Itci - Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale

Itci - Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale

lunedì 4 ottobre 2010

Incontri formativi 06 ottobre 2010

Bambini e ADHD: Convegno a Tivoli


Il Dipartimento Materno Infantile ASL RM/G e la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo Interpersonale SCINT – Direttore Didattico Dott.ssa Maria Beatrice Toro- organizzano : “L’ADHD: Teoria e Pratica Clinica” che si terrà l’8 ottobre 2010 a Tivoli presso le Scuderie Estensi. L’evento, accreditato ECM, è rivolto a 15 partecipanti (6 Psicologi, 6 Medici specializzati in Psichiatria, 3 Infermieri Professionali).

Per maggiori informazioni, vedi la locandina:


martedì 7 settembre 2010

CORSO DI FORMAZIONE PER VOLONTARI DELLA SALUTE MENTE 2010

Responsabili

Associazione Insieme con TE in collaborazione con l'Associazione Progetto Itaca Roma

Sede del Corso

Via Adalberto 13 – Roma
presso AGESCI Lazio

Programma

1° - Giovedì 23 Settembre - ore 17.30/20.00 - Anna Giuliano e Ughetta Radice
Fossati: “Presentazione delle finalità delle Associazioni Insieme con te e
Progetto Itaca; ruolo dei volontari e progetti”.

2° - Giovedì 30 Settembre - ore 17.30/20.00 - prof. Paolo Girardi: "Introduzione
alle Malattie della Mente. La schizofrenia e i disturbi psicotici"

3° - Giovedì 7 Ottobre - ore 17.30/20.00 - dott. Liliana Secchiaroli: “I
Disturbi d’Ansia, in particolare attacchi di panico e disturbo ossessivo
compulsivo (D.O.C.); disturbi della condotta alimentare: aspetti clinici e
terapie”.

4° - Giovedì 14 Ottobre - ore 17.30/20.00 - dott. Maria Grazia Manfredonia:
“I
Disturbi dell’Umore: aspetti clinici e terapie”.

5° - Giovedì 21 Ottobre - ore 17.30/20.00 - dott. Maria Grazia Manfredonia: “I
disturbi di personalità: aspetti clinici e possibilità di terapia”.

6° - Giovedì 28 Ottobre - ore 17.30/18.30 - prof. Gabriele Sani: “Abuso di
sostanze e patologie psichiatriche” - ore 18.45/20.00 - prof. Maurizio Pompili :
“Prevenzione del suicidio”.

7° - Giovedì 4 Novembre - ore 17.30/20.00 - dott. Andrea Cittadini: “Principi
generali di farmacoterapia”.

8° - Giovedì 11 Novembre - ore 17.30/20.00 - prof. Tonino Cantelmi e dott.
Michela Pensavalli: “Psicoterapia e psicanalisi; psicoterapia cognitivo
comportamentale e cognitivo interpersonale; psicoterapia ad indirizzo dinamico,
strategico breve; psicoterapia gestaltico junghiana”.

9° - Giovedì 18 Novembre - ore 17.30/20.00 - dott. Carla Porziani:
“L’organizzazione dell’assistenza socia sanitaria per la Psichiatria nel
territorio”.

10° - Giovedì 25 Novembre - ore 17.30/20.00 - dott. Anna Giuliano e dott.
Felicia Giagnotti: “ I gruppi di Auto Aiuto”.

11° - Giovedì 2 Dicembre - ore 17.30/20.00 - dott. Cinzia Sarlatto:
“La
comunicazione nella relazione di aiuto”.

12° - Giovedì 16 Dicembre - ore 17.30/20.00 - Anna Giuliano e Ughetta Radice
Fossati: “Lezione conclusiva; sintesi pratica del Corso” .

Relatori del Corso

Prof. Tonino Cantelmi - psichiatra - Direttore Scuola di Specializzazione in

Psicoterapia ARPCI - Presidente Ass. It. Psicologi e Psichiatri Cattolici AIPPC
- Dirigente Psicologia Clinica Universitaria Regina Apostolorum Roma - Dirigente
Servizio di Psichiatria e Consultorio I.F.O. di Roma.

Dott. Andrea Cittadini - psichiatra - Dirigente Medico Unità Operativa Complessa
Psichiatrica Azienda Osp. S. Andrea Roma.

