Itci - Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale

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mercoledì 28 gennaio 2015

La psicologa: padri assenti, ma madri ansiose e ingerenti - intervista Radio Vaticana del 28/01/2015

Sull’assenza dei padri in famiglia, come spiegato dal Papa all’udienza generale, e sulla responsabilità condivisa con le madri, Sergio Centofanti ha intervistato la psicoterapeuta Michela Pensavalli, docente presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma:


R. – Sicuramente, viviamo in una società paradossale dove la tecnologia ci mette tutti molto più in contatto gli uni con gli altri, però i legami sono diventati più liquidi, possiamo dire; quindi è più difficile intercettare davvero i bisogni dell’altro ed entrare in comunicazione con l’altro. E’ una società post-moderna un po’ complicata, che ha avuto un impatto importante dal punto di vista dell’apertura agli altri con le nuove tecnologie, ma che è anche confusiva nel suo modo di potersi esprimere in maniera incessante e senza limiti anche di ruolo. Per esempio, i ruoli del padre e della madre oggi sono molto più ambivalenti: un papà è amico con il figlio sul social network, spia molto spesso il figlio sul social network, però poi non ha il coraggio di affrontare gli elementi scabrosi o conflittuali che ne verrebbero fuori, di ciò che va leggendo della vita privata del figlio. Quindi, siamo stati aiutati per certi versi, ma i rapporti si sono complicati.

D. – Il Papa dice che l’assenza della figura paterna nella vita dei piccoli e dei giovani produce lacune e ferite che possono essere anche molto gravi …

R. – Sì. C’è da aggiungere una responsabilità condivisa all’interno della famiglia. Quello che io osservo da psicoterapeuta è che molto spesso gli uomini sono messi in ombra anche dalla figura femminile: cioè, assistiamo ad una rivoluzione per cui la donna ha preso molto in mano le fila della famiglia e quindi spesso l’uomo delega totalmente la crescita dei figli e l’aspetto educativo alla madre che però, ovviamente, va in affanno perché due genitori servono appunto per questo, per passarsi il testimone e per dare anche una restituzione che sia armoniosa tra il ruolo della donna e quello dell’uomo. Quindi, è vero che i padri si sono fatti più assenti, però è vero anche che c’è un’ingerenza maggiore da parte delle madri, che sono madri comunque spesso molto ansiose e preoccupate e anche un po’ ingerenti. Concordo con ciò che dice il Papa, ma esorto anche le mamme a valutare di poter lasciare lo spazio giusto ai papà quando vogliono fare.

D. – Il Papa dice anche che le devianze dei bambini e degli adolescenti si possono in buona parte ricondurre anche a questa assenza dei padri …
R. – Bè, perché il papà è la persona che stabilisce le norme, le regole, i criteri morali, i criteri etici e comportamentali; soprattutto per i figli maschi è importante avere una persona da emulare, da osservare e quindi l’assenza del padre è un peso veramente grande sulla crescita personologica di un bambino. Spesso, per esempio, quando si assiste alla confusività sull’identità di genere, è proprio perché capita che il papà è un papà che si esprime poco, un papà che ha difficoltà a parlare sui toni affettivi ed emotivi e quindi il figlio si rapporta con molta più facilità alla mamma. Non è sempre questa una regola, però spesso succede che il modello femminile è poi quello imperante e il padre depone le armi educative, per così dire, e lascia fare troppo alla mamma.

D. – Lei, nella sua esperienza, quali conseguenze vede di questa assenza dei padri?
R. – Ma, sicuramente una confusione nella crescita, soprattutto nei maschietti, del “saper fare” e del “saper essere”, perché il padre riveste, da quando i bambini sono piccoli, il ruolo giocoso e quindi tutela anche tutta la fase dell’esplorazione e della conoscenza del mondo. Un papà che è assente nelle prime fasi della vita induce poi nel piccolo o nella piccola un’incapacità di essere totalmente liberi, di fidarsi, di affidarsi al mondo e alle circostanze. Successivamente, i problemi sono di altro tipo: un papà che si assenta, che viene a mancare durante la fase prepuberale o adolescenziale, nel maschio determina una difficoltà nell’identificazione del ruolo di genere, nella femmina porta tutta una serie di surrogati, di ricerca di surrogati, di persone che possano in qualche modo sopperire all’assenza della figura maschile, invischiandosi in relazioni di dipendenza affettiva. Quindi, le femmine, le donne che hanno avuto un papà assente sono quelle che poi o si costringono alla totale assenza del legame con la figura maschile – per continuità, questo, proprio perché non c’è stato quel legame – oppure si invischiano in legami di dipendenza e quindi di “amore-troppo amore” che però poi non le lascia libere di esprimere se stesse.

lunedì 12 gennaio 2015

Arriva il cyberpsicologo - video intervista prof. Tonino Cantelmi

Sempre connessi, tra smartphone e tablet, i nostri ragazzi, nativi digitali, hanno una struttura mentale che funziona diversamente dai genitori. 
Per questo, i loro comportamenti, così come i loro problemi, vanno affrontati da specialisti preparati. 
Arriva per la prima volta in Italia il cyberpsicologo.


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