOTAZIONE E’ OBBLIGATORIA (mail a psicoprotagonisti@libero.it)

8.30 Saluti ed apertura dei lavori

Mattina: IL MINORE ED IL SUO CONTESTO

Modera Prof. Tonino Cantelmi

9.00 – 9.30 Lezione Magistrale “Il bambino nella crisi della relazione familiare”

Prof. Vincenzo Caretti, Università di Palermo

9.30 – 9.50 Relazione “Il bambino nella crisi della famiglia: la prospettiva del civilista”

Avv. Prof.ssa Maria Giovanna Ruo, LUMSA, Roma

9.50-10.30 Discussione libera

10.30-11.00 Evento/presentazione La “GENITORIALITA’ FRAGILE”

Interverranno : Dott.ssa Ana Cristina Villa Betancourt , Pontificio Consiglio per i Laici;

Rev. P. Gianfranco Grieco, Pontificio Consiglio per la Famiglia; Dott.ssa Maria Lombardi, giornalista,

Il Messaggero; Dott. Giovanni Parente, giornalista, Il Sole 24ore

11.00-11.30 Break

Riunione opzionanti Scuola di Specializzazione SCINT

11.30-11.50 Relazione “Io – tu – Il mondo: la costruzione dell’identità personale”

Dott.ssa Paola Gaetano, Psichiatra, Giudice Onorario; Roma

11.50 – 12.20 Lezione Magistrale “Sviluppo Psicorelazionale nell’era dei nuovi media”

Prof. Daniele La Barbera, Università di Palermo

12.20 – 13.00 Evento/Presentazione: “Adolescenti e tecnologie: i nativi digitali ed i loro avatar”

Interverranno: Dott.ssa Maria Beatrice Toro, Scint, Roma (CoAutrice del libro “Avatar”); Prof. Federico Bianchi di Castelbianco, Istituto di Ortofonologia, Roma; Prof. Stefano Vicari, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; Dott.ssaBarbara Cataldi Tassoni, giornalista, il Salvagente.

13.00 – 14.00 Pranzo

14.00 – 14.30 I Riunione Assembleare Psicologi Protagonisti

Interverranno: Tonino Cantelmi, Maria Beatrice Toro, Emiliano Lambiase, Martina Aiello, Pasquale Laselva, Barbara Costantini, Michela Pensavalli

Pomeriggio: LE RELAZIONI TRA NUOVE PATOLOGIE E NUOVE NORMALITA’

Modera Dott.ssa Maria Beatrice Toro

14.30 – 14.50 Relazione Bambini e Salute: considerazioni bioetiche

Prof.ssa Laura Tortorella, Ist. Mulieris Dignitatem, Roma

14.50 – 15.10 Relazione “Come si apprende? Messaggi familiari, regole implicite e sviluppo della personalità”

Prof. Francesco Di Nocera , Sapienza, Roma

15.10 – 15.30 Discussione libera

15.30-16.10 Evento: l’educazione sentimentale nella società liquida

Interverranno: Dott.ssa Pensavalli, SCINT, Roma (Co-Autrice del libro “Scusa se non ti chiamo più amore”) Dott.ssaBarbara Carboni, giornalista; Dott.ssa Monica Maggi, scrittrice.

16.10-16.30 Break

Presentazione della mostra fotografica a cura dell’Opera Don Calabria

16.30 – 16.50 Relazione “L’emergenza educativa: una storia di amore”

Prof. German Sanchez APRA, Roma

16.50-17.20 Relazioni e poster specializzandi SCINT

17.20 – 17.50 Tavola rotonda conclusiva

“Relazioni e intimità: l’egodistonia sessuale”

Interverranno: Dott. Emiliano Lambiase, ITCI, (Co- Autore del libro “Omosessualità e Psicoterapie”); Dott.ssa Antonella Montano, IstitutoBeck; Prof. Davide Déttore Università di Firenze

17.50 Questionari ECM e chiusura dei lavori

18.00 Assemblea Generale dei Presidenti delle Sezioni Regionali AIPPC

presentazione del libro “La vita consacrata salverà il mondo” (T.Cantelmi)

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