Itci - Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale

Itci - Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale

giovedì 19 dicembre 2013

Elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi del Lazio

download            1454589_391024491029118_1473802512_n


ELEZIONI ORDINE PSICOLOGI LAZIO 2013-14

Le votazioni si svolgeranno in prima convocazione lunedi 23 dicembre 2013, se non si raggiungerà il quorum, in seconda convocazione: venerdi 10 gennaio, sabato 11 e domenica 12 gennaio 2014 dalle ore 9 alle 22 (presso la sede dell’Ordine, via del Conservatorio, 91 Roma).
Cultura e Professione Lazio è un movimento, sostenuto attivamente da stimati e noti colleghi ed è costituito da psicologi e psicologi-psicoterapeuti che operano sia in ambito libero-professionale, sia all’interno dei servizi pubblici che nelle organizzazioni del terzo settore.
La lista dei candidati di Cultura e Professione Lazio è composta da nove psicologi provenienti da esperienze professionali, formative, generazionali e territoriali diverse, ma uniti dal valore della serietà, dell’onestà e della competenza:
MONTINARI Giovanna
BUONANNO Carlo
DE DOMINICIS Andrea
DE GIORGIO Carmela
DI GIUSEPPE Beatrice
GIANNINI Anna Maria
LASELVA Pasquale
SIMONI Danilo
VELOTTI Patrizia
Importante! Vota tutti i 9 candidati.
Per maggiori informazioni visita il sito: www.elezioniordinepsicologilazio.it; www.culturaeprofessione.it
Email: culturaeprofessionelazio@gmail.com



domenica 8 dicembre 2013

Nativi digitali ed emergenza educativa

La dottoressa Michela Pensavalli interviene al convegno "Annunciare Cristo nell'era digitale" nella giornata di venerdì 6 dicembre 2013 durante l'Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici per affrontare il tema dei "Nativi digitali ed emergenza educativa" 

 

 

 

giovedì 5 dicembre 2013

Soli davanti a videogiochi e tv e senza limiti d'orario, i minori fotografati dal Moige

Fonte: Agenzia dire del 03/13/2013- Rai news del 03/13/2013

ROMA - Il 40% dei ragazzi di età superiore ai 14 anni non ha mai avuto limiti di orario da parte dei propri genitori rispetto all’utilizzo dei videogiochi ed è anche libero di navigare senza alcun limite. Solo un esiguo 21% ha dei tempi stabiliti per l'utilizzo del computer e il 28% dei bambini non ha alcun limite di orario in cui guardare la Tv. Lo rivela ‘La Dieta Mediatica dei nostri figli’, un’indagine del Moige (Movimento italiano genitori) presentata oggi e curata da Tonino Cantelmi, professore incaricato di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione alla Lumsa di Roma, nonché presidente dell’Istituto di Terapia cognitivo interpersonale, che ha esaminato un campione di 941 studenti dai 6 ai 20 anni di 11 scuole di diverse regioni italiane (tra elementari, medie inferiori e medie superiori) per saperne di più in merito alla nuova cultura tecnomediata nella quale i nativi digitali stanno crescendo.

Per indagare quindi la quantità di tempo che i bambini e gli adolescenti trascorrono con i differenti mezzi di comunicazione e la frequenza del loro utilizzo nelle diverse ore della giornata è stato utilizzato un questionario articolato in otto sezioni, ognuna specifica per un diverso mezzo di comunicazione: Televisione; Computer e Internet; Telefonino; Cinema; Video Giochi; Radio; Riviste e quotidiani; Libri.

Dalla ricerca arriva dunque una denuncia: in Italia c’è una “emergenza educativa”, perché da questi dati si evince “la possibilità degli studenti di visionare materiale non adatto alla loro età. Il 25% dei ragazzi vede spesso in televisione film non adatti ai minori- precisa l’indagine- il 27% ha visitato, almeno una volta, pagine web con contenuti non idonei e il 22% ha videogiocato con giochi sconsigliati per la loro età”.

Per contrastare questi fenomeni, secondo lo studio, sarebbe “opportuno che i nativi digitali potessero fruire di questi strumenti in luoghi condivisi e accessibili a tutti i membri della famiglia, come ad esempio la cucina e il salotto. Invece è risultato che il 33% possiede la piattaforma dei videogiochi direttamente nella propria camera da letto e il 20% ne utilizza una portatile. La conseguenza è che il 34% degli intervistati inferiori ai 10 anni gioca il più delle volte da solo senza nessuno accanto e il 7% dei bambini (6-10 anni) gioca ‘sempre’ o ‘spesso’ ad un videogioco non adatto”.

Nella sezione ‘Computer’ i dati non sono più rassicuranti: “Circa il 40% del campione possiede un personal computer, (il 42% di questi è rappresentato dalla fascia di età dai 6 ai 10 anni), e il 32% ne ha uno nella propria camera da letto ( il 38,6% appartiene alla classe di età dagli 11 ai 13 anni). Di fatto il 24% del campione risponde che i propri genitori non sono a conoscenza di ciò che fanno su Internet e il 22% cancella la cronologia ‘sempre’ e ‘spesso’”.

Nella sezione ‘Televisione’ i dati aumentano drasticamente: “Sono addirittura più del 60% i ragazzi che possiedono un apparecchio televisivo nella propria camera da letto e non si riscontra alcuna differenza tra le varie fasce di età. La pervasività di questi mezzi fa si che il 30% del campione afferma che è ‘sempre’ o ‘spesso’ difficile smettere di video giocare e al 13% capita di perdere ore di sonno pur di continuare la partita. Tre intervistati su 10 hanno risposto che ‘spesso’ trascorrono diverse ore davanti la tv senza rendersene conto e circa il 20% degli intervistati afferma di non poter resistere neanche un’ora senza telefonino”.

