LASCIATE QUI IL VOSTRO COMMENTO:
di Tonino Cantelmi
Caro Sindaco, la città di Roma
Capitale potrebbe diventare un modello per la tutela della Salute Mentale nelle
grandi aggregazioni urbane?
I dati epidemiologici
consentono di affermare che un adulto su quattro nel corso della vita presenta disturbi
psichici e che solo il 10% delle persone con disturbi psichici accede alle cure
del servizio pubblico. I dati epidemiologici
evidenziano anche la necessità di fornire risposte adeguate a disturbi
particolarmente diffusi, come la depressione, i disturbi d’ansia e i disturbi
alimentari psicogeni. L’ultimo sondaggio condotto dalla DOXA per conto del
consorzio MENS (che raggruppa Società Scientifiche e Associazioni di
familiari), reso pubblico dal Ministero della Salute nel recente passato, ha
evidenziato che la maggioranza degli italiani è insoddisfatta della attuale
situazione.
Nessuno può mettere in dubbio la vera conquista della psichiatria
italiana compiuta nell’ultimo quarto di secolo: si è passati, non senza difficoltà, dalla logica
custodialistica e segregatrice del manicomio alla cura ed alla presa in carico
del territorio, inteso come risorsa autenticamente terapeutica. Secondo però
alcuni rapporti dell’OMS questo è avvenuto soprattutto attraverso un carico
improprio attribuito alle famiglie. In Italia, per esempio, purtroppo sono
ancora troppo poche le famiglie che accedono ad un trattamento psicoeducativo
ritenuto fondamentale nella cura della schizofrenia.
Un altro dato davvero
significativo è costituito dai formidabili cambiamenti che riguardano le
scienze psichiatriche. E’ stato osservato come il
recupero di una dimensione biologica e medica, i progressi e le innovazioni
farmacologiche e lo svilupparsi di terapie integrate, senza sottovalutare gli
aspetti psicologici e sociologici, abbiano determinato un sostanziale evolversi
delle modalità di intervento e valutazione, evoluzione che se da un lato appare
ineludibile, dall’altro spinge verso la necessità di un cambiamento ulteriore.
Infatti i progressi nella diagnosi e nelle terapie, l’emergenza di nuove e non
sottovalutabili patologie, la presenza di psicopatologie gravi e persistenti,
il cui peso è tuttora scaricato sulle famiglie, il tema della cosiddetta “nuova
cronicità” e, infine, l’esigenza di adeguare gli interventi attuati a standard
farmacologici e socioriabilitativi determinano la necessità di rivedere la
configurazione dell’assistenza psichiatrica.
Così come suggerito da molti
osservatori, è possibile indicare alcune priorità circa il processo di
cambiamento in atto.
a. In
funzione dei bisogni dei pazienti e rispettando la centralità dell’assistenza
psichiatrica territoriale occorre prevedere in modo omogeneo l’articolazione di
strutture e servizi organizzati in rete. In particolare occorre prevedere una rete
integrata di strutture di assistenza psichiatrica che su tutto il territorio
garantiscano:
- l’assistenza psichiatrica ambulatoriale e domiciliare,
attraverso i Centri di Salute Mentale (che a Roma attualmente presentano gravi
lacune organizzative e scarse risorse professionali)
- l’assistenza psichiatrica ospedaliera per le persone con
disturbi mentali in fase acuta, attraverso i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e
Cura ospedalieri (al momento attuale la rete degli SPDC non copre in modo
adeguato le necessità della popolazione della città di Roma)
- l’assistenza psichiatrica e la riabilitazione per le
persone affette da disturbi mentali in fase di postacuzie o di subacuzie,
attraverso i Day Hospital, le Comunità Terapeutiche.
- l’assistenza psichiatrica residenziale per le persone
affette da disturbi mentali in fase cronica, non assistibili a domicilio,
attraverso Residenze Protette.
b. Le problematiche
psicopatologiche connesse con l’abuso di sostanze richiedono una integrazione tra Servizi per le
Dipendenze (troppo spesso abbandonati a se stessi) e Dipartimenti di Salute
Mentale, specie nell’area della doppia diagnosi, integrazione che preveda anche
la creazione di strutture integrate.
c. Poiché è elevata la
frequenza con la quale i disturbi mentali esordiscono nell’infanzia e
nell’adolescenza, si rende necessario il potenziamento dell’attività di intervento
psichiatrico in età infantile e sugli adolescenti, al fine di mettere in atto interventi tempestivi.
Caro Sindaco, lei dirà: “Ma queste sono competenze della Regione!”. No, i poteri di Roma
Capitale danno molte responsabilità anche a lei.
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