Dott. Felica Giagnotti - Consigliere di Progetto Itaca e responsabile per la
formazione dei Gruppi di Auto Aiuto.

Prof. Paolo Girardi - psichiatra - Professore Associato II Facoltà Medicina e
Chirurgia dell’Università La Sapienza – Responsabile S.P.D.C. Azienda Osp. S.
Andrea Roma.

Prof. Anna Giuliano - Presidente dell’Associazione INSIEME con TE e
coordinatrice dei Gruppi di Auto Aiuto - Consigliere di Progetto Itaca Roma.

Dott. Maria Grazia Manfredonia - psichiatra ASL Viterbo - DSM Distretto 5 - CSM
di Vignanello e Fabrica di Roma

Dott. Michela Pensavalli – psicologa e psicoterapeuta- ricercatrice presso l’
istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale – Coordinatrice didattica presso la
Scuola di specializzazione SCINT.

Prof. Maurizio Pompili - psichiatra e psicoterapeuta - U.O.C. di Psichiatria
Azienda Osp. S. Andrea - Mc Lean Hospital - Harvard Medical School – USA

Dott. Carla Porziani – assistente sociale C.S.M. di Via Monte Tomatico ASL Roma
A.

Dott. Ughetta Radice Fossati - segretario generale dell’Associazione Progetto
Itaca e Consigliere di Progetto Itaca Roma.

Prof. Gabriele Sani - psichiatra Centro Lucio Bini - Ospedale S. Andrea Roma -
Università La Sapienza Roma.

Dott. Cinzia Sarlatto - psichiatra Dirigente Medico U. O. C. di Psichiatria
Azienda Osp. S. Andrea Roma.

Dott. Liliana Secchiaroli - psichiatra - Direttore D.S.M. Distretto H3 ASL Roma
H - docente Corsi di laurea Scienze infermieristiche Università La Sapienza e
Tor Vergata

Tutti i relatori forniranno materiale didattico
per i volontari.


PROGETTO ITACA ROMA - ONLUSINSIEME CON TE – ONLUS
tel. 333.7581429
itacaroma@progettoitaca.org
www.progettoitaca.org
tel. 06.8107378 – 06.8552925
insiemeconte@virgilio.it
www.insiemeconte.org

lunedì 12 luglio 2010

Scusa se non ti chiamo (più) amore. Come scegliere il partner e vivere felici


Questo libro lancia una sfida: l’uomo e la donna del terzo millennio possono costruire relazioni affettive reali. Senza nascondere le difficoltà, offre strumenti, conoscenze e mappe per vivere dimensioni affettive sane e soddisfacenti – Che cosa ci porta a scegliere il nostro partner? Quali dinamiche sono costantemente e non coscientemente in gioco nella relazione con il partner? Lo psichiatra e psicoterapeuta Tonino Cantelmi sceglie di partire in questo percorso da un punto fermo: l’amore di coppia come processo di attaccamento, cosi importante e significativo da strutturarsi fin dalla prima relazione fondamentale, quella con la madre (parte prima). La personalità si forma e risponde a determinate caratteristiche che verranno in seguito a correlarsi con la scelta del partner che ha caratteristiche complementari (parte seconda). Il libro vuoi essere anche una proposta di riflessione (nella sua terza parte) su come vivere meglio la scelta del partner in virtù della capacità di …

Altro ancora sul sito di miliziadisanmichelearcangelo.org

martedì 29 giugno 2010

Recensione di pontifex.roma.it


Questo libro lancia una sfida: l’uomo e la donna del terzo millennio possono costruire relazioni affettive reali. Senza nascondere le difficoltà, offre strumenti, conoscenze e mappe per vivere dimensioni affettive sane e soddisfacenti – Che cosa ci porta a scegliere il nostro partner? Quali dinamiche sono costantemente e non coscientemente in gioco nella relazione con il partner?……..

Altro ancora sul sito di pontifex.roma.it

giovedì 24 giugno 2010

Intervista per “La voce dei castelli”

Da cosa nasce l’idea di questo libro, a parte dall’osservazione della realtà attuale fatta di ‘storie fallimentari’ e gente che spesso sta insieme solo per farsi compagnia?