Un utilizzo “non responsabile, e soprattutto non mediato dagli adulti, delle New Tecnology potrebbe condurre i ragazzi a condizioni psicopatologiche o a situazioni di ’isolamento sociale- avverte lo studio- il 21% degli intervistati ha risposto che preferisce guardare la televisione piuttosto che uscire e il 5% del campione risponde di preferire Internet piuttosto che vedersi con gli amici. Inaspettatamente risulta che anche il telefonino è spesso utilizzato come strumento per isolarsi o per mediare la relazione: più del 10% infatti preferisce ‘spesso’ o ‘sempre’ la comunicazione tecnomediata a quella face to face”.
Tonino Cantelmi, coadiuvato nella realizzazione dello studio dalle responsabili organizzative Maria Scicchitano e Giorgia Vinci, ha dichiarato che “la caratteristica fondamentale della società tecno liquida rimane la pervasiva tecnomediazione della relazione, ovvero rapporti mediati da strumenti tecnologici come il cellulare e il computer”. Un contatto “troppo precoce, intenso e prolungato con la realtà mediatica, con un computer, Internet, giochi elettronici e simulazioni virtuali rende difficile al bambino l’individuazione della linea di confine tra uomo e macchina, tra animato e inanimato, tra mondo della vita e mondo della tecnica. La coppia parentale ha il compito e il dovere di educare il proprio figlio ad un corretto ed adeguato uso degli strumenti tecnologici e dei mezzi di informazione. Per questo incarico- conclude- abbiamo bisogno di genitori che sappiano trasmettere delle narrazioni della vita, del mondo e del futuro e che non abbiano paura di scontrarsi con una realtà ‘tecnomediata’ che non sanno utilizzare”.
Foto: Presentata l'indagine La #dietamediatica dei nostri figli: http://www.moige.it/comunicato/media-e-minori-il-nativo-digitale-in-rete-chatta-gioca-scambia-foto-hot-ma-non-studiaTonino Cantelmi - Antonio Cesaro- Presentazione dieta mediatica





lunedì 2 dicembre 2013

"Annunciare Cristo nell'era digitale"


Si terrà dal 5 al 7 dicembre, a Roma, presso Villa Aurelia, la XXVI Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici sul tema «Annunciare Cristo nell’era digitale». Un tema già stabilito da Benedetto XVI e ora confermato da Papa Francesco. "Si tratta di una delle questioni più caratterizzanti del nostro tempo - afferma un comunicato - un tema particolarmente attinente alla missione dei fedeli laici nel mondo contemporaneo e a cui il Magistero pontificio degli ultimi anni non ha mancato di dedicare importanti interventi".

La terza giornata dell’Assemblea sarà riservata alla revisione e alla valutazione di proposte riguardanti i programmi futuri del Dicastero. La scelta del tema risponde a diverse sollecitazioni rilevanti. Innanzitutto, prosegue la nota, "è sembrato importante ribadire come l’impegno nel campo delle comunicazioni rientri in primo luogo nella vocazione e nella missione dei fedeli laici, chiamati all’animazione e al perfezionamento dell’ordine temporale per orientarlo a Dio per mezzo di Cristo" (cfr. Concilio Vaticano II, Decreto sull’apostolato dei laici Apostolicam Actuositatem, n. 7).
"È quanto mai urgente che i fedeli laici prendano piena coscienza delle nuove sfide che il rapido sviluppo della tecnologia delle comunicazioni pone di fronte alla Chiesa. Inoltre, l’ultimo Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione e la recentissima Esortazione apostolica di Papa Francesco Evangelii gaudium hanno posto fortemente l’accento sulla natura missionaria della Chiesa, quindi sull’importanza di non trascurare nessun ambito della vita dell’uomo contemporaneo perché possa giungere a tutti la bellezza e la gioia dell’annuncio del Vangelo. È indubbio che l’ambiente digitale sta diventando uno dei più rilevanti tra questi ambiti". Infine, nella definizione del programma e nella scelta dei relatori - si legge nel comunicato - "si è voluto prestare particolare attenzione alla situazione reale dello sviluppo del 'mondo digitale', evitando le facili semplificazioni in un senso o in un altro, dovute da un lato a un eccessivo entusiasmo che non vuole vedere i rischi e i problemi che il web sta ingenerando, tra i giovani ma non solo; dall’altro a chiusure pregiudiziali, che vedono solo rischi e finiscono per impedire il retto uso delle nuove straordinarie possibilità offerte da internet".
La partecipazione ai lavori in assemblea è riservata ai membri e consultori del Pontificio Consiglio per i Laici. La struttura del programma prevede nella prima giornata una relazione introduttiva, tenuta dal cardinale Stanisław Ryłko, Presidente del Dicastero, sull’annuncio del Vangelo nel mondo globalizzato, con particolare attenzione al Magistero. Seguiranno le relazioni del prof. Mario Pollo, sul mondo virtuale e i suoi sviluppi, del prof. Tonino Cantelmi, sulla struttura psicologica e l’identità dell’uomo contemporaneo che utilizza i nuovi mezzi, e di Padre Antonio Spadaro, sull’evangelizzazione nella rete.
La seconda giornata sarà caratterizzata da due importanti tavole rotonde. La prima affronterà le problematiche emerse dal diffondersi di internet, e sarà affidata a illustri rappresentanti del mondo della psichiatria, della psicologia e della scienza delle comunicazioni, che tratteranno dei social network (Vincenzo Comodo), dei “nativi digitali” (Michela Pensavalli), della violenza in relazione alla rete, delle diverse dipendenze da web (Luigi Janiri) e della emergente tecno- religiosità (Angelo Romeo). La tavola rotonda del pomeriggio sarà dedicata alle grandi opportunità offerte da internet, nel campo dell’informazione (Michele Zanzucchi), della presenza istituzionale in rete (Daniel Arasa), delle iniziative di solidarietà nate e favorite dalla rete (Michel Roy) e sui metodi di educazione all’uso di internet (Jonah Lynch).

