Itci - Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale

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martedì 23 febbraio 2010

Come riconoscere il tuo stile affettivo

C’è chi in amore preferisce muoversi in punta di piedi, chi ha paura di esporsi per non sperimentare il rifiuto, chi cerca sempre un amore non corrisposto e vive il ruolo del romantico depresso e chi cerca continue conferme. Scopri con l’aiuto di Tonino Cantelmi, psichiatra, e Michela Pensavalli, psicologa, qual è il tuo stile affettivo e quello del tuo partner.

Se provi un amore fobico. «Le emozioni che contraddistinguono i fobici sono l’ansia e la paura del confronto con l’esterno, un’ansia mai affrontata in modo frontale, ma al contrario messa in scacco attraverso le strategie del controllo e dell’audacia (il contatto va anticipato o programmato, mai lasciato accadere). Ne conseguono le oscillazioni tra il bisogno di sentirsi protetto e l’opprimente sensazione di sentirsi limitato» spiega la Pensavalli.

Se lui è un fobico. «Gli uomini fobici scelgono donne che gli permetteranno di proiettare nella relazione il proprio bisogno d’indipendenza e libertà. Cercano protezione – continua l’esperta – anche se presto questa si tramuta in un opprimente limite che deve essere valicato. Quando avvertono che la relazione con l’altro si sta consolidando, perdono la bussola ed entrano in confusione. Nella relazione sono loro che dettano le regole e sono gelosi».

Se provi un amore perfezionista ambiguo. «Centrale in questo modo di amare è il timore di esporsi, per non sperimentare il rifiuto. Senza accorgersene, i perfezionisti ambigui cercano di non farsi vedere, di appiattirsi per non comparire tra le maglie della vita e della relazione, adattandosi all’altro. All’interno del rapporto, si pongono con un atteggiamento di perenne trasformismo teso a compiacere le aspettative del partner» dice la psicologa.

Se il tuo lui è un amante perfezionista. «Fa del suo bisogno di conferme e capacità trasformista una scienza della seduzione. Appena entra in contatto con una persona che gli interessa, è in grado di far scivolare la conversazione sui gusti, tendenze e aspettative dell’altro, in modo da interpretarle, riproducendo lo stile di comportamento e di pensiero che l’altro desidera. Spesso è attratto da partner o relazioni impossibili. Anche in un legame duraturo, rimane a un livello superficiale di conoscenza».

Se provi un amore depressivo. «Le persone inconsolabilmente tristi, vittime della paura dell’abbandono e del rifiuto, sentono di non meritare l’amore altrui. La trama che si ripete nella vita delle personalità depressive – spiega la Pensavalli – è quella dell’abbandono o del distacco che temono, ma che rivivono in ogni storia, prima ancora che cominci, facendo in modo di condurla, senza accorgersene, alla sua fine. L’atteggiamento di chiusura interiore e di autosufficienza emotiva, alla lunga, infatti, allontana il partner».

Se il tuo lui è un amante depressivo. «Nella relazione – dice la psicologa – mostra un perenne atteggiamento di sconfitta e di rifiuto verso l’altro che produce proprio ciò che crede di voler evitare: l’allontanamento di chi ama. Le sue emozioni centrali sono la disperazione e la rabbia, tenute sopite, ma che possono improvvisamente affiorare anche di fronte a eventi di portata apparentemente minima. Essendo schive e ritrose, queste personalità creano un alone di mistero e di curiosità e spesso affascinano anche per questo».

Se sei una perfezionista ossessiva. «Il perfezionista ossessivo, anche in amore, vorrebbe essere “perfetto”, cercando di mettere a punto e verbalizzare parametri, con cui valutare, con precisione, se stessi e il partner. E’ segnato da una profonda insicurezza e da una sensazione di continua incertezza, un’insanabile e costante dicotomia che si dispiega attraverso una tipologia di pensiero denominato del “tutto o nulla”».

Se il tuo partner è perfezionista ossessivo. «Si difende dall’amore proprio e da quello del partner, facendosi mille domande, che lo aiutano a prenderne temporaneamente le distanze. Ogni piccolo dettaglio – spiega l’esperta – sconvolge l’assetto della persona perfezionista e ossessiva: un ritardo, un contrattempo, possono mettere completamente in discussione la relazione affettiva. I perfezionisti ossessivi sono persone che possono rimanere bloccate per anni sulla decisione di sposarsi o di avere un figlio per l’idea che sia assolutamente necessario capire se sia il momento giusto e la cosa giusta da fare».

Di Barbara Songia

giovedì 18 febbraio 2010

Come vivere serenamente l'amore

Quando qualcuno ci colpisce e ci innamoriamo, siamo più spaventati oppure felici? Ci mette in crisi sapere che il sentimento che proviamo ci espone al rischio della perdita o spicca il bisogno di verificare se l’altro sarà colui che ci starà accanto tutti i giorni? Tonino Cantelmi, psichiatra, e Michela Pensavalli, psicologa, autori di Scusa se non ti chiamo (più) amore (San Paolo edizioni) spiegano come scegliere il tipo giusto e vivere sereni.

Riconosci le tue emozioni. «Saper decifrare le proprie emozioni – spiega la Pensavalli – vuol dire calarsi nel proprio stile affettivo. Sapere riconoscere le emozioni di base che proviamo quando incontriamo una persona significativa, ci fornisce una mappa per comprendere quali vincoli e quali prospettive di evoluzione potrà avere questo percorso d’amore».