Questo libro tenta di dare una prospettiva di riflessione che consideri il fatale desiderio di amare e di farsi amare, di ognuno di noi. Abitanti della attuale società postmoderna-liquida ci sentiamo sicuramente attratti ma è anche irrimediabilmente impauriti, sconcertati e incerti della relazione con l’altro. Certo la tecnologia digitale ci soccorre: chat, sms, msm, facebook e tanto altro ci consentono di tecnomediare relazioni, sentimenti, amori, al prezzo spesso però di nascondersi dietro illusori schermi capaci di mascherare e deformare la paura dell’incontro reale.

- nel libro si parla spesso di ‘stili affettivi’, ma per conoscere il proprio stile affettivo e, quindi, il proprio modo di amare bisogna aver sperimentato l’amore…pertanto il pubblico o meglio il target si restringe a chi ha già una storia sentimentale alle spalle?

Assolutamente no. Riconoscere il proprio stili di porsi di fronte all’altro, sia esso un amico, un fidanzato o altro, ci aiuta a saper riconoscere le “trappole” entro le quali è più facile cadere. Questo si può prevedere riconoscendosi un po’ attraverso la decodifica delle aspettative che abbiamo verso gli altri, dei circoli viziosi nei quali cadiamo quando ci “appassioniamo” di qualcuno. Il fine di questa ricerca dovrebbe essere la consapevolezza di sentirsi più capaci di “maneggiare” la propria affettività.

- esiste, secondo lei, un modo ‘giusto’ di amare? e se si, qual è?

L’unica esperienza di amore appagante è quella di un amore libero, di un amore maturo.

La vita autentica di coppia porta ad una sorta di rottura di sé perché l’altro ci attraversi, un procedere finalizzato non soltanto alla ricerca di se stessi, ma anche dell’altro, che con il suo mondo e le sue dinamiche, in un cammino che muta ciò che siamo.

Un amore sicuro permette che l’altro ci sottragga alla nostra individualità, ci trascini oltre le nostre certezze, mettendole in dubbio per liberarci dal peso di una soggettività sterile che nega l’unione autentica di due anime, nell’esperienza totalizzante dell’amore.

Ciascun tema affettivo di fondo (quello dell’amante senza legami, del perfezionista ambiguo, dell’amante triste e dell’amante mai certo), per sottrarsi da questo peso deve tendere all’ integrazione tra il proprio modo “tipico” di entrare in relazione e la capacità di accogliere la sfida di percorrere strade nuove.

- crede nel destino? o non c’è un momento ‘giusto’ per incontrare la dolce metà?

Quando ci fermiamo a riflettere sui nostri percorsi affettivi, dobbiamo spesso costatare un fatto curioso: che dopo aver compiuto giri immensi, esplorando le più diverse personalità di partner disponibili, alla fine, nell’uomo o nella donna che abbiamo scelto, ritroviamo per affinità o contrasto, un riferimento alle matrici affettive del nostro contesto familiare.

In alcuni casi accade proprio che il partner assuma un ruolo simile a quello che in passato aveva avuto nostro padre, o che la nostra donna abbia modi di fare che ricordano incredibilmente quelli di nostra madre. Insomma, si finisce per arrivare al punto da cui si era partiti, o comunque, per doverci ripassare per lasciarlo.