La relazione di mons. Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, sulla presenza cristiana nella rete e sulle prospettive future concluderà il secondo giorno dei lavori. Il terzo giorno sarà dedicato alla presentazione del sito del Pontificio Consiglio per i Laici (Francesca Acito), alla relazione di mons. Clemens, Segretario del dicastero, sul lavoro svolto e sui programmi del Pontificio Consiglio per i Laici, e soprattutto all’udienza del Santo Padre, vero coronamento della nostra Assemblea plenaria.

venerdì 29 novembre 2013

La dieta mediatica dei nostri figli - Presentazione della ricerca del Moige curata dal Prof. Tonino Cantelmi

 download         LOGO_ITCI_CURVE

I nativi digitali che rapporto hanno con la televisione? Hanno mai guardato film o programmi a loro vietati? Quanto si sentono influenzati dalla tv? Per quale motivo navigano in rete? Quanto tempo al giorno sono connessi? Come si comportano nelle chat on line? Hanno più amici su internet o nel mondo reale? Quanto tempo riescono a resistere senza telefonino? Come scelgono i film al cinema? E i videogiochi? Quanto li usano ogni giorno? Cosa ascoltano alla radio? Leggono quotidiani, libri o riviste di informazione?


Annunciare Cristo nell'era digitale - Convegno Pontificio Consiglio per i Laici - dicembre 2013


La dottoressa Michela Pensavalli interverrà al convegno "Annunciare Cristo nell'era digitale" che si terrà presso il Pontificio Consiglio per i Laici nella giornata di venerdì 6 dicembre per affrontare il tema dell'emergenza educativa nell'epoca della digitalità e dei nativi digitali.



venerdì 22 novembre 2013

Nativi digitali: istruzioni per l'uso - Convegno 29 novembre 2013

La dottoressa Michela Pensavalli interverrà come relatrice durante il convegno 
"NATIVI DIGITALI: ISTRUZIONI PER L'USO" 
che si terrà venerdì 29 novembre dalle ore 21.00 
presso la Parrocchia S. Michele Arcangelo - Piazza Balacchi, 7 - Santarcangelo di Romagna per approfondire il concetto di digitalità spiegando chi sono i "nativi digitali", quali sono le tecnologie da loro più usate ed evidenziando quali sono i possibili pericoli che si possono trovare in rete, suggerendo le possibili strategie da attuare per prevenirli.


martedì 19 novembre 2013

Gli IFO partecipano alla Campagna TVD: Ti voglio donare - Prof. Tonino Cantelmi e D.ssa Giorgia Vinci

     

Roma, 18 Novembre 2013 - Sensibilizzare i giovani alla cultura del “dono di sé stessi” è l’obiettivo della Campagna “Ti voglio donare – TVD”. Si tratta di un progetto destinato alla formazione e alla sensibilizzazione scolastica in materia di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule. Il TVD è promosso dal Ministero della Salute e della Pubblica Istruzione in collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti, e con le maggiori Associazioni di settore: AIDO (Associazione Italiana Donatori di Organi, Tessuti e Cellule), ADMO (Associazione Donatori di Midollo Osseo) e AVIS(Associazione Volontari del Sangue), ecc.
Il TVD è uno strumento formativo pensato e realizzato da un gruppo di esperti della materia con linguaggio e immagini adatti alla sensibilità degli adolescenti e dei loro insegnanti.
La regione Lazio e gli IFO (Area di supporto alla persona, diretta da Tonino Cantelmi, Coordinamento trapianti, Responsabile Loredana Neri) in collaborazione con Giorgia Vinci della scuola di Psicoterapia SCINT – MIUR, e l’Ufficio Scolastico Regionale  - MIUR, partecipano al progetto nazionale attraverso la metodologia della Peer Education.
L’incontro formativo  per allievi e insegnanti coinvolgerà 10 scuole e si terrà  il 25 novembre dalle 9.30 alle 12.30 presso il Centro Congressi Bastianelli.
“La Peer Education  - spiega Cantelmi - traducibile come “prevenzione tra pari” è un metodo di intervento particolarmente utilizzato nell’ambito della promozione della salute e più in generale nella prevenzione. In essa, alcune persone opportunamente formate intraprendono attività educative con altre persone loro pari, cioè simili a loro quanto a età condizione lavorativa, genere sessuale, status, entroterra culturale, linguaggi comunicativi o esperienze vissute. Queste attività educative mirano a potenziare le conoscenze, gli atteggiamenti, le competenze, che consentono di compiere delle scelte responsabili e maggiormente consapevoli riguardo alla salute personale e della collettività.”
“Alle scuole che parteciperanno alla campagna  - prosegue e conclude Vinci- verrà chiesto di selezionare 5 allievi dell’ultimo anno di corso ed un insegnante per scuola disponibili ad essere futuri peer educators. Questi parteciperanno all’ incontro formativo organizzato presso i nostri Istituti nel corso del quale saranno formati per la comunicazione con gli allievi dell’ultimo anno delle scuole di appartenenza.”
Il Centro Nazionale Trapianti, è impegnato a  ottimizzare sempre più il progetto  Ti voglio donare, e realizzare in futuro nuovi strumenti educativi che rispondano sempre meglio alle esigenze specifiche degli studenti. 


lunedì 18 novembre 2013

Il bambino e le parole perdute, la mutazione dell'infanzia nel silenzio degli adulti - Convegno 21 novembre 2013

La dottoressa Michela Pensavalli interverrà come moderatrice della tavola rotonda nel convegno "Il bambino e le parole perdute, la mutazione dell'infanzia nel silenzio degli adulti" che si terra Giovedì 21 Novembre dalle ore 16.00 alle ore 20.00 presso la Casa dell'Aviatore in Viale dell’Università, 20 – Roma

Il convegno è gratuito previa prenotazione all'indirizzo mail  info@duetc.it
Crediti formativi: 3 per psicologi, psicoterapeuti, infermieri, medici (tutte le discipline)


Programma del convegno

16,00-16,10  Ingresso e registrazione partecipanti

16,10-17,10 Lezione magistrale: I nativi digitali e l’infanzia smarrita Prof. Tonino Cantelmi - Psichiatra e psicoterapeuta, LUMSA, Roma

17,10-18,10 Relazione: comprendere e sostenere le nuove forme del disagio infantile e familiare Prof.ssa Maria Beatrice Toro – Psicologa e Psicoterapeuta, LUMSA, Roma

18,10 – 19,30 Tavola Rotonda: Il bambino nelle nuove realtà familiari ed educative

Relatori invitati: 
Avv. Mario Pollo, LUMSA, Roma
Avv. Prof. Maria Giovanna Ruo, LUMSA, Roma 
Prof.ssa Marisa Malagoli Togliatti, Università Sapienza, Roma; 

Modera: Dott.ssa Michela Pensavalli, ITCI Istituto di Terapia Cognitivo-Interpersonale.

