Itci - Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale

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giovedì 21 giugno 2018

Bannare o non bannare, questo è il problema - Alessio Jacona per L'Espresso

Interessante articolo di Alessio Jacona pubblicato sull'Espresso in merito all'eterno dubbio postmoderno: "Bannare o non bannare su Facebook": il vero problema non è nella guerra di oggi, ma nelle macerie digitali.


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E’ una guerra civile quella in corso su Facebook e sugli altri social. Tutti che bannano e cancellano ferocemente quanti la pensano diversamente da loro, per escluderli con un click dal proprio orizzonte digitale. Tutti, da un lato e dall'altro, che provano orrore, sdegno, disprezzo per la parte avversa.

Sullo sfondo, l'Italia della della politica e delle istituzioni che si "trumpizza", sperando di ottenere (per ora con profitto, pare) gli stessi successi del “leviatano biondo”, mentre la TV spazzatura glorifica i Corona e il loro marciume.

In Italia di sono 59 milioni di abitanti di cui 43 milioni sono connessi in rete. Di questi, ben 34 milioni sono sul social network di Mark Zuckerberg. Sono solo numeri, ma definiscono il peso e il ruolo che esso ha nelle nostre interazioni digitali rispetto a tutte le altre disponibili e, allo stesso tempo, spiegano perché dovremmo preoccuparci di fronte a una polarizzazione così netta e devastante, che coinvolge e stravolge tutti, che divide e lacera le nostre rappresentazioni digitali.

Perché il problema vero non è nella guerra di oggi, ma nelle macerie digitali che essa si lascerà alle spalle: quando infatti il letame sollevato da questa folle età politica tornerà finalmente a posarsi sul fondo, ritroveremo la morfologia delle nostre interazioni online radicalmente cambiata, e in peggio.

Dopo aver bannato uno dopo l’altro, in preda alla rabbia, coloro che non la pensano come noi, ci scopriremo rinchiusi in bolle sempre più impenetrabili, in stanze dell'eco dove sentiremo ripetere solo le idiozie che ci piacciono (ognuno le sue). I nostri account saranno come isole in fiamme, dove il fuoco dei nostri contrasti brucerà ancora e ancora, alimentato anche dagli algoritmi di Facebook, messi lì per mostrarci soprattutto quello vogliamo vedere.

A quel punto sarà dura, durissima, tornare indietro. Perché Facebook &co, i social dove ci informiamo, ci troviamo e ci contiamo, non sono la piazza dove scendevamo a protestare (e a prenderci a sprangate, all’occorrenza), o il bar dove da esseri umani ci ritroviamo allo stesso bancone per bere lo stesso caffè. Non sono luoghi reali dove alla fine siamo costretti a guardarci negli occhi, a mediare.

Siamo ancora in tempo per evitare tutto questo. Basta avere il coraggio e lo stomaco di leggere sulla propria timeline idee opposte e lontane anche fino a essere repellenti. E' un esercizio importante e utile. Aiuta a chiarirsi le idee, esercitare l'autocontrollo e capire con chi abbiamo veramente a che fare tra i nostri contatti. Oltre a dare il polso di quella parte di mondo alla quale non apparteniamo, ma che comunque influenza la nostra in molti e diversi modi.

Se non ci riusciremo, allora sarà un inferno. E quando ci penso, riesco a consolarmi solo all'idea che magari, nel frattempo, qualcuno si sarà già strozzato con i popcorn.
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