La scelta del partner spesso viene percepita come un evento casuale e non condizionato. Ma non è esattamente così. Desiderio ed emozioni sono profondamente legati. E’ la storia, filigrana sottile, delle nostre emozioni a condizionare invisibilmente molti dei nostri desideri. Inserite nello sviluppo del nostro vissuto emotivo dalla nascita all’età adulta, le nostre scelte affettive risultano molto più prevedibili di quanto non si immagini. Qui subentrano due obiettivi di questo breve trattato sugli stili di amore: aiutare il lettore ad avere una maggiore conoscenza di sé (del proprio legame di attaccamento infantile e di conseguenza del proprio stile affettivo-relazionale adulto) e fornirgli nuovi strumenti, attraverso l’autoconsapevolezza, per superare le stereotipie del proprio “modus amandi”. Il fine è quello di rendere visibile la porta che conduce ad un amore liberamente scelto, vissuto in maniera sicura, senza forme di dipendenza dovute a disequilibri interni di partenza. Per amare davvero bisogna avere il coraggio di fare un viaggio alla scoperta dei nostri “inferi”, di rientrare in quelle zone affettive che abbiamo evitato ad ogni costo di sfiorare o far sfiorare, perché troppo “scoperte” e “vive”. Chiaramente, una simile discesa comporta rischi e sofferenza. Ma c’è un partner che aspetta di concedersi totalmente, di abbandonarsi e farsi conoscere da noi e questo merita una certa audacia nell’intraprendere strade che possano condurci verso una nuova flessibilità. In ballo per noi c’è la possibilità di scoprirci capaci di amare e farci amare, una conquista che merita un atto di fede per rimettersi in marcia, di fronte all’abisso che fino a quel momento ci ha fermati per la paura. Si è quel che si è anche per come da piccoli siamo stati amati e considerati dai nostri genitori, ma non è vero che non si può cambiare. Quello che siamo, il nostro modo di stare accanto agli altri e di amare, è la conseguenza della continua interazione tra noi e l’ambiente in cui siamo vissuti, una trama fatta di persone significative e non significative. Ma le esperienze non sono deterministiche per il futuro affettivo di ogni uomo ed ogni donna. E’ un dato certo che le prime esperienze affettive influenzino e spingano a effettuare certe scelte, e che le nostre emozioni siano condizionate dallo stile affettivo che si è delineato nel rapporto di attaccamento con i nostri genitori, ma la consapevolezza dei meccanismi che ci costruiscono nella relazione con gli altri, può facilitare percorsi di cambiamento e di superamento delle proprie stereotipie e ritualità relazionali, per tendere alla costruzione di una vita con gli altri appagante.

- amare in modo sano, quindi rispettando la diversità dell’altro, e senza proiettare sull’altro i nostri bisogni, ci permette di essere ‘liberi’ e di vivere un rapporto costruttivo; ma voler bene significa preoccuparsi dell’altro ed in una dimensione di coppia aver bisogno e dipendere dall’altro e dal suo amore, quindi non essere liberi…che ne pensa?

L’amore è libertà. Non si può amare per necessità. L’altro deve essere un valore aggiunto nella nostra vita, mai attendersi di riempire la propria vita attraverso l’assoluta presenza di chi amiamo. Altrimenti senza accorgercene scivoleremo in una dipendenza affettiva che è tutt’altro rispetto alla tutela della felicità, autonomia e ricchezza che si dovrebbero sperimentare nel rapporto a due

- possiamo superare il nostro vissuto doloroso che si ripercuote sul nostro modo di amare autonomamente o il supporto di uno specialista è fondamentale?

Direi che la linea di confine è rappresentata dalla personale buona capacità di autocritica, di sapersi auto narrare per i propri vissuti affettivi e nel sapere tenere sempre presenti la propria identità anche quando si ama profondamente.

Se tutto questo non si è capaci di farlo da soli o ci si accorge che sia troppo difficile uscire dai propri vincoli viziosi allora una persona esterna e specialista, può assolutamente dare una supervisione utile al proprio progetto di amore e di vita.

- il tradimento è evasione, la gelosia è desiderio di esclusività e quindi di trattenere l’altro, come riescono questi impulsi, come lei afferma, a convivere?

Direi che alla base di un presupposto di amore maturo e libero ci debba essere anche la capacità di saper contare su sé stessi. Se questa percezione si perde allora è più facile cadere nelle stereotipie del rapporto che portano necessariamente alla crisi.

- un manuale ‘ad uso pratico’ con delle bellissime citazioni letterarie, lo definirebbe così il libro?

Mi piacerebbe davvero fosse un vademecum alla conoscenza di sé sessi di tutti i lettori che si avvicinano con curiosità.

Ma il libro non intende fermarsi all’analisi di definizioni, vorrebbe essere anche un monito alla speranza: “verso un amore sicuro”, dove sicuro è un termine mediato dagli studi sull’attaccamento per indicare una relazione efficace, valida, che ci consente di esprimerci e di esplorare il mondo, di dare e ricevere amore. C’è dunque una sfida che lanciamo agli abitanti della società postmoderna-liquida: la relazione d’amore non solo è possibile, ma può essere la relazione nella quale esprimiamo noi stessi sino in fondo, senza dover cercare paradisi telematici, vie brevi per la felicità o altre forme di anestesia.