19,30 – 20,00 Conclusione: Le parole per dirlo Dott.ssa Anna Lubrano Lavadera, Sapienza, Roma 

20,00 Restituzione Questionari per la verifica ECM

venerdì 8 novembre 2013

L'Apa declassa la pedofilia a "orientamento". Cantelmi: errore gravissimo frutto di pressioni ideologiche - Tonino Cantelmi


Un errore gravissimo, frutto di pressioni ideologiche: è il commento del prof. Tonino Cantelmi, presidente dell’Associazione Italiana Psichiatri e psicologi cattolici, sulla decisione dell'Apa, l’Associazione degli psichiatri americani che ha declassato, nell’ultima pubblicazione del manuale di riferimento (Statistical Manual of Mental Disorders), la pedofilia da "disordine" a “orientamento”. Dopo le accuse di aver normalizzato tale patologia, i medici americani rettificheranno il testo con la doppia dicitura: “Pedofilia” e “Disordine pedofiliaco”. Massimiliano Menichetti ha fatto il punto con lo stesso Tonino Cantelmi:RealAudioMP3 

R. – In generale questa quinta edizione del manuale degli psichiatri americani cede purtroppo a moltissime pressioni sociali, che non riguardano solo la pedofilia, ma tanti altri ambiti. Nel complesso siamo in un momento molto difficile. Sulla pedofilia c’è da ribadire una cosa importante, cioè che è necessario mantenerla all’interno delle inaccettabili perversioni: qualunque sfumatura è confusiva e quindi temo moltissimo anche questa precisazione dell’Apa. 

D. – Che cos’è dunque la pedofilia?

R. – La pedofilia è un’attrazione sessuale per bambini e bambine prepuberi. Oggi facciamo questa diagnosi anche soltanto se ci sono queste fantasie, anche se non c’è l’atto e se queste fantasie durano più di sei mesi. Credo, quindi, che il tentativo degli psichiatri americani sia quello di distinguere alcune forme, ma questa distinzione, secondo me, è molto confusiva.

D. – Comunque, la parola “orientamento” è affiancata a pedofilia; prima era identificata come “disordine mentale”, prima ancora – 50 anni fa – come “malattia”... 

R. – Sta succedendo che, da un lato, c’è l’esigenza a diversificare e comprendere e, dall’altro, però, ci sono anche delle subdole pressioni, che in qualche modo hanno a che fare con una terribile deriva dei nostri tempi.

D. – In che senso professore?

R. – Stiamo andando verso una forma di anarchia circa la sessualità. In qualche modo, non riusciamo più a fare delle valutazioni con delle priorità, collegate alla sessualità e alla relazione. Dal mio punto di vista, accostare orientamento sessuale e pedofilia è un gravissimo errore in tutti i sensi. La pedofilia appunto è un’attrazione sessuale per bambini e bambine prepuberi, prima ancora che ci sia uno sviluppo dei caratteri sessuali. E’ un qualcosa, dunque, che viene prima, è un qualcosa di sicuramente perverso.

D. – L’Onu, da anni, ha accettato la teoria del gender, ovvero che non esistono nette distinzioni tra uomo e donna; poi, pedofilia, orientamenti sessuali. Mi riferisco anche alle recenti linee guida dell’Oms, che presentano delle criticità come il fatto che si parli di bambini da 0 a 15 anni, favorendo la masturbazione, i rapporti precoci anche tra lo stesso sesso, ecc...

R. – Si sta andando verso forme di ideologia e non verso forme di educazione basata su evidenze scientifiche. In più, c’è da dire che al di là della differenza tra il maschile e il femminile, queste fasi di sviluppo della sessualità sono state stabilite in modo ideologico, a tavolino, come se volessimo costruire una generazione di persone che dimentica completamente una dimensione antropologica sana e ricostituiva come quella della sessualità, che si sviluppa all’interno di una relazione sostanzialmente valida. 

D. – Ma, quindi, si sta “passo passo” sovvertendo un ordine o quello a cui stiamo assistendo è il frutto di un caos?

R. - Qualcuno molti anni fa ha detto che arriverà il momento in cui “negheranno l’evidenza”. Ecco, questo è il momento in cui accade, in cui la ragione si piega ad altro. Sulla sessualità direi che stia avvenendo in maniera formidabile. Di sicuro c’è che le modalità con le quali si sta esplicando la dimensione sessuale oggi, nei vari ambiti educativi, sono modalità generate da ideologie, che non hanno nulla a che vedere né con la scienza né con la natura.

Testo proveniente dalla pagina 
del sito Radio Vaticana 

giovedì 31 ottobre 2013

Aggressori e aggrediti: una realtà sociale

Home


di Luisa Novorio

Avezzano - Il Centro Antiviolenza della Croce Rossa Italiana di Avezzano, grazie al coordinamento della dott.ssa Annamaria Morgante, ha organizzato il 2° convegno dibattito sulla tematica che da giorni imperversa, indistintamente su tutte le testate giornalistiche, nazionali e locali: la violenza.
Alla ribalta di cronaca tanti omicidi le cui vittime sono prevalentemente donne. Madri, figlie, sorelle, e poco importa se di diversa etnia o prostitute, donne. Per molti, forse in base alla statistica ricercata in web, questo non è molto rilevante in quanto il numero di omicidi che vedono coinvolti gli uomini sono di gran lunga superiori. Forse però non viene ricordato che gli uomini spesso si ammazzano tra di loro per sporco interesse, droga, regolamento di conti, appartenenza alla malavita organizzata o per la propria supremazia sul branco.