Individua il tuo stile affettivo. «Possiamo immaginare idealmente quattro principali forme di relazione: fobico, perfezionista-ambiguo, depressivo, perfezionista-ossessivo. A partire dalla comprensione di come siamo stati amati – continua la psicologa – e di come abbiamo imparato ad amare, possiamo giungere a capire come ci aspettiamo di esserlo, o farlo, nel presente».

Che rapporto hai con tua madre? «Un buon attaccamento permette la formazione e la creazione di legami affettivi stabili, basati su una buona concezione di sé e un buon livello di autostima Chi ha avuto un attaccamento insicuro, da adulto – spiega la Pensavalli – avrà più difficoltà a decifrare la natura dei propri sentimenti. ll partner verrà spesso scelto e vissuto, senza accorgersene, come una figura strumentale a colmare le proprie insicurezze, un parametro di confronto per accrescere il livello di autostima. La relazione incapperà più spesso in crisi».

Supera i vincoli. «Il criterio per stabilire l’equilibrio affettivo di una persona – dice la psicologa – non è dato dalla presenza o meno, nel suo modo di impostare i legami, di stereotipie relazionali, ma dalla flessibilità con cui è in grado di gestirle. E’ la flessibilità che va coltivata e sudata, anche al prezzo di procedere in controtendenza, rispetto all’istintivo corso delle emozioni, per imparare a sfruttarle, in base ai nostri veri desideri. E’ proprio la flessibilità, che ci permette di amare in modo sano».

Differenziati dalla tua famiglia d’origine. «Diventare adulti liberi non significa smettere di essere in relazione con i propri genitori. Se è vero- continua l’esperta – che l’altro, soprattutto la figura di attaccamento infantile, ha un ruolo e un potere notevole per la definizione della propria identità, abbandonare la zavorra delle immagini di noi che ancora non tornano e smettere di chiederne una ricomposizione, è l’accettazione che il ruolo dei genitori è finito, che ormai siamo in grado di farci definire da altro (e altri)».

Rinsalda continuamente la fiducia in te e nel partner. «L’amore può non essere vissuto in funzione d’insicurezze e mascheramenti né in termini di ricompensa per ciò che non si è avuto, ma costituisce, una base sicura per scoprire, attraverso l’incontro con l’altro, chi siamo e chi siamo stati, andando incontro all’esperienza di amare in maniera matura e autentica. Una sfida rischiosa, che comporta rotture e riprese di equilibri personali, ma che ha in sé l’essenza vera della vita e della libertà».

Persegui la libertà . «Un amore sicuro permette che l’altro ci sottragga alla nostra individualità, ci trascini oltre le nostre certezze, mettendole in dubbio per liberarci dal peso di una soggettività sterile che nega l’unione autentica di due anime, nell’esperienza totalizzante dell’amore» conclude la Pensavalli.

Di Barbara Songia

lunedì 15 febbraio 2010

Scusa se non ti chiamo (più) amore. Come scegliere il partner e vivere felici







Autore/i: Tonino Cantelmi, Michela Pensavalli

Editore: San Paolo Edizioni

Data di pubblicazione: 2010








Che cosa ci porta a scegliere il nostro partner? Quali dinamiche sono costantemente e non coscientemente in gioco nella relazione con il partner? Il celebre psichiatra e psicoterapeuta Tonino Cantelmi sceglie di partire in questo percorso da un punto fermo: l’amore di coppia come processo di attaccamento, cosi importante e significativo da strutturarsi fin dalla prima relazione fondamentale, quella con la madre (parte prima). La personalità si forma e risponde a determinate caratteristiche che verranno in seguito a correlarsi con la scelta del partner che ha caratteristiche complementari (parte seconda). Il libro vuoi essere anche una proposta di riflessione (nella sua terza parte) su come vivere meglio la scelta del partner in virtù della capacità di superamento dei limiti caratteriali, personali, dovuti al proprio passato e ai legami con la famiglia di origine, di ciascun membro che partecipa alla coppia.

mercoledì 10 febbraio 2010

Intervista per Raidio IN BLU degli autori (T.Cantelmi, M. Pensavalli)

IL LIBRO: Alla luce di quanto viviamo, leggiamo e sentiamo vibrare intorno a noi, ogni giorno, luomo e la donna possono ancora costruire relazioni affettive reali? È la domanda che viene snocciolata in questo libro scritto a quattro mani da uno psichiatra e una psicoterapeuta che lavorano a Roma: Tonino Cantelmi e Michela Pensavalli. La risposta è Scusa se non ti chiamo (più) amore (Edizioni San Paolo).
Il libro lancia una sfida, pesante ma da affrontare: come scegliere il partner e vivere felici. Senza nascondere difficoltà, il volume offre delle mappe per orientarsi e vivere dimensioni affettive sane e soddisfacenti. Perché cè di buono che le relazioni damore sono possibili; è lì che dobbiamo mettere quello che cerchiamo nei paradisi telematici, unanestesia verso varie forme di una felicità di cartapesta.

Un libro non sullamore ma sui modi di amare anzi, sugli stili di amore. Lidea di questo libro nasce proprio dalla consapevolezza del potere che ha Eros di influenzare il benessere psicofisico di un individuo, e della difficoltà in cui spesso ci troviamo per riuscire a capirci qualcosa. Lintento - dicono nella prefazione i coautori - è quello di fornire una prospettiva di speranza a quelli convinti che nessuno ha mai voluto bene a loro e nessuno li amerà mai in futuro, o a chi vive con langosciante dubbio di non essere capace di amare.

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