- un’ultima domanda, il titolo richiama il film di Moccia ‘Scusa ma ti chiamo Amore’, richiamo ‘voluto’?

Si vorrebbe ricalcare un titolo che ormai è diventato un cult- tormentone, per dire che se si cade ci si può rialzare, che può capitare di sentirsi persi nel tragitto che conduce all’altro, ma con una mappa dell’itinerario ed una buona illuminazione che da forza ai nostri passi, perché non pensare di potere arrivare alla meta, superare la crisi? Il messaggio è quello che la parola “fine” non sia sempre l’ultima parola della crisi, ma che ci possano essere anche altre parole, forse più lunghe e complesse, come “ricominciare dal fallimento con occhi nuovi su se stessi”, “rimettersi in gioco”, e molte altre ancora.

mercoledì 16 giugno 2010

PIGLIO





PIGLIO – 20 Giugno 2010

ore 18.30 /Piazza Roma

Incontro con il Prof. Tonino Cantelmi (Neuropsichiatra)

e introduzione della Dott. Michela Pensavalli (Psicologa)

venerdì 11 giugno 2010

12 Giugno: Corso ECM gratuito all’Università Seraphicum (Roma, Via del Serafico 1) e nostra assemblea

12 GIUGNO 2010

GIORNATA CONGRESSUALE

IL MONDO DIFFICILE DELLA RELAZIONE BAMBINO-ADULTO

Psicopatologia dei legami, resilienza e nuove prospettive

ACCREDITAMENTO ECM n. 10019552 – Medico Chirurgo; n.10019553 – Psicologo; n.10019554 – Infermiere

LA PARTECIPAZIONE E’ GRATUITA LA PRENOTAZIONE E’ OBBLIGATORIA (mail a psicoprotagonisti@libero.it)

8.30 Saluti ed apertura dei lavori

Mattina: IL MINORE ED IL SUO CONTESTO

Modera Prof. Tonino Cantelmi

9.00 – 9.30 Lezione Magistrale “Il bambino nella crisi della relazione familiare”

Prof. Vincenzo Caretti, Università di Palermo

9.30 – 9.50 Relazione “Il bambino nella crisi della famiglia: la prospettiva del civilista”

Avv. Prof.ssa Maria Giovanna Ruo, LUMSA, Roma

9.50-10.30 Discussione libera

10.30-11.00 Evento/presentazione La “GENITORIALITA’ FRAGILE”

Interverranno : Dott.ssa Ana Cristina Villa Betancourt , Pontificio Consiglio per i Laici;

Rev. P. Gianfranco Grieco, Pontificio Consiglio per la Famiglia; Dott.ssa Maria Lombardi, giornalista,

Il Messaggero; Dott. Giovanni Parente, giornalista, Il Sole 24ore

11.00-11.30 Break

Riunione opzionanti Scuola di Specializzazione SCINT

11.30-11.50 Relazione “Io – tu – Il mondo: la costruzione dell’identità personale”

Dott.ssa Paola Gaetano, Psichiatra, Giudice Onorario; Roma

11.50 – 12.20 Lezione Magistrale “Sviluppo Psicorelazionale nell’era dei nuovi media”

Prof. Daniele La Barbera, Università di Palermo

12.20 – 13.00 Evento/Presentazione: “Adolescenti e tecnologie: i nativi digitali ed i loro avatar”

Interverranno: Dott.ssa Maria Beatrice Toro, Scint, Roma (CoAutrice del libro “Avatar”); Prof. Federico Bianchi di Castelbianco, Istituto di Ortofonologia, Roma; Prof. Stefano Vicari, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; Dott.ssaBarbara Cataldi Tassoni, giornalista, il Salvagente.

13.00 – 14.00 Pranzo

14.00 – 14.30 I Riunione Assembleare Psicologi Protagonisti

Interverranno: Tonino Cantelmi, Maria Beatrice Toro, Emiliano Lambiase, Martina Aiello, Pasquale Laselva, Barbara Costantini, Michela Pensavalli

Pomeriggio: LE RELAZIONI TRA NUOVE PATOLOGIE E NUOVE NORMALITA’

Modera Dott.ssa Maria Beatrice Toro

14.30 – 14.50 Relazione Bambini e Salute: considerazioni bioetiche

Prof.ssa Laura Tortorella, Ist. Mulieris Dignitatem, Roma

14.50 – 15.10 Relazione “Come si apprende? Messaggi familiari, regole implicite e sviluppo della personalità”

Prof. Francesco Di Nocera , Sapienza, Roma

15.10 – 15.30 Discussione libera

15.30-16.10 Evento: l’educazione sentimentale nella società liquida

Interverranno: Dott.ssa Pensavalli, SCINT, Roma (Co-Autrice del libro “Scusa se non ti chiamo più amore”) Dott.ssaBarbara Carboni, giornalista; Dott.ssa Monica Maggi, scrittrice.

