E VOI CHE NE PENSATE??
LASCIATE QUI IL VOSTRO COMMENTO:
di Tonino Cantelmi
Il picconatore e il sindaco: Kabobo semina il terrore per
una lunghissima ora all’alba uccidendo più volte ePisapia perplesso chiede ai milanesi come sia
stato possibile che per tutto quel tempo nessuno abbia chiamato i soccorsi.
Kabobo e Pisapia icone della società violenta ed individualista?
Il tasso di violenza nella società
postmoderna e tecnoliquida di oggi è aumentato? Secondo alcuni osservatori, sì: delitti intrafamiliari, derive violente del
tifo, bullismo, eccessi di violenza e di aggressività nell’esecuzione di alcuni
reati, mobbing, uso della violenza per la risoluzione dei conflitti, stalking,
atti violenti correlati all’abuso di cocaina e di altre sostanze psicotrope,
femminicidio e altri fenomeni, riportati con risalto dai media, sembrerebbero
confermare questa ipotesi. Insomma i dati
disponibili segnalano che la violenza e l’aggressività interpersonale
presentano indici di incremento: che cosa sta succedendo?
I fenomeni in gioco, che, intrecciandosi fra loro, costituiscono la
gelatinosa realtà che consente lo sviluppo di una impressionante espressività
della violenza dell’uomo sull’uomo, sono riconducibili ad una epocale crisi della relazione interpersonale, propria della
liquidità dei tempi postmoderni, con il conseguente trionfo di un narcisismo
connotato dall’elefantiasi dei bisogni individuali e dalla ineluttabile
necessità di soddisfarli.
Cosa ha determinato la crisi della relazione interpersonale? Molte
osservazioni inducono a pensare che alla base della crisi della relazione
interpersonale ci siano almeno tre fenomeni, essi stessi
amplificati a dismisura dalla inarrestabile rivoluzione digitale.
Il primo fenomeno è senz’altro
costituito dall’incremento del tema narcisistico nelle società postmoderne (di cui gli innamoramenti in chat, i profili e le
amicizia in facebook sembrano essere i corrispettivi telematici), sostenuto da
una civiltà dell’immagine senza precedenti nella storia dell’umanità, con la
conseguenza che l’agire è determinato e sostenuto dalla coercitiva necessità di
soddisfare i propri bisogni a qualunque costo.
Il secondo fenomeno è quello del
sensation seeking, caratterizzato da una sorta di ricerca di emozioni, anche estreme, capace
di parcellizzare e scomporre l’esperienza interumana facendola coincidere con
l’emozione stessa (è come se tutta la relazione interpersonale coincidesse con
l’emozione). La ricerca esasperata di emozioni e la lotta contro il vuoto
interiore si traducono spesso in comportamenti antisociali e inutilmente
violenti.
E infine il terzo fenomeno è correlato
al tema dell’ambiguità, cioè alla rinuncia all’identità e al ruolo in favore
di una assoluta fluidità dell’identità stessa e dei ruoli, con la conseguente
rinuncia alla responsabilità della relazione ed alle sue caratteristiche
generative. Le relazioni diventano così prevalentemente irresponsabili,
trasformandosi in caricature grottesche, incapaci di consentire l’elaborazione
dei conflitti, che possono cortocircuitare in agiti violenti, a volte
apparentemente incomprensibili.
Relazioni narcisistiche, fondate
sull’esperienza emotiva “forte” e sull’ambiguità, non lasciano spazio all’empatia, cioè alla capacità
di capire e di condividere, anche emotivamente, il dolore altrui e, di
conseguenza, di emettere comportamenti solidali e di aiuto verso l’altro. In
questo contesto relazionale il conflitto si risolve o con
la fuga e la rottura o con la violenza.
Perciò la sfida prossima ventura è proprio questa: la liquidità delle
relazioni ammazzerà la solidarietà, costringendo l’umanità a relazioni sempre
più virtualizzate e tecno mediate come unica soluzione per limitarne
l’espressività violenta o l’uomo del III millennio saprà riscoprire la fatica,
ma anche il piacere, di guardarsi negli occhi e di entrare in relazioni
autentiche e solidali?