La donna viene uccisa per un subdolo potere di supremazia e senso di proprietà che manifesta palesemente la repressione dell'uomo. Per fortuna se ne parla, e se ne deve parlare, come è avvenuto nella platea del Teatro dei Marsi, se ne parla ai giovani, che sono coloro i quali diventeranno gli uomini e le donne di domani, e -ancora per fortuna- vogliono capire cosa vuol dire violenza, e come proteggersi nell'eventualità di subirla. Non per questo viene effettuata una manipolazione su di loro. Manipolazione del giovane è da parte di quei genitori, vedi il caso di bullismo ultimamente accaduto tra ragazzini che hanno pesantemente malmenato un coetaneo portatore di handicap, che alla punizione inflitta ai propri figli, hanno tranquillamente dichiarato " Eccessiva punizione, una ragazzata". Genitori permissivi e superficiali. Meglio sapere che ignorare.

Come detto sopra, una platea piena dei giovani studenti degli Istituti Superiori di Avezzano. Discorsi di relatori altamente professionali che hanno saputo porgere con semplicità i dati scientifici e le spiegazioni inerenti alle tematiche el convegno.
La Prof.ssa Maria Teresa Letta Vice-Presidente Nazionale della CRI , ha dato il saluto ai presenti ad inizio dei lavori, ma ha sentitamente ringraziato, alla fine, i giovanissimi per la loro partecipazione. Non altrettanto entusiasta lo è stata, in sede privata, con i 33 sindaci della Marsica da lei invitati e mai arrivati. Delusione per la mancanza soprattutto del Sindaco Testa di Tagliacozzo. Apprezzamento comunque verso il sindaco di Avezzano che quanto meno ha inviato, in sua rappresentanza,  Gianfranco Gallese.
Argomenti importanti e sensibili.   Il Prof Tonino Cantelmi -psichiatra e psicoterapeuta-direttore SCINT e IFO Roma dichiara: "Questa è un'epoca straordinaria, con una tecnologia di avanguardia, condividiamo tutto su FB, e su qualche altro social network ma fondamentalmente siamo più soli. In questa solitudine albergano tante nostre insicurezze. Direi che bisogna ricostruire la possibilità di stare insieme, incontrarsi parlare reciprocamente, questo per avere un antidoto contro la violenza. I genitori di oggi sono genitori piuttosto buoni, accudenti, affettuosi, ma incapaci di fare i genitori, di trasmettere il senso della vita. La violenza tra bambini, il bullismo è una delle violenze più crudeli, ed è l'interrogativo che ci stiamo ponendo, come mai tanti bambini aggrediscono altri bambini, come adulti dobbiamo avere la capacità di captare questo fenomeno e di intervenire".
La dott.ssa Michela Pensavalli -psicologa e psicoterapeuta-coordinatrice ITCI  sottolinea:  "Le dipendenze affettive come tossicodipendenza? In alcuni casi sì, si verifica quando una persona tende a sbilanciarsi personalmente a carico della sua vita e a suo danno, si disconnette dai propri bisogni, dalle proprie pulsioni, è incapace di riconoscere i sentimenti personali a livello di sentimenti vissuti nella coppia, allora possiamo parlare di amore patologico, cuore dipendente. I dipendenti affettivi sono persone che si escludono progressivamente da una vita sociale ed anche dalla vita familiare, sono persone che presentano sintomi anche di ansia, di angoscia, di depressione e quindi sul piano esponenziale si impoveriscono sempre di più. Sono persone che hanno un investimento grandioso ed esagerato nella relazione di coppia, che vivono questa con un vissuto di grande fusionalità, simbiosi e quindi morbosità. Sono persone che rappresentano il rapporto a due come unica fonte di benessere escludendo qualsiasi altro tipo di relazione fruttifera nella loro vita. Il sentimento ed il vissuto dell'idea ossessiva è qualcosa che va molto in sintonia con il concetto di amore, e di dedizione totale all'altro, i dipendenti affettivi si autogiustificano dicendo che è un amare, che però è un amare grande, completo e si nascondono dietro questa illusione per mascherare una condotta che è assolutamente patogena, chi è accanto a loro ha una visione maggiore dei comportamenti ossessivi e quindi può appoggiare la persona dipendente a chiedere un consulto ed un aiuto".
La Dott.ssa Maria Monteleone -Procuratore aggiunto della della Repubblica di Roma- durante il suo intervento ha sottolineato che si giunge a commettere reato non solo per la mancanza di amore, ma anche per mancanza di amicizia questa la spiegazione: "Purtroppo in questi ultimi anni si è assistito sempre di più al coinvolgimento dei minori nei processi penali, minori molto spesso come autori dei reati, ma anche come vittime, soprattutto come vittime, di comportamenti criminosi molto spesso commessi e condotti nell'interno della famiglia e talvolta anche nei rapporti all'interno delle scuole, delle palestre, e con i loro coetanei. In merito alle novità all'interno della legge 119 da parte del legislatore, questi i punti innovativi: "I più importanti sono quelli che mirano a tutelare in maniera concreta la vittima di determinate tipologie criminose, mi riferiscono per esempio alla novità importantissima secondo la quale nell'ipotesi in cui si debba procedere, non solo ad applicare una misura cautelare nei confronti dell'autore di violenza ma anche a modificare o revocare le misure cautelari applicate, la vittima deve avere la possibilità di interloquire, la vittima ed il suo difensore possono rappresentare al giudice eventuali esigenze contrarie e possono ovviamente essere ascoltate e sentite di modo che, il giudice possa tenere conto delle esigenze della vittima nel momento in cui dovesse valutare la necessità o l'opportunità di modificare le misure cautelari. Mi permetto di dire che probabilmente se questa norma fosse esistita nel mese di giugno o luglio,, il pedofilo, nei confronti del quale è stata revocata la misura, non avrbbe mai potuto liberamente scegliere di andare ad abitare nel piano superiore a quello della piccola vittima, cosi come ora fa".
L' Avv. Giancarlo Paris - consulente legale della FIGC e Vice Presidente Associazione "Giuristi Cattolici" espone il concetto di famiglia "Il concetto di famiglia è problematico da indentificare in questa nostra epoca. Alla famiglia tradizionale alla certificazione di stato civile, o con funzione religiosa, si sostituiscono altre forme, come il concetto di convivenza, ormai abbastanza consolidato. Un esempio finalizzato alla difficoltà procedurale è con la rappresentazione di una cassetta della frutta. Essa è lì davanti ed ognuno quando ha necessità, preleva il frutto che ritiene di prendere in quel momento, collegando così alla norma giuridica che sposa il caso concreto e viceversa; quindi se si compie un reato al reato corrisponde una norma, pertanto sembrerebbe semplice prendere la norma che va a individuare quel reato e dare la sanzione conseguente, invece non sempre è così quando questa norma riguarda l'ambito familiareLe situazioni sono più complesse e di difficile indentificazione proprio perchè sono complessi i problemi all'interno della famiglia, e la norma che si può pensare di applicare, ad esempio sulla violenza, va studiata in ordine alla sociologia e quindi all'aspetto interiore del rapporto tra famiglia ed individuo, quale componente della famiglia, ma anche tra famiglia, individuo e società. L'interpretazione della norma sarà molto più difficile che non l'apprensione sic et sempliciter della norma. L'effetto famiglia spugna fa riferimento al fatto che c'è interessenza tra la famiglia e la società esterna. La famiglia ha la capacità di prendere i segnali dati dalla società ed interiorizzarli per poi proiettarli con tranquillità all'esterno, tutto quello che c'è di buono, mentre quando questo non avviene, e se tutti i segnali, maggiormente quelli deleteri, vengono presi dai componenti del nucleo, o da uno o da più di essi, e vengono interiorizzati nella famiglia, diventano una zavorra, un peso che può determinare un assorbimento eccessivo. La famiglia recepisce le varie problematiche, le involve e quindi si determina un trauma con la dissoluzione del rapporto".
Il tenente CC Racis Francesca Lauria, ha dettagliatamente puntualizzato le problematiche dello stalking, e come difendersi dallo stalker, non reagendo alla perseguzione. Ha fornito inoltre il numero di utilità della Presidenza del Consiglio a cui rivolgersi per trovare il centro di ascolto più vicino: il 1522.
Emozionante il momento artistico offerto dagli allievi della Scuola di Danza del Teatro dell'Opera di Roma diretta da Laura Comi Etoile su coreografie di Gerardo Porcelluzzi, 1° ballerino del Teatro dell'Opera di Roma.