16.10-16.30 Break

Presentazione della mostra fotografica a cura dell’Opera Don Calabria

16.30 – 16.50 Relazione “L’emergenza educativa: una storia di amore”

Prof. German Sanchez APRA, Roma

16.50-17.20 Relazioni e poster specializzandi SCINT

17.20 – 17.50 Tavola rotonda conclusiva

“Relazioni e intimità: l’egodistonia sessuale”

Interverranno: Dott. Emiliano Lambiase, ITCI, (Co- Autore del libro “Omosessualità e Psicoterapie”); Dott.ssa Antonella Montano, IstitutoBeck; Prof. Davide Déttore Università di Firenze

17.50 Questionari ECM e chiusura dei lavori

18.00 Assemblea Generale dei Presidenti delle Sezioni Regionali AIPPC

presentazione del libro “La vita consacrata salverà il mondo” (T.Cantelmi)

lunedì 17 maggio 2010

Scusa se non ti chiamo più amore.... il libro

Video intervento del Prof. Tonino Cantelmi al convegno "La fabbrica dei divorzi".
Il prof. presenta uno dei suoi ultimi libri, scritto con la D.ssa Michela Pensavalli, "scusa se non ti chiaam più amore".

martedì 23 febbraio 2010

Come riconoscere il tuo stile affettivo

C’è chi in amore preferisce muoversi in punta di piedi, chi ha paura di esporsi per non sperimentare il rifiuto, chi cerca sempre un amore non corrisposto e vive il ruolo del romantico depresso e chi cerca continue conferme. Scopri con l’aiuto di Tonino Cantelmi, psichiatra, e Michela Pensavalli, psicologa, qual è il tuo stile affettivo e quello del tuo partner.

Se provi un amore fobico. «Le emozioni che contraddistinguono i fobici sono l’ansia e la paura del confronto con l’esterno, un’ansia mai affrontata in modo frontale, ma al contrario messa in scacco attraverso le strategie del controllo e dell’audacia (il contatto va anticipato o programmato, mai lasciato accadere). Ne conseguono le oscillazioni tra il bisogno di sentirsi protetto e l’opprimente sensazione di sentirsi limitato» spiega la Pensavalli.

Se lui è un fobico. «Gli uomini fobici scelgono donne che gli permetteranno di proiettare nella relazione il proprio bisogno d’indipendenza e libertà. Cercano protezione – continua l’esperta – anche se presto questa si tramuta in un opprimente limite che deve essere valicato. Quando avvertono che la relazione con l’altro si sta consolidando, perdono la bussola ed entrano in confusione. Nella relazione sono loro che dettano le regole e sono gelosi».

Se provi un amore perfezionista ambiguo. «Centrale in questo modo di amare è il timore di esporsi, per non sperimentare il rifiuto. Senza accorgersene, i perfezionisti ambigui cercano di non farsi vedere, di appiattirsi per non comparire tra le maglie della vita e della relazione, adattandosi all’altro. All’interno del rapporto, si pongono con un atteggiamento di perenne trasformismo teso a compiacere le aspettative del partner» dice la psicologa.

Se il tuo lui è un amante perfezionista. «Fa del suo bisogno di conferme e capacità trasformista una scienza della seduzione. Appena entra in contatto con una persona che gli interessa, è in grado di far scivolare la conversazione sui gusti, tendenze e aspettative dell’altro, in modo da interpretarle, riproducendo lo stile di comportamento e di pensiero che l’altro desidera. Spesso è attratto da partner o relazioni impossibili. Anche in un legame duraturo, rimane a un livello superficiale di conoscenza».

Se provi un amore depressivo. «Le persone inconsolabilmente tristi, vittime della paura dell’abbandono e del rifiuto, sentono di non meritare l’amore altrui. La trama che si ripete nella vita delle personalità depressive – spiega la Pensavalli – è quella dell’abbandono o del distacco che temono, ma che rivivono in ogni storia, prima ancora che cominci, facendo in modo di condurla, senza accorgersene, alla sua fine. L’atteggiamento di chiusura interiore e di autosufficienza emotiva, alla lunga, infatti, allontana il partner».

Se il tuo lui è un amante depressivo. «Nella relazione – dice la psicologa – mostra un perenne atteggiamento di sconfitta e di rifiuto verso l’altro che produce proprio ciò che crede di voler evitare: l’allontanamento di chi ama. Le sue emozioni centrali sono la disperazione e la rabbia, tenute sopite, ma che possono improvvisamente affiorare anche di fronte a eventi di portata apparentemente minima. Essendo schive e ritrose, queste personalità creano un alone di mistero e di curiosità e spesso affascinano anche per questo».

Se sei una perfezionista ossessiva. «Il perfezionista ossessivo, anche in amore, vorrebbe essere “perfetto”, cercando di mettere a punto e verbalizzare parametri, con cui valutare, con precisione, se stessi e il partner. E’ segnato da una profonda insicurezza e da una sensazione di continua incertezza, un’insanabile e costante dicotomia che si dispiega attraverso una tipologia di pensiero denominato del “tutto o nulla”».

Se il tuo partner è perfezionista ossessivo. «Si difende dall’amore proprio e da quello del partner, facendosi mille domande, che lo aiutano a prenderne temporaneamente le distanze. Ogni piccolo dettaglio – spiega l’esperta – sconvolge l’assetto della persona perfezionista e ossessiva: un ritardo, un contrattempo, possono mettere completamente in discussione la relazione affettiva. I perfezionisti ossessivi sono persone che possono rimanere bloccate per anni sulla decisione di sposarsi o di avere un figlio per l’idea che sia assolutamente necessario capire se sia il momento giusto e la cosa giusta da fare».

Di Barbara Songia

giovedì 18 febbraio 2010

Come vivere serenamente l'amore

Quando qualcuno ci colpisce e ci innamoriamo, siamo più spaventati oppure felici? Ci mette in crisi sapere che il sentimento che proviamo ci espone al rischio della perdita o spicca il bisogno di verificare se l’altro sarà colui che ci starà accanto tutti i giorni? Tonino Cantelmi, psichiatra, e Michela Pensavalli, psicologa, autori di Scusa se non ti chiamo (più) amore (San Paolo edizioni) spiegano come scegliere il tipo giusto e vivere sereni.

Riconosci le tue emozioni. «Saper decifrare le proprie emozioni – spiega la Pensavalli – vuol dire calarsi nel proprio stile affettivo. Sapere riconoscere le emozioni di base che proviamo quando incontriamo una persona significativa, ci fornisce una mappa per comprendere quali vincoli e quali prospettive di evoluzione potrà avere questo percorso d’amore».

Individua il tuo stile affettivo. «Possiamo immaginare idealmente quattro principali forme di relazione: fobico, perfezionista-ambiguo, depressivo, perfezionista-ossessivo. A partire dalla comprensione di come siamo stati amati – continua la psicologa – e di come abbiamo imparato ad amare, possiamo giungere a capire come ci aspettiamo di esserlo, o farlo, nel presente».

Che rapporto hai con tua madre? «Un buon attaccamento permette la formazione e la creazione di legami affettivi stabili, basati su una buona concezione di sé e un buon livello di autostima Chi ha avuto un attaccamento insicuro, da adulto – spiega la Pensavalli – avrà più difficoltà a decifrare la natura dei propri sentimenti. ll partner verrà spesso scelto e vissuto, senza accorgersene, come una figura strumentale a colmare le proprie insicurezze, un parametro di confronto per accrescere il livello di autostima. La relazione incapperà più spesso in crisi».

Supera i vincoli. «Il criterio per stabilire l’equilibrio affettivo di una persona – dice la psicologa – non è dato dalla presenza o meno, nel suo modo di impostare i legami, di stereotipie relazionali, ma dalla flessibilità con cui è in grado di gestirle. E’ la flessibilità che va coltivata e sudata, anche al prezzo di procedere in controtendenza, rispetto all’istintivo corso delle emozioni, per imparare a sfruttarle, in base ai nostri veri desideri. E’ proprio la flessibilità, che ci permette di amare in modo sano».