giovedì 24 ottobre 2013

AGGRESSORI E AGGREDITI: la violenza nell'era post-moderna e tecnoliquida - Convegno Avezzano 31 ottobre 2013

La dottoressa Michela Pensavalli parteciperà come relatrice al convegno che si terrà il 30 ottobre 2013 ad Avezzano per affrontare e discutere del tema della "dipendenza affettiva". 



Morte e decapitazioni, Facebook ammette i video violenti

Sky.it

Facebook, l'azienda di Mark Zuckerberg decide, nell'incredulità di tutti, di ammettere sul suo social network immagini e video contenenti episodi di violenza, rappresentazioni di torture, decapitazioni, esecuzioni, atti di terrorismo, giustificandosi nel fatto che a volte attraverso la condivisione è possibile contrastare e condannare la violenza.

La dottoressa Michela Pensavalli, intervistata da Helga Cossu di SkyTg24, sottolinea come questa decisione sia pericolosa per le conseguenze emotive e di emulazione da parte dei numerosi bambini, anche minorenni, che accedono al social network e che visualizzano questi filmati.


Guarda il video completo all'indirizzo:

SERVIZIO PRIMO SOCCORSO PSICOLOGICO


Nella giornata di ieri, mercoledi 23 ottobre, presso la sede l’Ordine degli Psicologi del Lazio è stato presentato il Servizio di Primo Soccorso Psicologico (www.primosoccorsopsicologico.it).
Il Servizio è stato realizzato grazie all’intraprendenza degli psicologi dell’Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale in collaborazione con Psicologi Protagonisti. L’iniziativa è patrocinata da Roma Capitale. Il Prof. Tonino Cantelmi svolge l’attività di supervisione del Servizio.
La giornata di presentazione ha visto la partecipazione di numerosissime persone tra studenti, rappresentati di associazioni e psicologi. Un grazie particolare va rivolto all’Ordine degli Psicologi del Lazio che ha messo a disposizione due stanze per accogliere i partecipanti all’evento.

domenica 13 ottobre 2013

BULLI NELLA RETE - intervista Skytg 24 del 5 ottobre 2013


La dottoressa Michela Pensavalli, intervistata da Helga Cossu di SkyTg24, affronta il tema del bullismo e del cyberbullismo

Dopo gli ultimi fatti di cronaca accaduti in Italia e nel mondo, è utile e fondamentale rendere comprensibili i meccanismi di questo pericoloso fenomeno che si sta sviluppando sempre di più tra i giovani di oggi. 
L'intervista spiega in particolare chi è un bullo, come si comporta e come agisce e attraverso i consigli degli esperti, viene suggerita la modalità di intervento in situazioni di bullismo che possono essere vissuti in prima persona o per capire come aiutare chi la sta vivendo.
(fonte video: skytg24)



venerdì 11 ottobre 2013

Evangelizzare nella società delle reti tecnoliquide. La Chiesa lametina raccoglie la sfida della Nuova Evangelizzazione - Tonino Cantelmi



Una città cambiata radicalmente, in cui le nuove reti di comunicazione modificano i paradigmi delle relazioni umane; una città in cui i network tecnoliquidi "sacrificano" in nome dell'efficienza e della rapidità i valori dell'empatia, della solidarietà umana, dell'incontro autentico.
In questo scenario postmoderno, anche la Chiesa lametina vuole raccogliere la sfida della nuova evangelizzazione e dà inizio al nuovo anno pastorale riflettendo su come è possibile evangelizzare in una città senza punti di riferimento stabili, in cui tuttavia rimane vivo il desiderio degli uomini di senso e di risposte definitive.