Differenziati dalla tua famiglia d’origine. «Diventare adulti liberi non significa smettere di essere in relazione con i propri genitori. Se è vero- continua l’esperta – che l’altro, soprattutto la figura di attaccamento infantile, ha un ruolo e un potere notevole per la definizione della propria identità, abbandonare la zavorra delle immagini di noi che ancora non tornano e smettere di chiederne una ricomposizione, è l’accettazione che il ruolo dei genitori è finito, che ormai siamo in grado di farci definire da altro (e altri)».

Rinsalda continuamente la fiducia in te e nel partner. «L’amore può non essere vissuto in funzione d’insicurezze e mascheramenti né in termini di ricompensa per ciò che non si è avuto, ma costituisce, una base sicura per scoprire, attraverso l’incontro con l’altro, chi siamo e chi siamo stati, andando incontro all’esperienza di amare in maniera matura e autentica. Una sfida rischiosa, che comporta rotture e riprese di equilibri personali, ma che ha in sé l’essenza vera della vita e della libertà».

Persegui la libertà . «Un amore sicuro permette che l’altro ci sottragga alla nostra individualità, ci trascini oltre le nostre certezze, mettendole in dubbio per liberarci dal peso di una soggettività sterile che nega l’unione autentica di due anime, nell’esperienza totalizzante dell’amore» conclude la Pensavalli.

Di Barbara Songia

lunedì 15 febbraio 2010

Scusa se non ti chiamo (più) amore. Come scegliere il partner e vivere felici







Autore/i: Tonino Cantelmi, Michela Pensavalli

Editore: San Paolo Edizioni

Data di pubblicazione: 2010








Che cosa ci porta a scegliere il nostro partner? Quali dinamiche sono costantemente e non coscientemente in gioco nella relazione con il partner? Il celebre psichiatra e psicoterapeuta Tonino Cantelmi sceglie di partire in questo percorso da un punto fermo: l’amore di coppia come processo di attaccamento, cosi importante e significativo da strutturarsi fin dalla prima relazione fondamentale, quella con la madre (parte prima). La personalità si forma e risponde a determinate caratteristiche che verranno in seguito a correlarsi con la scelta del partner che ha caratteristiche complementari (parte seconda). Il libro vuoi essere anche una proposta di riflessione (nella sua terza parte) su come vivere meglio la scelta del partner in virtù della capacità di superamento dei limiti caratteriali, personali, dovuti al proprio passato e ai legami con la famiglia di origine, di ciascun membro che partecipa alla coppia.

mercoledì 10 febbraio 2010

Intervista per Raidio IN BLU degli autori (T.Cantelmi, M. Pensavalli)

IL LIBRO: Alla luce di quanto viviamo, leggiamo e sentiamo vibrare intorno a noi, ogni giorno, luomo e la donna possono ancora costruire relazioni affettive reali? È la domanda che viene snocciolata in questo libro scritto a quattro mani da uno psichiatra e una psicoterapeuta che lavorano a Roma: Tonino Cantelmi e Michela Pensavalli. La risposta è Scusa se non ti chiamo (più) amore (Edizioni San Paolo).
Il libro lancia una sfida, pesante ma da affrontare: come scegliere il partner e vivere felici. Senza nascondere difficoltà, il volume offre delle mappe per orientarsi e vivere dimensioni affettive sane e soddisfacenti. Perché cè di buono che le relazioni damore sono possibili; è lì che dobbiamo mettere quello che cerchiamo nei paradisi telematici, unanestesia verso varie forme di una felicità di cartapesta.

Un libro non sullamore ma sui modi di amare anzi, sugli stili di amore. Lidea di questo libro nasce proprio dalla consapevolezza del potere che ha Eros di influenzare il benessere psicofisico di un individuo, e della difficoltà in cui spesso ci troviamo per riuscire a capirci qualcosa. Lintento - dicono nella prefazione i coautori - è quello di fornire una prospettiva di speranza a quelli convinti che nessuno ha mai voluto bene a loro e nessuno li amerà mai in futuro, o a chi vive con langosciante dubbio di non essere capace di amare.

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