"Il Concilio Vaticano II ci indica le strade nelle quali noi cristiani possiamo incontrare gli uomini del nostro tempo". Così il Vescovo Mons. Luigi Cantafora che, in apertura dei lavori, moderati da Don Giacomo Panizza, ha ricordato la coincidenza tra l'inizio del Nuovo Anno Pastorale, il cinquantesimo anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano III e i 50 anni delle Acli a Lamezia. Cantafora, nella sua meditazione, ha toccato i temi della crisi e della disoccupazione come "le gravi emergenze della nostra comunità lametina", ma anche in questa realtà "non può mancare la testimonianza cristiana che apre i cuori alla speranza" e fa capire che "Cristo è la risposta al desiderio di pienezza e di senso dell'uomo"-

Quali sono i rischi della "città tecnoliquida"? Per il Prof. Tonino Cantelmi della Pontificia Università Gregoriana, nelle città di oggi "si svolge un dialogo drammatico tra nativi digitali e immigrati digitali" e sin da bambini si è sottoposti "a un'immersione prepotente e invasiva nella tecnomediazione che da un lato genera efficienza, rapidità, e al tempo stesso fa perdere la capacità di capirsi e di avere degli incontri autentici".

Il docente ha evidenziato che "nessuna tecnologia può sostituire quel desiderio di incontro autentico con l'altro che è inscritto nell'essere umano" e che richiede tempo, riflessione, aspetti messi in discussione da una realtà dove "la prima regola è la velocità" e le relazioni sono sempre più fugaci e destinate al "consumo immediato".

Ma questo "nuovo mondo" determinato dalle nuove tecnologie può essere una provocazione per i cristiani del nostro tempo? A partire da questa domanda, la riflessione di Don Luca Pandolfi, Professore alla Pontificia Università Urbaniana, richiamandosi ai discorsi pronunciati da Papa Giovanni XXIII in apertura del Concilio Vaticano II, ha colto nelle parole del Papa Buono la svolta di una Chiesa che "non guarda alla modernità come se fosse tutta una catastrofe", una Chiesa che "supera lo steccato che divide tra buoni e cattivi", comprendendo "che Dio può parlare anche in quel mondo che sta fuori dal Tempio".
"La strada della nuova Evangelizzazione" – ha asserito il sacerdote – "io non la so, ma siete voi a doverla trovare insieme, non sentendovi dipendenti del Parroco, ma sentendovi adulti", recuperando "lo spirito conciliare di una Chiesa che si mette insieme nella diversità" senza la pretesa dell'omologazione della Torre di Babele ma di realizzare una "nuova Pentecoste", "che sappia accogliere uomini e donne di ogni lingua, popolo e nazione".



mercoledì 9 ottobre 2013

Etica della responsabilità e mondo del gioco - Tonino Cantelmi



In un convegno di studi recentemente organizzato dall'Istituto Petroniano di Studi Socialidell’Emilia Romagna (IPSSER - www.ipsser.it-) e dall'Istituto Veritatis Splendor è stata finalmente posta, nel più qualificato livello scientifico ed interdisciplinare, l’attenzione sulle insidie e le emergenze sociali del gioco d'azzardo nel nostro Paese. Il convegno, che si è tenuto a Bologna il 26 gennaio scorso con il patrocinio dell’Università della stessa città, ha proposto una importante riflessione sul fenomeno sociale del gioco d'azzardo e sulle possibili implicazioni sotto i diversi punti di vista medico, psicologico, giuridico, economico, sociologico ed etico (cfr. La vita non è un colpo di fortuna, in Zenit, 17 gennaio 2013).
Allo scopo di promuovere una presa di coscienza e di responsabilità nelle Istituzioni nazionali e nella società civile italiana, insieme con impegni di prevenzione e di cura in una prospettiva di aiuto alle persone, con il presente studio si proporranno alcuni elementi e considerazioni su due campi tenuti fuori dal convegno su citato, ed apparentemente distinti fra di loro: quello finanziario e quello religioso.
Iniziamo dunque con il primo settore, quello finanziario, focalizzando l’attenzione sul piano statistico. Si attingerà, quindi, ai dati sulla raccolta e sulle vincite ai giochi presenti sul sito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Istituzione preposta al controllo del gioco pubblico in Italia. Il dato che più macroscopicamente rende l’idea della crescita del fenomeno, è quello che si ottiene comparando il totale della “raccolta”, rispettivamente, nel gennaio 2011 e nell’ottobre 2012. Ebbene, lo Stato ha incassato per il gioco pubblico, vale a dire per lotterie, lotto, superenalotto, ippica etc., nel 2011 più di 62 milioni di euro. Questa cifra è schizzata a ben 70.262 milioni di euro nell’ottobre 2012, con un incremento quindi registrato in poco più di 20 mesi del 13% (fonte AAMS - http://www.aams.gov.it/). Come rilevato quindi da alcuni media più attenti al collegamento esistente fra dinamiche psicologiche individuali e secolarizzazione collettiva, dopo che negli Stati Uniti da almeno un decennio se ne stanno denunciando i costi sociali, anche in Italia il fenomeno sta dilagando (cfr. Giuseppe Brienza, Gioco d’azzardo, dipendenza moderna, in Vatican Insider, 21 maggio 2012).
Eccoci quindi al secondo “campo” della nostra analisi sul fenomeno dei giochi, che è stato stimolato, in particolare, da uno studio pubblicato lo scorso anno dal Center of Public Conversation dell’Institute for American Values di New York, a firma del ricercatore Paul Davies, con il clamoroso titolo: La cattiva scommessa dell’America: perché la crescente partnership tra governi e casinò è un patto col diavolo (“America’s Bad Bet: Why the Growing Government-Casino Partnership is a Deal with the Devil”). La ricerca documenta il rilevante impatto negativo del gioco d’azzardo negli Stati Uniti, collegandolo con l’anomia valoriale e la demolizione familiare che, sempre più, ne sta colpendo non solo le fasce sociali più “basse”.
Il rapporto denuncia la perversa strategia intrapresa da molti degli Stati federati che, con il perdurare dell’anemica crescita economica caratterizzata da gettito fiscale in ribasso, sta indulgendo nella sempre maggiore “legalizzazione” del gioco d’azzardo nella speranza di procacciare fondi aggiuntivi alle finanze pubbliche. Proprio nello Stato di New York il governatore Mario Cuomo ha infatti proposto di modificare la costituzione federale, per legalizzare una volta per tutte i casinò commerciali. Il Michigan gli sta andando a ruota mentre, il primo casinò dell’Ohio, è stato aperto nel maggio 2012 a Cleveland, cui ne è seguito un secondo nel giugno successivo a Toledo.
Nel Maryland, nel novembre dello scorso anno, si è votato per l’apertura di un sesto casinò oltre che per l’aggiunta di tavoli da gioco nei casinò già esistenti. I danni sociali ingenerati da tali dinamiche affliggono soprattutto ma non solo gli strati più emarginati e poveri della popolazione, coinvolti nel vizio del gioco e quindi poco propensi a cercare un proprio riscatto sociale attraverso il lavoro.
Sebbene le statistiche ufficiali del gioco d’azzardo negli Stati Uniti risalgano ancora al 2006, come rilevato dall’agenzia di stampa cattolica “Zenit”, in quell’anno gli americani hanno perso al gioco la stratosferica cifra di 91 miliardi di dollari. «La seduzione dell’arricchimento rapido e facile, - ha commentato al proposito padre John Flynn, della Congregazione dei Legionari di Cristo -, ben si sposa con la mentalità contemporanea della gratificazione istantanea. La maggior parte dei giocatori vengono dalle categorie meno capaci di sostenere l’onere delle loro inevitabili perdite: anziani, minoranze e classe operaia. […] Un gioco d’azzardo più diffuso può sembrare un’opzione attraente per i governi ma a tutto discapito della gente, della quale sono tenuti a proteggere il welfare» (Governi avidi e gioco d'azzardo, in “Zenit”, 20 aprile 2012).
A questo punto non pare inutile ricordare come, nel commento del settimo comandamento “Non rubare”, il numero 2413 del Catechismo della Chiesa Cattolica stabilisce che, “I giochi d’azzardo (gioco delle carte, …) o le scommesse non sono in se stessi contrari alla giustizia. Diventano moralmente inaccettabili allorché privano la persona di ciò che le è necessario per far fronte ai bisogni propri e altrui. La passione del gioco rischia di diventare una grave schiavitù. Truccare le scommesse o barare nei giochi costituisce una mancanza grave, a meno che il danno causato sia tanto lieve da non poter essere ragionevolmente considerato significativo da parte di chi lo subisce”.
Anche in Italia, proprio a causa del collasso etico frutto anche del secolarismo, le forze più consapevoli del volontariato sociale stanno alzando la guardia nei confronti del fenomeno, molto sottovalutato da politici e media. Ad esempio, l’ultimo numero della rivista del “Centro Italiano di Solidarietà” (CeIS), fondato a Roma da don Mario Picchi (1930-2010) e da oltre quarant’anni impegnato nel recupero dei giovani da ogni forma di tossicodipendenza (http://www.ceis.it/), è interamente dedicato all’approfondimento di quelli che sono gli effetti del gioco sulla psiche e sulla sorte delle persone e delle famiglie.
Nel primo contributo del Dossier “Gioco d’azzardo, dipendenza moderna”, pubblicato su “il Delfino on line”, n. 2, dell’aprile 2012, firmato da Mario Pollo, professore di Pedagogia Generale e Sociale alla Lumsa di Roma e collaboratore del CeIS, si distingue fra le forme di gioco utilizzate come forma saltuaria di evasione dallo stress e dai ritmi della vita quotidiana, alle dipendenze del gioco d’azzardo compulsivo che si osservano con sempre maggiore preoccupazione anche nella realtà italiana. Se le prime modalità, osserva Pollo, «si limitano a far vivere alla persona il gioco come qualcosa di funzionale al lavoro e alla vita sociale, nel senso di offrire quello scarico dello stress e delle tensioni necessario a riprendere con rinnovata lena la vita quotidiana, nel caso del gioco d’azzardo compulsivo le perturbazioni producono nella persona l’alienazione della propria vita, il suo sottometterla a qualcosa di esterno a essa che come una sirena chiama al naufragio sugli scogli della distruttività. In questi ultimi casi il gioco da strumento di libertà e di liberazione diviene uno strumento di schiavitù, da luogo di creazione di una vita più ricca e umanamente realizzante si trasforma in luogo della distruzione della vita stessa» (Educare al gioco, in “il Delfino on line”, n. 2, aprile 2012, p. 4).
Un primo contributo di analisi psicologica “tarato” sulla situazione italiana è quindi offerto sulla rivista dallo studio del medico-chirurgo, specializzato in psichiatria, Tonino Cantelmi, che è stato il primo in Italia a occuparsi dell’impatto della tecnologia digitale sulla mente umana (c.d. “Internet Dipendenza”, cfr. http://www.toninocantelmi.com/). Con il collega Emiliano Lambiase,  Cantelmi denuncia come, sebbene il gioco d’azzardo patologico sia stato riconosciuto per la prima volta come disturbo mentale fin dal 1980, «con la sua introduzione nel DSM-III all’interno dei Disturbi del Controllo degli Impulsi», nel contesto attuale i siti Internet che si occupano di gioco d’azzardo fioriscono indisturbati. Sebbene la maggior parte delle persone sembrino essere in grado di giocare responsabilmente, aggiunge lo psichiatra cattolico, «viene stimato che circa il 3% della popolazione lotta contro la dipendenza da gioco».


end-tag" "